Mario Baudino per “la Stampa”
LETTURA
È un risultato per molti versi inatteso. Gli italiani, nella seconda metà di un anno terribile, segnato dalla pandemia, sono tornati numerosi alla lettura: non solo, ma dagli elementi dell' indagine a cura del Cepell, il Centro per il libro e la lettura del ministero per le Attività culturali, e dell' Aie, l' associazione degli editori, emerge che il libro ha conquistato, forse contro ogni aspettativa, un numero significativo di persone che in precedenza non avevano con esso alcun rapporto.
A ottobre 2020 gli intervistati tra i 15 e i 74 anni che dichiarano di aver letto almeno un libro nell' arco dell' anno (anche solo in parte, e compresi sia gli ebook sia gli audiolibri) sono infatti il 61%. È un tetto da primato, con una crescita di tre punti percentuali rispetto allo scorso maggio, che era rimasto sui livelli dell' ottobre precedente, e considerato il confinamento di primavera era stato considerato un discreto segnale. Si tratta, secondo le stime di Pepe Research che ha condotto l' indagine, presentata ieri ovviamente online, di 27,6 milioni di persone.
LETTURA
Ci dice molto sul periodo che stiamo vivendo, e su quella che potremmo definire la nuova «cultura dell' epidemia». Si è passati da un momento di grande ansia, complice la chiusura delle librerie in marzo e aprile che ha fatto crollare oltre a molti altri consumi anche la lettura - e non solo l' acquisto di libri - a un progressivo recupero quantomeno di fiducia nel libro come forma di conoscenza, evasione, riflessione, in altre parole di piacere.
LEGGERE SUL DIVANO
E il piacere di leggere in casa alla fine ha vinto sulle paure. «Aggiungerei anche sull' ansia da informazione», ci dice Diego Marani, da luglio presidente del Cepell. «A metà anno sembrava che, nonostante le attività esterne fossero molto ridotte o addirittura inibite, gli italiani leggessero di meno, probabilmente per mancanza di serenità. Ora vediamo che la tendenza si è invertita, e dobbiamo ringraziare la vivacità degli editori e l' intraprendenza dei librai». Questo cambia i vostri programmi per la promozione della lettura? «Lavoreremo sempre più con le scuole e le biblioteche, ma non solo, visto che è un po' come "predicare tra i convertiti". Bisognerà andare oltre, penetrare nelle famiglie, nelle piazze. È chiaro che tutto ciò dipende molto dalla situazione sanitaria».
LA LETTURA
I numeri confermano che l' online, sia negli acquisti sia nella fruizione di testi, sia anche nella condivisione tra lettori, si è imposto come un' alternativa sempre più attraente, al di là dei periodi di stretto lockdown. Crescono gli ebook (scelti dal 30 per cento dei lettori) e gli audiolibri (che balzano al 12 per cento). Ma le librerie resistono, anche se molte hanno patito duramente, soprattutto quelle di catena poste nella stazioni o nei centri commerciali. A ottobre dichiarano di frequentarle il 67% dei lettori, dato sì inferiore al 2019 (era il 74%) ma comunque significativo se pensiamo che nel maggio scorso si era precipitati al 20 per cento. È probabile che le abitudini non tanto di lettura quanto di acquisto indotte dall' emergenza resteranno almeno in parte, e il pianeta libro cambierà ancora.
entrare in questa stanza e non smettere mai di leggere
Quel che resta immutato è il suo nucleo, il cuore del suo cuore: come scrisse Virginia Woolf in un saggio del '26, immaginando il giorno del Giudizio affollato di persone importanti, ma anche ovviamente di gente come lei, lettori presenti «con i nostri libri sotto il braccio». Sicché guardandoli, «non senza una traccia d' invidia», «l' Onnipotente» dice a San Pietro: «Questi non hanno bisogno di ricompensa. Qui non abbiamo niente per loro. Sono quelli che amavano leggere».
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