Paola De Carolis per corriere.it
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Il «freedom day» in Inghilterra si avvicina ma, mentre sono in aumento i casi di positività al Covid, crescono anche i cittadini costretti a isolarsi perché entrati in contatto con chi ha contratto il virus.
Numeri da capogiro che, accusano imprese e datori di lavoro, renderanno difficile in un primo tempo l’anelata ripartenza. Nella prima settimana di luglio, 520.194 persone sono state contattate attraverso l’app di tracciamento del sistema sanitario nazionale e costrette a isolarsi per dieci giorni. In aggiunta nelle scuole del paese sono circa 624,000 gli allievi che nello stesso periodo sono rimasti a casa per via di un caso positivo nella loro «bolla».
Per telefono ed email sono state contattate altre 337.000 persone che in teatri, ristoranti, sale da concerti, musei o negozi si sono trovate in prossimità di un malato. Inclusi i positivi stessi, 194,005 nell’arco della settimana, si arriva a un totale di cittadini in isolamento di circa 1,6 milioni.
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L’analisi dei numeri realizzata dal Guardian parla di una paralisi sociale e commerciale proprio quando il governo si appresta a rimuovere ogni restrizione. Il cosiddetto «freedom day», il giorno della libertà dalle misure anti-Covid, è previsto infatti per lunedì 19 luglio. Dopo il weekend, spetterà ai singoli cittadini gestire il rischio. Non sarà imposto il distanziamento e non saranno obbligatorie le mascherine.
È una decisione che in tanti considerano avventata, soprattutto dato che in Gran Bretagna i casi quotidiani si avvicinano ai 50,000 e, stando al governo, potrebbero arrivare a 100,000 al giorno prima della fine dell’estate. 1.200 esperti hanno firmato un documento della rivista scientifica Lancet in cui la decisione di rimuovere le misure contro il virus viene definita «un esperimento pericolo e poco etico».
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Il sindaco di Londra Sadiq Khan ha sottolineato che sui mezzi pubblici della capitale continueranno a essere richieste le mascherine. La stessa posizione è stata adottata nella City da diversi gruppi finanziari, tra cui Goldman Sachs, dove tra i dipendenti che lo desiderano potranno anche continuare a lavorare da casa. Per le imprese, l’assenza dei dipendenti dovuta alla richiesta di isolamento è un problema. La Rolls Royce e la Nissan hanno avvertito che sarà pressoché impossibile attenersi ai ritmi di produzione previsti. Stando a Hospitality Uk, circa il 20% della forza lavorativa del settore ospitalità è in isolamento.
GRAN BRETAGNA, LA LETTERA DEGLI SCIENZIATI A BORIS CONTRO LA RIAPERTURA: «PERICOLOSO E IMMORALE»
Luigi Ippolito per corriere.it
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E’ una lettera firmata da oltre 1200 scienziati e medici di tutto il mondo: ed è un atto di accusa contro la decisione di Boris Johnson di eliminare in Inghilterra, a partire da lunedì prossimo, tutte le rimanenti restrizioni imposte a causa del Covid. Il documento era stato originariamente pubblicato la scorsa settimana su Lancet, la prestigiosa rivista medica, ed era stato sottoscritto solo da 120 esperti, ai quali però si è poi aggiunta una vastissima schiera di colleghi: che oggi hanno esposto alla stampa le loro tesi.
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La scelta del governo di Londra viene definita «pericolosa e immorale»: perché tutto il mondo è coinvolto da ciò che i britannici stanno facendo. Gli scienziati hanno sottolineato che riaprire la società nel momento in cui i contagi crescono, a causa della variante Delta, significa esporsi al rischio che si sviluppino nuove varianti del Covid: e poiché il Regno Unito è uno snodo internazionale, quelle varianti potrebbero rapidamente espandersi in altri Paesi. «E’ un politica che finisce per coinvolgere tutti», hanno ammonito, e «il mondo sta guardando».
Gli esperti hanno parlato di «strategia avventata» e si sono detti «stupefatti» delle decisioni «controproducenti» di Londra: gli scienziati internazionali hanno ricordato che la Gran Bretagna ha sempre rappresentato un punto di riferimento, ma hanno ammesso di non riuscire ora a capirne le scelte, perché rimuovere le restrizioni in questo momento rappresenta «un disastro». Infatti i criteri per riaprire tutto dovrebbero essere una pandemia sotto controllo e una popolazione protetta: condizioni che in questo momento la Gran Bretagna non soddisfa, il che espone al rischio di una crescita esponenziale dei contagi. Gli scienziati hanno parlato quindi di «una sfida alla logica e alla scienza», una cosa «stupida in termini sia di politica sanitaria che di politica economica».
Gli esperti hanno rimarcato che nessuno nel mondo ha raggiunto livelli di vaccinazione sufficienti per riaprire completamente: ma il sospetto è che il governo Johnson abbia deciso di nuovo di perseguire una strategia di immunità di gregge raggiunta facendo dilagare il virus tra la popolazione. Una scelta definita «folle» dal professor Walter Ricciardi, che ha aggiunto che «errare è umano, perseverare è diabolico».
