Davide Bartoccini per www.ilgiornale.it
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Altro che bollini rossi sui grandi classici dell’animazione firmati Walt Disney come Dumbo (1941) e Peter Pan (1953); nel 1943 la casa di produzione di cartoni animati più famosa di sempre ispirò lo sviluppo di una delle bombe più potenti da impiegare durante il secondo conflitto mondiale.
Fu la reale marina britannica a prendere “spunto”, gli americani a sganciarli sugli obiettivi strategici di una Germania prossima alla sconfitta. E questa, è la storia.
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Non tutti sanno che durante la guerra la già rodata casa di produzione statunitense fondata nel 1923 da Walt e Roy Disney, e diventata famosa attraverso i Topolino (1928) e Paperino (1934), o per capolavori come Bianca neve e i sette nani (1937) e Pinocchio (1940), impegnò i suoi disegnatori nello sforzo bellico allo scopo di produrre film animati di propaganda come Der Fuehrer’s Face.
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Tra questi il più noto è forse "Victory Through Air Power": un film-documentario basato sul saggio dello stratega russo Alexander de Seversky, che raccontava l’importanza della “supremazia aerea” nei conflitti moderni e lo sviluppo graduale della tecnologia aeronautica in campo bellico. Ma come spesso accade, la fantasia investita per sensazionalizzare gli eventi finì per ispirare la realtà.
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Nel film animato, infatti, una delle bombe sganciate dagli aeroplani disegnati su carta sembrava capace di penetrare uno degli indistruttibili bunker in cemento armato dove erano custoditi i famigerati U-boot, i sommergibili che erano protetti dalle grandi installazioni costruite nei porti di St.Naire, Brest e La Rochelle.
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Un’arma del genere nel 1943, data di uscita del film, non esisteva. Le basi dei sommergibili nazisti, sebbene individuate dai ricognitori, risultavano impenetrabili alle bombe aeronautica convenzionali. Ma quando il capitano E. Terrell, ingegnere della Royal Navy, vide quel cartone animato, un colpo di genio attraversò le sua mente e lo indusse a sviluppare una bomba ad altissima penetrazione che sarebbe poi stata soprannominata "Disney Bomb", o Disney Swish.
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La bomba Disney era stata progettata per acquisire una grande velocità dopo lo sganciamento – sia per merito della sua particolare forma aerodinamica, sia perché era spinta dalla propulsione di un razzo – e per essere in grado di penetrare le pareti di cemento armato, che potevano misurare fino a 15 metri di spessore.
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La sezione anteriore era particolarmente acuminata, simile alla punta di un dardo. Ma tutto si basava sullo sfruttare l’approssimazione di Newton per profondità d’impatto, insieme l’equazione di Young, che nella loro combinazione supponevano che un proiettile “lungo e sottile” sarebbe stato capace di ottenere un potere di penetrazione maggiore.
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Queste bombe, a differenza delle altre, misuravano 5 metri di lunghezza, pesavano 2.000 chili (230 di carica esplosiva), ed erano appunto dotate di un razzo che faceva propulsore e si azionava automaticamente al momento dello sganciamento. Le bombe in questione venivano trasportate su piloni sub-alari, poiché nessun vano bombe dell’epoca era abbastanza capace da stiparle.
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Sebbene siano stati gli ingegneri della Royal Navy ad ideare l’arma, i bombardieri britannici dovettero cedere il passo per ragioni strutturali alla Forza Aerea Statunitense, che impiegò le “Disney bomb” sui B-17, le famose “fortezze volanti”. Completate e testate solo nell’ultimo anno del conflitto, le bombe Disney vennero impiegati in tre strike confermati, condotti tra il febbraio e l’aprile del 1945.
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I bombardieri americani attaccarono per primo lo Schnellbootbunker allestito presso la base navale di Jmuiden in Olanda; dove erano le scorte di siluri, le Schnellboote (motosiluranti) e si supponeva i sommergibili tascabili Biber. Il secondo obiettivo fu la base per sottomarini di Valentin, nei pressi di Brema. L’ultimo, una rete fortificata ad Amburgo. Nonostante la lungimiranza del progetto, furono poche le bombe Disney andate a segno secondo i rapporti ufficiali. Avevano funzionato meglio nei cinema per gli scopi propagandistici.
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Questo genere di arma, precorritrice insieme ad altre, come la bomba “Tallboy” o la “Gran Slam”, fu tuttavia la base per sviluppare armamenti ben più letali e affidabili, che consistono nello stesso identico concetto, e che a causa della loro dimensione, vengono ancora “trasportate” da velivoli speciali e di notevole stazza.
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È noto infatti che nel 2017 l’Aeronautica americana ha impiegato – per la prima volta in combattimento – la bomba più potente del suo arsenale non nucleare: la Moab, anche detta “la madre di tutte le bombe”. Sganciata per distruggere una rete di tunnel e bunker sotterranei usati dai jihadisti nella provincia di Nangahar, al confine con il Pakistan.
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La bomba venne trasportata su un bersaglio probabilmente da un Mc-130, velivolo quadrimotore ad elica per “operazioni speciali”: proprio come i bombardieri della seconda guerra mondiale; appositamente modificati per portare le bombe disegnate delle innocenti e allora meno forse progressiste matite della Walt Disney Productions.
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