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    IMPARA L’ARTE E VENDILA NEI PARTY! - ALLA SCOPERTA DEGLI “ART DEALER”, I NUOVI PROTAGONISTI DEL MERCATO DELL’ARTE: SONO LORO A TENERE IN PUGNO I COLLEZIONISTI – COSA FANNO, QUANTO GUADAGNANO, COME FUNZIONA LA LORO PROFESSIONE CE LO RACCONTA LA SENSUALISSIMA TELDIL MOREIRA: “LE GALLERIE STANNO MORENDO E L'ARTE CORRE CON NOI”


     
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    SAVINI SAVINI

    “Sono una ‘artist scout’: molti artisti li scopro e li porto sul mercato quando ancora nessuno li conosce”. Da Cuba ha portato via il gusto di sorridere alla vita, a Roma ha imparato ad avere la battuta sempre pronta, Teldil Moreira, professione art dealer. Tratta privatamente le opere, capta tendenze, media tra artisti e collezionisti: “Entrambi mi lasciano entrare nella loro vita senza che i primi si sentano sfruttati e i secondi derubati”, spiega l’ex miss Cuba Europa per l’Italia 2012. “Cerco di avere un approccio “pop” che unisca gioco, passione, contaminazione. Voglio far innamorare le persone dell’arte”. Parola d’ordine: sorprendere.

     

    teldil moreira teldil moreira

    “Lavoro solo con artisti contemporanei. Da Maurizio Savini famoso per le sculture di chewing gum a Marco Adamo, celebre per le pallonate su tela, da Massimo Lupoli che dipinge sui pennelli a Massimo Antonelli, che fonda la sua ricerca sull’utilizzo delle grattugie. Scelgo lavori accattivanti, amo gli estri bizzarri”.

     

    agostino bonalumi agostino bonalumi

    Teldil, nata a L’Avana ma “italiana a tutti gli effetti”, rivela di aver rifiutato tutte le offerte nel settore dello spettacolo e della moda perché “voleva solo l’arte” e rimodella un mondo di memorie cubane e nuove emozioni romane per dire del suo itinerario creativo originale e arrembante. “L’attività principale del mio lavoro consiste nel noleggiare opere per allestire uffici e sedi di rappresentanza, oggi mi sto specializzando nell’arte di vendere l’arte”. Fiere di settore, vendite all’incanto, party, incontri, ”Teldealer” fa cose, vede gente, nonostante sia al sesto mese di gravidanza.

     

     

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    “Le gallerie stanno morendo e la figura degli art dealer vive un periodo di grande effervescenza”. Un po’ mecenati, un po’ consiglieri, un po’ intermediari, sono i nuovi protagonisti del mercato dell’arte anche se non sono regolamentati (manca un albo). Comprano, talvolta, a cifre contenute dagli artisti “che notoriamente non sanno vendere” oppure creano connessioni dirette con i clienti. “Le mie trattative sono alla luce del sole – scandisce la “cubana di Trastevere” - non nego il contatto diretto tra il creatore dell’opera e il collezionista, a differenza di quello che accade con la politica delle gallerie”.

     

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    Il rischio più frequente? Non le avances (“Mai avuto problemi, ho avuto più fortuna rispetto ad altre donne”) ma quello di imbattersi in personaggi che non hanno la minima conoscenza della materia come nella mitica scena del film di Carlo Verdone, “Compagni di scuola”, quando Christian De Sica alias Tony Brando prova a rifilare un falso Sironi a Angelo Bernabucci-Walter Finocchiaro: " Ma che è?”, “Come che è, è un Sironi!”, “Ma c’ha ‘e zinne viola…

    vagina fontana vagina fontana

    ”Molti clienti non sono mai andati a visitare un museo o una mostra. Io cerco di far nascere in loro una passione, di accendere un desiderio. Avere un’opera è uno scudo, all’inizio li protegge, poi diventa una necessità e, siccome l’appetito vien mangiando, molti di loro diventano collezionisti”.

     

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    Teldil racconta che i suoi clienti sono soprattutto italiani, di fascia alta, liberi professionisti, manager di grandi aziende e snocciola aneddoti sulle magnifiche sorti e progressive di un avvocato che non sapeva nulla di arte. Nel giro di poco tempo ha incrementato il volume di clienti e di affari e così ha deciso di riempire il proprio studio di opere per apparire un collezionista.

     

    Questione di prestigio e di status. “Man mano che si ingrandiva con lo studio, aumentava il suo interesse per le opere. Ora non ne può fare a meno e alla fine di ogni anno ne acquista una”. L’arte non è solo uno sfizio ma un investimento. “Molti clienti, soprattutto industriali, hanno possibilità di diversificare il loro capitale e hanno margini di guadagno notevoli. La stessa opera a distanza di un anno può incrementare di 3 volte il suo valore. Molti capitani di industria si affidano a me e riescono a portare a casa importanti plusvalenze.

     

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    Di recente ho fatto comprare lavori di Bonalumi 3 mesi prima della sua scomparsa. Le sue opere sono schizzate da 25mila a 200mila euro”. Quanto si guadagna con questo lavoro? “il 20% su ogni transazione, ma dipende. Nel caso di un Fontana venduto a un milione di euro ci accontentiamo dell’1 per cento. E’ una professione che può assicurare guadagni pazzeschi se uno è disposto a dedicare tutta la giornata al lavoro, spiega Teldil che poi rivela il suo sogno: “Creare a Roma un centro di ritrovo per ogni forma d’arte, magari recuperando lo spazio del Guido Reni District al Flaminio”.

     

     

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