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    ALLA FACCIA DI QUEL BRACCINO CORTO DI ZUCKERBERG - BRIATORE SGANCIA MEZZO MILIONE PER I TERREMOTATI MA CONTANTI, NON CREDITI PUBBLICITARI - "DA UN SIGNORE CON UN PATRIMONIO DI 54 MILIARDI DI DOLLARI MI ASPETTEREI QUALCOSA DI PIÙ CONCRETO"


     
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    Stefano Zurlo per "Il Giornale"

     

    ZUCKERBERG RENZI 2 ZUCKERBERG RENZI 2

    Coperte. Scuole. Asili. Certo non la pubblicità che ai terremotati non serve». Il signore in questione è Mark Zuckerberg ed è il creatore di quel colosso planetario chiamato Facebook. L' altro giorno, Zuckerberg è atterrato a Roma, è stato immortalato mentre faceva jogging ai Fori imperiali con la moglie Priscilla, poi fra un incontro con Renzi e una stretta di mano con Papa Francesco ha annunciato un'iniziativa per le popolazioni colpite dal sisma: 500 mila euro sotto forma di pubblicità sulla piattaforma Facebook che solo in Italia mette in contatto 29 milioni di persone.

     

    Flavio Briatore, il signor Billionaire, l'imprenditore di tante avventure, la pensa diversamente: anche lui mette a disposizione mezzo milione di euro, ma per realizzare un'opera che dia un sostegno tangibile a chi ha perso tutto. Una filosofia agli antipodi rispetto a quella del «signor» Facebook.

     

    «Si - spiega Briatore al Giornale - voglio dare una mano a questa gente che in pochi secondi, in piena notte, si è trovata senza più niente. Le immagini del disastro mi hanno sconvolto come credo abbiano toccato tutti: io ho un figlio di sei anni, Nathan Falco, e mi sono immedesimato in quelle famiglie. Bambini morti, bambini feriti, bambini che non hanno più i genitori. No, non si può rimanere indifferenti».

    flavio briatore al billionaire flavio briatore al billionaire

     

    Dunque, il manager della Formula 1 ha deciso di mettere mano al portafoglio, insieme a un paio di imprenditori amici che risiedono nel principato di Monaco. «I soldi non sono solo miei, ci sono anche altri, fra loro i Marzocco, costruttori molto noti a Montecarlo».

     

    L'importante è che l'assegno prenda una strada precisa: «Noi vogliamo finanziare un progetto qualificato. Cinquecentomila euro sono una cifra con cui si può ragionare su una struttura di pubblica utilità: un asilo, magari in legno, o una scuola. Noi ci affidiamo alla Protezione civile che ha uomini straordinari e poi ci sono i sindaci che conoscono il territorio palmo a palmo e sanno individuare le priorità. Saranno loro a segnalarci le esigenze più impellenti, noi sceglieremo e seguiremo i lavori, perché vogliamo che il nostro intervento vada a buon fine e non si sprechi nemmeno un centesimo. Renzi, a cui ho spiegato la mia idea, è entusiasta».

    briatore e gregoraci briatore e gregoraci

     

    E qui arriva la bordata a mr Zuckerberg: «Io non polemizzo con nessuno, ci mancherebbe, dico solo che un signore con un patrimonio di quelle dimensioni potrebbe impiegare i suoi soldi per attività concrete: pensi solo alle coperte, ai prefabbricati, alle casette in legno. C'è un mondo che è venuto giù e va ricostruito, francamente la pubblicità non mi pare possa scaldare gli abitanti di Amatrice o di Accumoli. Ma che se ne fanno i terremotati degli annunci su Facebook?».

     

    Domanda ruvida e tagliente che non aspetta risposta. Il guru americano invece è convinto che sì, che quel gruzzolo possa essere un tesoro per chi oggi è rimasto solo in compagnia delle proprie lacrime. E l'ha spiegato, fra una lezione alla Luiss e un selfie con il re degli chef Massimo Bottura: «Facebook Italia donerà 500 mila euro alla Croce Rossa sotto forma di advertising credit che potranno essere utilizzati sulla piattaforma per promuovere le attività di cui c'è più bisogno: raccolta fondi, ricerca di volontari, richiesta di donazioni di sangue».

     

    zuckerberg zuckerberg

    Il marito di Elisabetta Gregoraci scuote la testa: «Ho letto che alla Croce Rossa sono entusiasti. Mah... Qui ci vuole altro». E già che c'è, asciutto e diretto come sempre, fa partire una seconda sciabolata, questa volta circoscritta all'Italia: «Ho visto un gran parlare nei talk show della tv. Chiacchiere. Ma le parole, davanti alla macerie, non bastano. Spero che altri imprenditori seguano il mio, anzi il nostro esempio e mettano le mani in tasca. Davanti a quel che è successo dobbiamo capire che noi siamo solo più fortunati: per questo la solidarietà è un dovere

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