Laura Larcan Francesco Pacifico per "il Messaggero"
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Altro che vacanze romane se gli inglesi snobbano del tutto la Città eterna. Come a dire che il fair play, anche sul fronte turistico, s' è fermato al canale della Manica. Già perché la sconfitta sul prato dello stadio londinese di Wembley continua a bruciare per il grande pubblico dei tifosi della nazionale inglese con la conseguenza più inaspettata: il taglio delle prenotazioni per Roma.
A 72 ore dagli ultimi performanti rigori che hanno consegnato il trionfo all'Italia negli Europei di calcio, ecco che si registrano fior di disdette in casa romana. A farne le spese, gli alberghi della Capitale che hanno dovuto incassare già (i dati sono di ieri) circa 300 disdette repentine, con un calo del 40% degli arrivi.
Dall'oggi al domani. O meglio, dall'alzata di Coppa di capitan Chiellini e mister parata Donnarumma. Una svolta al negativo che si è intensifica nelle ultime ore, mentre i campioni d'Italia festeggiavano tra trofie ai funghi porcini, pesce e Brunello di Montalcino.
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Un problema non da poco per il sistema ricettivo della città che vede nel fronte della Gran Bretagna una fetta importante di viaggiatori, rappresentando il terzo mercato nell'economia turistica della città d'arte con mezzo milione di presenze all'anno, che si traducono soltanto per gli alberghi in entrate pari a 10 milioni di euro. In tempi pre-Covid.
TIMORI E RABBIA Racconta Roberto Necci, vicepresidente della Federalberghi: «Già nei giorni in cui sono scoppiate le polemiche per il match tra Inghilterra e Ucraina all'Olimpico, abbiamo visto annullate circa 3mila prenotazioni. Un trend che è diventato ancora più evidente da lunedì mattina, dopo la vittoria azzurra, con ulteriori cancellazioni».
Tra i motivi pesano anche l'obbligo di quarantena all'arrivo e alla partenza, i timori durante i giorni per gli Europei per i rischi di contagio da variante Delta che è da settimane è già prevalente nel Regno Unito, le polemiche che sono seguite al match di Wembley tra Italia e Inghilterra.
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«Nessuno di noi - aggiunge Necci - prende sotto gamba i rischi sanitari, ma la questione è stata gestita male, almeno in termini di comunicazione. E non soltanto perché quello inglese è un mercato importante per noi: in questa fase non possiamo permetterci ulteriori battute d'arresto, anche perché con le riaperture le camere occupate sono aumentate appena del 2 per cento».
Ma poi c'è l'effetto Donnarumma: «Alcuni clienti raccontano gli operatori ci hanno detto che non se la sentivano più di venire in Italia, dove sarebbero stati oggetti di sfottò per la finale persa». E sì che comunque gli Europei di calcio avevano riservato una fievole boccata d'ossigeno ad un'impresa romana, quella alberghiera, già piegata duramente dagli effetti della pandemia.
Basti solo considerare, come ricorda il presidente di Federalberghi Roberto Roscioli, che a Roma su 1200 strutture ricettive complessive, hanno riaperto solo in 600. La metà. Una situazione che sembra destinata a non cambiare almeno fino a marzo 2022. «L'evento sportivo, nelle ultime settimane, ha innescato qualche effetto positivo, seppur minimo - spiega Roscioli - In alcune strutture abbiamo registrato oltre il 10% di occupazione tra squadre, staff, giornalisti in trasferta, famiglie al seguito. Purtroppo il tempo resta poco, una media di due giorni».
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LE AGENZIE Ora invece tra disfatta, polemiche social, scivoloni diplomatici, il cambio di rotta. «Alcuni tour inglesi sono stati annullati all'ultimo momento», commentano agenzie e tour operator. Il turismo a Roma, d'altronde, sta ripartendo in modalità slow. Come il caso dei tedeschi: «Nelle ultime settimane le guide turistiche che lavorano con clienti tedeschi e anglosassoni hanno notato una netta diminuzione - riflette Isabella Ruggiero presidente dell'Agtar, l'associazione delle guide turistiche abilitate di Roma - soprattutto perché i media stanno facendo una campagna di comunicazione sui rischi di una prossima ondata». E se devono scegliere, optano per altre mete.
La sconfitta contro l'Italia brucia (ancora) troppo. Roscioli aggiunge: « Da settembre si può parlare forse di ripresa. Abbiamo già prenotazioni e rivediamo i nomi stranieri». Europei e americani, ça va sans dire. Quanto agli inglesi? Bisogna aspettare che si rimargini la ferita di Wembley.
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