Elena Meli per il “Corriere della Sera”
obeso
Dimagrire è spesso nella lista dei buoni propositi per l' autunno. Ma in genere non si va oltre l' immagine che ci rimanda lo specchio: vorremmo togliere i «rotolini» che abbiamo sempre sotto gli occhi, niente di più. Se però potessimo guardare sotto la pelle ci accorgeremmo che spesso gli accumuli di grasso li abbiamo pure dove non si vedono.
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A cominciare dal fegato. La steatosi epatica, la condizione in cui il fegato è infarcito di grasso è un problema che, secondo le stime, riguarda dal 25 al 30% della popolazione. Quasi un italiano su tre, indipendentemente dall' età (si veda l' articolo sotto), ha il fegato grasso e il nostro è uno dei Paesi in cui il rischio di un' impennata di questa condizione è più consistente: lo ha rivelato l' ultimo Hepahealth Project Report, un documento dell' European Association for the Study of the Liver (Easl) in cui si è fatto il punto sulla diffusione delle malattie epatiche in 35 Paesi di area europea.
tumore fegato
L' Italia è un sorvegliato speciale perché la diffusione dell' obesità è in aumento, soprattutto fra bambini e ragazzi e la steatosi epatica è legata a doppio filo proprio con i chili in eccesso. Per ora da noi la mortalità da fegato malato è più bassa rispetto a Paesi come il Regno Unito o l' Ungheria, ma se l' epidemia di obesità non sarà arginata gli esperti temono un boom di decessi per le nostre future generazioni.
«Per ogni incremento di un' unità dell' indice di massa corporea il rischio di andare incontro a steatosi epatica non alcolica (non associata al consumo di alcol, ndr) cresce dal 13 al 38%, per ogni centimetro di girovita in più la probabilità sale del 3-10%» si legge nel documento.
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Se non invertiamo la rotta, quindi, ci ritroveremo con fegati sempre più «fuori misura». E non è una buona notizia, come spiega Silvia Fargion, direttrice dell' unità di Medicina Interna ad Indirizzo Metabolico - Fondazione Irccs Ca' Granda Ospedale Maggiore di Milano: «Purtroppo molti pensano che avere il fegato grasso sia un problema di poco conto o un disturbo isolato.
In realtà è vero il contrario: si tratta innanzitutto di una malattia da non sottovalutare, perché l' accumulo di grasso può progredire provocando un' infiammazione dell' organo (steatoepatite, ndr) e poi ancora peggiorare verso la fibrosi e la cirrosi, che danneggia irrimediabilmente il fegato e apre la strada allo sviluppo del tumore epatico. Il quale, peraltro, in un elevato numero di questi pazienti può insorgere anche in assenza di cirrosi. Inoltre, il fegato grasso è un problema che va a braccetto con molti altri perché è una delle manifestazioni della sindrome metabolica».
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Questa condizione, diffusissima, si diagnostica quando sono presenti tre o più fattori di rischio fra sovrappeso od obesità, glicemia alta, pressione elevata, dislipidemia con valori sballati di colesterolo e trigliceridi; è indirettamente una delle prime cause di morte perché porta al diabete e alle complicanze dell' ipertensione.
La steatosi epatica è di fatto la manifestazione di questa sindrome a livello del fegato, anche se molti non lo sanno, ma è anche un campanello d' allarme che può precederla.
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«Se il grasso si accumula nel fegato viene per esempio favorita la comparsa di una resistenza all' insulina e quindi di diabete - puntualizza Anna Ludovica Fracanzani, docente di medicina interna dell' Università degli Studi di Milano -. Cresce anche il rischio di calcificazione delle coronarie e quindi di infarti e coronaropatie: nei pazienti con steatosi la prima causa di morte è un evento cardiovascolare come infarto o ictus, al secondo posto ci sono i tumori, al terzo cause epatiche».
tumore al fegato
«Attenzione però, anche chi è magro può non essere indenne dall' accumulo di grasso nel fegato: il 15-20% di chi ha steatosi epatica ha un indice di massa corporea normale - precisa Fargion -. In questi casi spesso è il girovita l' indizio-chiave: se è ampio è probabile che si sia accumulato grasso sul fegato. Nelle donne il pericolo inizia a salire dopo gli 80 cm e diventa elevato sopra gli 88, negli uomini l' allerta inizia a 94 cm ed è massima oltre i 102. Il girovita allargato riflette il deposito di grasso non solo nel fegato ma anche a livello viscerale, sugli altri organi: è l' accumulo più temibile, perciò si ritiene che la circonferenza addominale indichi l' eccesso di grasso meglio dell' indice di massa corporea. Chi ha il girovita largo o uno qualsiasi degli elementi della sindrome metabolica dovrebbe sottoporsi a un' ecografia al fegato, test semplice ma indispensabile per la diagnosi; anche i diabetici dovrebbero sempre farla, perché spesso hanno gli esami degli enzimi epatici nella norma ma l' organo è già in sofferenza. Purtroppo la consapevolezza dei danni da grasso accumulato sul fegato è scarsa, in più la steatosi epatica non dà sintomi: il fegato "soffre in silenzio" e si fa sentire soltanto quando è molto compromesso, così molti ignorano di avere problemi per troppo tempo», conclude Silvia Fargion.
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