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E’ vero però che anche all’interno del governo britannico comincia a farsi strada il nervosismo. Per Boris era politicamente impossibile fare marcia indietro a questo punto, dopo aver annunciato l’arrivo del Freedom Day, il giorno della libertà. Ma questa «liberazione» giunge adesso avvolta da mille cautele: è vero che cadrà l’obbligo di portare le mascherine in qualsiasi caso, ma i ministri dicono che «ci si aspetta» che la gente continui a farlo. Il sindaco di Londra, così come i primi cittadini di altre città, hanno annunciato che sui mezzi pubblici locali bisognerà continuare a indossare le protezioni, e anche tutti i maggiori supermercati hanno adottato la stessa linea, così come le compagnie aeree.
BORIS JOHNSON CON LA FIDANZATA IN TRIBUNA A WEMBLEY
I consiglieri medico-scientifici del governo britannico dicono di avere il consenso della stragrande maggioranza degli esperti: ma così non la pensano i firmatari dell’appello su Lancet. Il contrasto è a monte: a Londra ritengono che prima o poi bisogna imparare a convivere col Covid, una volta che i vaccini hanno messo al riparo da un numero eccessivo di ospedalizzazioni e di decessi, mentre gli scienziati di Lancet sostengono che bisogna perseguire un obiettivo di «zero Covid», ossia di eliminazione del virus e non soltanto di un suo contenimento. E’ uno scontro non solo teorico, ma che si gioca sulla pelle di intere popolazioni.
COVID, CRESCONO I CONTAGI IN TUTTO IL MONDO
Da lastampa.it
Boris Johnson Brexit
Ovunque nel mondo la pandemia ha ripreso velocità: più 38% di casi in Europa; più 62% negli Stati Uniti e in Canada; più 20% in Asia e più 14% in Medio Oriente. In Africa, invece, il dato è abbastanza stabile con appena il 2% di crescita della curva epidemiologica.
Su base nazionale, i Paesi Bassi hanno visto il più grande aumento delle infezioni, aumentando del 512%, con 7.410 nuovi casi al giorno. Seguono la Libia è venuta dopo con 168% e il Vietnam con il 133%, mentre ci sono stati aumenti dell'83% a Cuba, e dell'78% sia in Grecia che in Italia. I Paesi che hanno visto i dati più confortanti sono l'Oman (-34%), Cile (-29%), Colombia (-26%) e Namibia (-23%). In numeri assoluti è l'Indonesia a registrare il maggior numero di nuovi casi questa settimana, ben 44.150 al giorno, seguita dal Brasile, 42.820 (giù del 12%), dall'India (39.760, giù del 7%) e dal Regno Unito (36.890, giù del 33%). Il Brasile, infine, è la nazione dove si continua a piangere il maggior numero di morti, con una media di 1.252 al giorno. Seguono India (994) e Indonesia (919).
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L'unico calo di una certa importanza viene registrato in America Latina e Caraibi (-9% casi e -12% decessi) che, però, veniva da settimane molto difficili. Il dato medio di nuovi casi giornalieri a livello globale è salito del 15 per cento, attestandosi a 477.930. Il motivo principale è la diffusione della variante Delta, altamente contagiosa, che ha permesso una nuova accelerazione dopo il rallentamento tra aprile e giugno. I morti legati al Covid, in tutto il mondo, sono invece aumentati del 3 per cento, con una stima che parla di 8.080 al giorno. Una crescita inferiore dovuta anche alla somministrazione dei vaccini.
La situazione nel dettaglio
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La Corte Superiore di Giustizia della Catalogna ha autorizzato la reintroduzione del coprifuoco notturno, tra l'una e le sei del mattino, proposto dalla Generalitat per fermare la diffusione del coronavirus. La misura, che come riferisce El Pais entra in vigore da questo fine settimana, riguarda 161 comuni, tra cui Barcellona, con un'incidenza di oltre 400 nuovi casi ogni 100 mila abitanti nell'ultima settimana. I nuovi contagi registrati in Catalogna sono il doppio della media spagnola. La regione è fra le più colpite d'Europa, con oltre mille casi per 100 mila abitanti.
Continua a crescere il numero dei positivi al Covid a Malta: altri 235 sono stati individuati nelle ultime 24 ore. Il totale dei casi attivi, che il 21 giugno scorso era sceso a 23, oggi è risalito a 1.441 (con un incremento pari a oltre il 6200%). Resta basso il numero delle persone ricoverate al policlinico universitario Mater Dei: 14, di cui una in terapia intensiva. La stragrande maggioranza dei nuovi casi riguarda i giovani. Secondo quanto reso noto dal ministero della salute è di 24 anni l'età media dei 222 positivi rilevati ieri, di cui 195 nella fascia di età fra 10 e 39 anni.
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