Pierluigi Panza per www.corriere.it
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Cinquant’anni fa, nel 1972, veniva acquistato Palazzo Citterio per dar vita alla Grande Brera. Cinquant’anni dopo la Grande Brera non c’è e Palazzo Citterio è sempre chiuso anche dopo il controverso restauro realizzato con l’approvazione della soprintendenza, ma ritenuto inadeguato negli esiti dalla direzione di Brera e da membri della sua precedente direzione scientifica. Peggio.
Nel corso dei decenni, due delle quattro collezioni che si pensava potessero trovare casa a Palazzo Citterio se ne sono andate in trasferta: la collezione Jucker e la collezione Mattioli, donate a Brera (Stato italiano) saranno «temporaneamente» ospitate al museo del Novecento, di proprietà del Comune.
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Il testamento e le collezioni
Per lascito testamentario, infatti, incorre l’obbligo di esporre i pezzi e Brera lo ha fatto solo parzialmente con una struttura mobile all’interno delle sale senza dare alcuna stabilità espositiva ai pezzi in Palazzo Citterio.
Ora sembrano indirizzate verso la stessa sorte, ma addirittura a titolo definitivo, anche le altre due collezioni che i privati lasciarono a Brera, quelle Jesi e Vitali. Gli ex proprietari le lasciarono a Brera in quanto membro e presidente degli Amici di Brera, dunque con una precisa intenzione.
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Anche queste dovevano formare la Grande Brera, che sempre non c’è. Nel Cda e in seno al Comitato scientifico di Brera il direttore James Bradburne avrebbe avanzato proprio l’ipotesi di cederle al Comune, trovando divisi consiglieri e studiosi, ove ci si sarebbe invece aspettati una secca opposizione.
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Le divisioni nel Cda
Informazioni, che hanno necessità di conferma, vedrebbero, ad esempio, il consigliere di nomina statale Stefano Baia Curioni assai contrario mentre i consiglieri scientifici Giovanni Agosti e Stefano Zuffi forse più inclini a una apertura.
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Ma decisioni non sono ancora state prese. Certo, il Comune non disdegnerebbe tanto dono! Le collezioni dei coniugi Jesi e le opere appartenute a Lamberto e America Vitali annoverano pezzi di qualità raccolti dagli appassionati collezionisti nell’arco delle loro vite.
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Da Boccioni a Morandi e Modigliani
Fra essi spiccano capolavori del Novecento quali il Boccioni futurista, il Morandi metafisico e il Modigliani espressionista, così come ritratti di epoca romana dal Fayum e sculture di Arturo Martini.
Certo, per il visitatore l’importante è vederli, ma per Brera siamo di fronte a un’inquietante storia durata cinquant’anni della quale nemmeno si vede con chiarezza la fine: a cosa servirà Palazzo Citterio, attualmente chiuso, se ci si affranca dalle quattro più prestigiose collezioni che vi dovevano far parte?