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    ALTRO CHE TONGA, L’ITALIA È UN CAMPO MINATO! - NEL NOSTRO PAESE SI TROVA IL PIÙ GRANDE VULCANO SOTTOMARINO DELL'EUROPA, IL MARSILI, CHE SI TROVA TRA PALERMO E NAPOLI – “SI TRATTA DI UN VULCANO DI NOTEVOLI DIMENSIONI. MA NON ABBIAMO UN SISTEMA DI MONITORAGGIO SOTTOMARINO CHE CI PERMETTA DI COMPRENDERNE L'ATTIVITÀ E IL LIVELLO DI ESPLOSIVITÀ, CHE DIPENDE DA…”


     
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    vulcani in italia vulcani in italia

    Massimo Sideri per il "Corriere della Sera"

     

    Esistono nel mondo altri vulcani come l'Hunga Tonga-Hunga Ha' apai che ha causato il disastro delle isole Tonga? La risposta, pur essendo affermativa, non è immediata perché i vulcani sottomarini sono giganti nascosti, spesso discreti, almeno fino a quando non decidono di uscire dall'anonimato. E anche quando si mostrano sono difficili da monitorare, come nel caso del più grande vulcano sottomarino dell'Europa e dell'area del Mediterraneo, il Marsili, che si trova nell'asse tra Palermo e Napoli ed è stato scoperto solo tra le due guerre mondiali. 

     

    VULCANO MARSILI VULCANO MARSILI

    «Sulla Terra - spiega l'accademico dei Lincei e presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni - vi sono in media sempre 40-50 vulcani attivi. Non abbiamo ancora informazioni dirette e diffuse dei vulcani attivi sottomarini, specie se non emergono dal livello del mare con materiale esplosivo o effusivo. Sappiamo che il fondo dell'Oceano Pacifico è costellato da migliaia di vulcani, ma ne conosciamo solo una piccola parte. I vulcani sottomarini sul lato occidentale del Pacifico sono legati alla subduzione, la discesa della litosfera, il guscio esterno della Terra spesso circa 100 km, dentro il mantello terrestre». 

     

    Per la Nasa l'esplosione del vulcano è stata 500 volte più potente di Hiroshima. Come si arriva alla stima? 

    eruzione a tonga 6 eruzione a tonga 6

    «I terremoti vengono classificati in funzione della loro magnitudo: più grande è la magnitudo, più alta è l'energia sprigionata, maggiore e più lungo è lo scuotimento del suolo e quindi i danni conseguenti. Le eruzioni possono essere invece classificate in base ai volumi che vengono eruttati tramite l'indice di esplosività (Volcanic Explosive Index, VEI) che quantifica i volumi emessi durante l'eruzione. L'eruzione dell'Hunga Tonga-Hunga Ha' apai del 15 gennaio scorso ha avuto un VEI di circa 5, cioè tra 1 e 10 km cubici di materiale piroclastico e lava. Come riferimento, l'eruzione del vulcano indonesiano Tambora nel 1815 ha avuto un VEI 7, cioè con oltre 100 km cubici di materiale espulso». 

    VULCANO MARSILI VULCANO MARSILI

     

    E il Marsili nel Tirreno? Qual è la sua condizione? 

    «In Giappone vi sono circa cento vulcani attivi legati alla subduzione. In Italia abbiamo dieci vulcani che consideriamo attivi. Il Marsili è un vulcano di notevoli dimensioni, ma non abbiamo un sistema di monitoraggio sottomarino che ci permetta di comprenderne appieno l'attività, e nemmeno il livello di esplosività che dipende appunto dalla chimica dei suoi magmi. Abbiamo comunque diversi vulcani subaerei per i quali dobbiamo prestare la massima attenzione, specie quelli legati alla subduzione perché più esplosivi, come il Vesuvio, i Campi Flegrei, Ischia, Stromboli e Vulcano. Per quelli sottomarini, come il Palinuro e altri, l'Ingv è sempre impegnato in campagne per la loro migliore sorveglianza». 

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    Esiste una relazione tra i cambiamenti climatici e gli eventi geologici della Terra? 

    «Le eruzioni del Tambora o del Krakatoa (1883) portarono anidride solforosa e ceneri nella stratosfera, cioè oltre i 10-20 km di altezza, quel livello dell'atmosfera dove non ci sono nuvole e pioggia in grado di portare al suolo le emissioni vulcaniche: si forma così un aerosol che disperde attorno al globo una sorta di nebbia che trattiene una piccola parte della radiazione, quanto basta a diminuire leggermente la temperatura del pianeta. 

     

    Nei 15 mesi successivi all'eruzione del Pinatubo nel 1991 fu misurato un abbassamento medio della temperatura globale di circa 0,6 gradi centigradi. Quindi, sì, i vulcani possono certamente modificare il clima e nella storia della Terra questo è successo molte volte. Nel Cretaceo, tra 145 e 66 milioni di anni fa, il vulcanismo terrestre è stato particolarmente intenso e una interpretazione della grande estinzione di massa alla fine di questo periodo (tra cui anche i dinosauri) è interpretabile come un effetto del raffreddamento conseguente dell'atmosfera terrestre. 

    VULCANI SOTTOMARINI VULCANI SOTTOMARINI

     

    Tuttavia, le eruzioni che stiamo vivendo sono effimere e non illudiamoci che siano in grado di contrastare il riscaldamento globale che stiamo vivendo come conseguenza dell'immissione antropica in atmosfera di gas serra».

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