Francesca Musacchio per "Il Tempo"
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Il rischio di infiltrazioni terroristiche tra i profughi esiste. Negli ultimi tempi, però, il fronte si è allargato e comprende anche i minori non accompagnati. È l'allarme contenuto in un report delle intelligence europee nel quale si mette nero su bianco la possibilità che tra le migliaia di bambini e ragazzi che arrivano con i flussi migratori ce ne siano anche alcuni inviati dal Califfato per compiere attentati in Occidente.
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Sono i «cubs of the Caliphate» (cuccioli del Califfato), che abbiamo imparato a conoscere attraverso i video in cui uccidono ostaggi e commettono violenze come i mujaheddin adulti. La differenza, in questo caso, è che quei cubs sono spesso figli di foreign fighters che vengono addestrati per combattere come i padri nei territori controllati dallo Stato islamico.
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Gli altri baby terroristi, soprattutto da quando l'Isis sta perdendo posizioni anche in Libia e Siria, vengono spediti in Europa con l’intento di compiere azioni terroristiche, così come da insegnamenti ricevuti. Il pericolo di fuga degli jihadisti dalle zone sotto bombardamento da parte della coalizione, infatti, non riguarda solo gli adulti. In Italia secondo gli ultimi dati di Unhcr, a fine luglio sono arrivati ben 13.705 minori non accompagnati.
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Un numero maggiore del totale di quelli arrivati nel 2015 che sono 12.360. Nel rapporto di Oxfam «Grandi speranze alla deriva» diffuso proprio ieri, inoltre, si legge che «ogni giorno 28 bambini non accompagnati semplicemente "scompaiono" a causa di un sistema inefficace e inadeguato. Molti di loro si ritrovano confinati per un tempo indeterminato in centri da cui non possono uscire, costretti a vivere in alloggi inadeguati e insicuri, senza informazioni sui loro diritti.
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Altri hanno parenti in altri paesi europei e non vogliono fermarsi in Italia. Inevitabili le conseguenze. In diversi fuggono dai centri di accoglienza e si ritrovano a vivere per strada, trovandosi cosi' esposti a rischi ancora maggiori». Ed è proprio qui che si inserisce l'allarme lanciato dalle intelligence europee: nei minori scomparsi. Alcuni di questi, infatti, potrebbero essere i «cubs» dello Stato islamico inviati per colpire.
Secondo fonti interne agli uffici del Consiglio europeo, la decisione della Gran Bretagna di costruire un muro contro i profughi che si trovano a Calais, è stata presa anche a seguito di questo allarme che arriverebbe proprio dagli 007 di Sua Maestà. Nel campo profughi che ospita attualmente quasi 7 mila persone, i minori sono circa 600. Di questi, spiega la fonte, la metà non sono accompagnati.
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«Si tratta in prevalenza di minorenni tra i 12 e i 17 anni - aggiunge - l'età più critica dove la dottrina jihadista ha più probabilità di attecchire». E il nostro Paese, ancora una volta, si conferma l'autostrada verso l'Europa. «Dopo la chiusura della rotta dei Balcani occidentali e l'accordo tra l'Unione Europea e la Turchia, l'Italia - si legge nella nota di Oxfam - si è ritrovata ancora una volta ad essere il principale punto di accesso per i migranti diretti in Europa. Molti di loro sono minori arrivati da soli».
E se la questione dei cuccioli del Califfato è l'ultimo, in ordine di tempo, motivo di preoccupazione per l'Occidente allo sbaraglio. Il possibile rientro dei foreign fighters è l'altro fronte aperto. Tutti gli Stati europei devono fare i conti con il rischio dei ritorni, soprattutto quelli che hanno avuto un maggior numero di volontari del jihad andati in Siria e Iraq.
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Tra questi il Belgio. Secondo il vicepremier e ministro dell'Interno belga, Jan Janbon, ci sono «200 belgi in Siria pronti a tornare per colpire in patria». Parlando con l'Agi ha spiegato: «Quando sono diventato ministro, nell'ottobre del 2014, avevamo 50 partenze al mese di cittadini belgi verso l'Iraq e la Siria. Oggi non ne abbiamo. Abbiamo fermato il fenomeno grazie alle nuove misure e alla legge antiterrorismo, che ci concede, tra le altre, la possibilità di ritirare i passaporti. La macchina ora e' collaudata».
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Ma, ha avvertito Janbon, «ora il problema è che abbiamo 200 foreign fighters in Siria, che sono li' sotto pressione perche' l'Isis sta perdendo terreno sul campo e vuole quindi che tornino in patria per colpire il loro Paese. E la nostra maggiore responsabilità è quindi garantire la sicurezza dei nostri cittadini». Intanto a Parigi, dopo il ritrovamento di un’auto carica di bombole di gas vicino Notre Dame, sono state arrestate tre donne. Una aveva «connessioni» con Hayat Boumedienne, la compagna del terrorista dell’HyperCacher, Amedy Coulibaly.