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    CALCIO DOTTO - ALLEGRI E SUOI SPAPARANZATI AD “AMMIRARE” UNA ROMA CHE PASSEGGIA MOSCIA ALL’OLIMPICO COME NON AVESSE ALCUNA URGENZA DA SPENDERE - MANCANO A GARCIA UN MAICON E UN STROOTMAN SANI E UNO DAVANTI CHE, ANCHE SENZA ESSERE TEVEZ, SIA ALMENO LLORENTE


     
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    garcia foto mezzelani gmt072 garcia foto mezzelani gmt072

    Giancarlo Dotto per Dagospia

     

    Allegri e suoi spaparanzati sotto un albero in riva al Golfo Persico ad “ammirare” una Roma che passeggia moscia all’Olimpico come non avesse alcuna urgenza da spendere. Nemmeno eccitata dalle centinaia di bomboni sparati tanto per sparare e dunque malinconici come pochi. Roma che torna a tre dalla Juve, elastico che sembra immutabile e non votato al meglio. Mancano alla Roma di oggi almeno tre cose fondamentali, un Maicon e un Strootman sani e uno davanti che, anche senza essere Tevez, sia almeno Llorente.

     

    Il Gervinho, a due dalla fine, che si beve tutto, anche senza se stesso, è la prova che non serviva. Se poi il rigore che c’è te non te lo danno, sipario.

     

    abatantuono twitta le prime parole di allegri alla juve abatantuono twitta le prime parole di allegri alla juve

    I più grandi analisti di calcio, i bookmakers, alzano la quota della Roma vincente appena hanno in mano la formazione, Ljaijc fuori e Florenzi dentro, Roma più prudente. Il Milan fa densità e aggressività in campo e fuori campo, in panchina, dove si scalmana Pippo l’Invasato. Bravo a inventare sbarramenti sulle due fasce per togliere spazio ai due marcantoni Maicon e Holebas.

     

    Il Milan gasato anche da Berlusca apparso a Milanello, resta appeso all’eterna questione del lenzuolo troppo corto, se stare nel guscio o affacciarsi, se alzare o abbassare i ritmi. Dubbio che ne fa una squadra inoffensiva.

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    E poi la solita storia. Quella della Roma è talmente ammorbata nei secoli dalla questione arbitrale, che è diventata un destino e poi un maledizione. La mano di De Jong è gigantesca, non per l’uomo piazzato e pagato per fare una sola cosa, vedere quel rigore. E, certo, non sarà un Rizzoli perennemente amletico a farsi sotto con il suo timido fischio.

     

    Se poi Nainggo è molto meno furioso dei suoi canoni, tanti altri boccheggiano perché l’età o il ginocchio, Gervinho inventa e spreca, la Roma non riesce a incendiare la partita nemmeno quando il Milan, in dieci, sceglie solo di difendersi. Amen.

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