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    ALTRO CHE GRANDEUR – LA FRANCIA DI MACRON FA I CONTI CON IL BOOM DELLE CRISI AZIENDALI: NEL 2024 PREVISTI 56.601 FALLIMENTI CON UN INCREMENTO DELL'8% RISPETTO AL 2019, ULTIMO ANNO PRE-COVID, A RISCHIO 243MILA POSTI DI LAVORO – LA FINE DELLE MISURE DI SOSTEGNO LEGATE ALLA PANDEMIA HA PENALIZZATO LE IMPRESE, COLPITE ANCHE DAI TASSI ALTI. TRA I SETTORI PIU’ COLPITI QUELLO DELLE COSTRUZIONI, DELLA RISTORAZIONE E DEI SERVIZI ALLE IMPRESE…


     
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    R.Sor. per il Sole 24 Ore - Estratti

     

    EMMANUEL MACRON EMMANUEL MACRON

    Fallimenti in rapida crescita in Francia. L'ultimo trimestre dell'anno, secondo le rilevazioni del Groupe Altares, ha visto apertura di procedimenti fallimentari per 16.800 imprese: secondo il direttore degli studi Thierry Milton, il periodo è stato «uno dei peggiori da 30 anni». Nell'intero 2023, le procedure aperte hanno raggiunto quota 57.729, con un incremento del 36% rispetto al 2022: in questo caso si tratta di una delle cifre più elevate dal periodo 2012-13, quando i fallimenti giunsero a quota 63mila. I posti di lavoro messi a rischio sono stati 243mila, 100mila in più rispetto al 2022, sia pure in un contesto complessivo che ha visto l'occupazione francese restare sostanzialmente stabile a 27,4 milioni di persone (a settembre).

     

    Un diverso studio, pubblicato ieri dal Group Bcpe, stima intanto 56.601 fallimenti nell'intero 2024, con un incremento dell'8% rispetto al 2019, ultimo anno pre-Covid, e un impatto economico di 250mila posti di lavoro messi a rischio; e 16.272 nel quarto trimestre, ai massimi dal 2013. Bnp Paribas ha indicato nei giorni scorsi 55.492 fallimenti, con un incremento dell'8,5% rispetto al 2019, confermando la forte crescita dell'ultimo trimestre (14.731, +20%). Le imprese francesi sono circa 4,2 milioni.

     

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    I dati sono il segno, secondo la Altares, di una nuova fase delle crisi aziendali. «Attività a ritmo dimezzato, un livello di vendita ancora elevato, tassi di interesse sempre alti, consumi che calano, formano un cocktail pericoloso per le imprese dalle tesorerie svuotate da una serie di crisi. Neanche i protagonisti più grandi sono risparmiati, trasferendo potenzialmente il rischio verso i loro fornitori e subcontraenti», ha spiegato Milton. Una situazione di «permacrisi», aggiunge l'economista evocando il neologismo inventato dal Sunday Times per descrivere una situazione di crisi permanente.

     

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    Più ottimisti, Alain Tourdjmann e Julien Laugier di Group Bcpe non nascondono l'emergere di alcuni segnali di allarme in dati apparentemente «favorevoli». Il Gruppo Bcpe stima così per il 2024 un ulteriore aumento dei fallimenti, fino a 62mila episodi con un incremento del 10% rispetto all'anno scorso. In particolare dovrebbero accelerare nel settore delle costruzioni, della ristorazione e dei servizi alle imprese, mentre potrebbero diminuire nel commercio al dettaglio, nell'agroalimentare e nei servizi ai privati.

     

     

    Stéphane Collac di Bnp Paribas collega gli aumenta al «ritorno a condizioni normali di attività post-Covid», che hanno colpito le aziende più giovani e tutte quelle che non hanno retto alla fine dei sostegni pubblici legati alla pandemia e all'aumento dei salari.

    Più in generale, ha pesato la riduzione della domanda.

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