Taxi: sciopero confermato, Bellanova tenta mediazione
fugge da milano a roma con il taxi
(ANSA) - Lo sciopero di 24 ore dei tassisti previsto con ritrovo e corteo a Roma il 5 e 6 luglio è confermato. Lunedì la vice ministra delle Infrastrutture e Trasporti Teresa Bellanova, su delega del governo, ha nuovamente convocato i sindacati per trovare una mediazione in extremis. I tassisti protestano contro l'articolo 10 del Ddl Concorrenza.
TASSISTI GLI INTOCCABILI
Francesco Grignetti per “la Stampa”
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Chi mette mano ai taxi, in questo Paese, rischia di restare folgorato. Manco fossero cavi dell'alta tensione. È una regola non scritta della politica. Ora ci prova il governo Draghi, che ha infilato una delega nel ddl Concorrenza che ha scatenato l'ansia della categoria. Tanto che martedì e mercoledì, salvo colpi di scena dell'ultim' ora, ci sarà uno sciopero di 48 ore dei conducenti delle auto bianche.
Ma anche stavolta i tassisti hanno trovato ascolto in Parlamento: da Fratelli d'Italia alla Lega, al Pd, a Leu, si moltiplicano gli emendamenti che vorrebbero chiuderla lì e rinviare la questione alla prossima Legislatura. Ne sono state presentati quaranta.
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Quantomeno si cerca di mettere paletti stringenti alla delega del governo, perché la parola «liberalizzazione» dalle parti delle auto di piazza fa davvero paura. Per il governo, è all'opera la viceministra alle Infrastrutture, Teresa Bellanova, renziana. Una che ha una coraggiosa storia di sindacalista alle spalle, a favore dei braccianti. E quindi molti pensavano che mai avrebbe favorito le multinazionali e le app.
Ma ora, dopo l'incontro avuto con le sigle sindacali dei tassisti di venerdì, Bellanova è guardata con sospetto. Dice Riccardo Cacchione, coordinatore del sindacato di estrema sinistra Usb: «Il Governo sembra voler andare avanti.
Lo sciopero rappresenterà un segnale forte. Potrebbero seguirne altri. Il servizio pubblico per natura stessa non può essere messo in concorrenza». Così non meraviglia se in odio al liberista Mario Draghi, si schiera a favore dei tassisti anche Giorgio Cremaschi, che viene dalla Cgil dura e pura. E se parla il sindacalista dell'Ugl, tanto, il tono non cambia.
UBER CONTRO TAXI
In verità ci sarà un tentativo di fermare lo sciopero in extremis. Dagli uffici della Bellanova potrebbe partire un invito a rivedersi lunedì e lì, forse, il governo potrebbe scoprire le carte. O almeno qualcuna. Ma non è detto che basti a placare gli animi.
Premesso che Draghi non accetterebbe di cancellare l'intera materia con un tratto di penna, dentro il governo si stanno studiando i diversi emendamenti dei partiti per capire un possibile punto di caduta. Di sicuro la maggioranza è d'accordo che i tassisti non possono essere trasformati in altrettanti «rider», e che le app delle multinazionali non possono diventare le nuove divinità sul lavoro. Ma poi qualcosa deve comunque succedere e necessariamente scontenterà qualcuno.
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C'è una legge del 2019 (governo Conte I) che aveva riscritto le regole, ad esempio, ma già è subentrata una sentenza della Corte costituzionale e la situazione è mutata: perciò gli arcinemici dei tassisti, i conducenti di Ncc, sono stati liberati dall'obbligo di tornare in rimessa quando una corsa è terminata, ma ciò significa che possono aspettare la corsa successiva in strada come un taxi qualsiasi?
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E poi, specie a Roma dove ci sono migliaia di conducenti Ncc che lavorano con licenze concesse da Comuni fuori provincia o addirittura fuori Regione, che fine faranno se si applicherà rigidamente la norma del 2019 che restringe il servizio Ncc alla propria provincia?
Il deputato Davide Gariglio, Pd, è uno convinto che la materia andrebbe affrontata qui e ora, senza rinviarla a una delega troppo aperta: «Potremmo trovare noi in Parlamento le soluzioni - dice - così da non rinviare ancora, e allo stesso tempo tranquillizzare una categoria che teme moltissimo che si dia carta bianca al governo».
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La partita, però, va molto al di là dell'annoso braccio di ferro tra queste due categorie di autisti perché nel settore ha fatto irruzione la modernità. Ora, per dire, i taxi devono garantire il pagamento con il Pos e c'è chi ancora accampa scuse. Manca il Registro informatico pubblico nazionale delle imprese titolari di licenza per il servizio taxi, come pure sarebbe previsto da tre anni; oppure il Foglio Elettronico di Servizio, che varrebbe invece per gli Ncc.
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E sullo sfondo c'è il fantasma di Uber o piattaforme simili. Un emendamento del partito di Bellanova, Italia viva, a firma delle deputate Raffaella Paita e Sara Moretto, prevede che si distingua tra soluzioni web molto diverse tra loro: una cosa è l'interconnessione con gli utenti, e che prevede la responsabilità diretta nel trasporto da parte dei vettori; altra cosa è l'intermediazione, dove l'intermediario non è responsabile.
roma sciopero dei taxi
Si appoggiano auna sentenza della Corte di giustizia Ue del 2020 (sulle piattaforme di pura intermediazione) e una legge del 1992 (sulle piattaforme che svolgono attività di trasporto in modalità aggregata). I tassisti temono in buona sostanza che dietro la spinta alla concorrenza, si nasconda una regolazione a favore delle piattaforme tecnologiche. E alla fine è davvero isolatissimo, chi, come +Europa, chiede «l'apertura del settore a servizi a forte contenuto tecnologico come le app, senza se e senza ma, allineando il Paese a quelli più avanzati».
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