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    CONCORRENZA, MEGLIO SENZA – AMAZON E APPLE FINISCONO (DI NUOVO) NEL MIRINO DELL’ANTITRUST: IERI GLI ISPETTORI DELL’AUTORITÀ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO HANNO FATTO VISITA ALLE SEDI ITALIANE DEI COLOSSI TECH. CHE SI SONO MESSI D’ACCORDO PER RIMUOVERE DA AMAZON I RIVENDITORI NON AUTORIZZATI. CIOÈ QUELLI CHE VENDEVANO IPHONE E CUFFIE BEATS SENZA AVER SOTTOSCRITTO IL PROGRAMMA UFFICIALE DELLA MELA, CHE VINCOLA SUI PREZZI…


     
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    Francesco Malfetano per “il Messaggero”

     

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    L'Antitrust contro Apple e Amazon per le limitazioni ai rivenditori non ufficiali. Ieri gli ispettori dell'authority hanno fatto visita alle sedi italiane dei due colossi tech come primo atto dovuto dopo l'apertura di un'istruttoria. Come si legge in una nota, «ai sensi dell'art. 101 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea», l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) vuole accertare se le aziende abbiano messo in atto o meno un'intesa restrittiva che ha danneggiato la concorrenza ed in particolare i rivenditori di elettronica non aderenti al programma ufficiale di Cupertino, sede californiana della Apple.

     

    I RIVENDITORI

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    In pratica i due giganti potrebbero aver negato la vendita di prodotti a marchio Apple e Beats - azienda che produce cuffie e dispositivi audio acquisita dalla Mela morsicata nel 2014 - ad alcuni operatori della distribuzione attivi sulla piattaforma di e-commerce. Vale a dire a soggetti che, di norma, acquistano legittimamente dispositivi e apparecchiature dai grossisti per poi rivenderli al dettaglio.

     

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    Secondo quanto scrive l'authority, facendo seguito ad un accordo preso tra le aziende nel 2018, Amazon a partire dal 2019 ha rimosso dalla sua rivendita web italiana tutti quei venditori di prodotti Apple e Beats che non avevano sottoscritto il programma ufficiale della Mela morsicata.

     

    Un'esclusione che era stata segnalata all'Antitrust lo scorso anno proprio da uno di questi rivenditori non autorizzati che se fino a quel momento aveva potuto vendere i dispositivi tech di Cupertino, era poi stato escluso dalla piattaforma.

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    Tuttavia per l'Antitrust, questo «accordo per escludere dal marketplace alcuni soggetti» appare «potenzialmente idoneo» a ridurre la concorrenza per l'innalzamento di barriere allo sbocco dei mercati della vendita on line a danno dei rivenditori non ufficiali, costituiti solitamente da piccole e medie imprese che effettuano appunto vendite sul web utilizzando i servizi di marketplace.

     

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    Non solo, stando alla tesi dell'Agcm, che nella nota sottolinea come proprio Amazon e Apple rappresentino i due principali soggetti per valore di vendite online nel comparto elettronica e media in Italia, un'eventuale intesa di questo tipo avrebbe penalizzato anche i consumatori.

     

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    «Con la diminuzione di rivenditori attivi nel canale online - continua il testo diffuso ieri - potrebbe far calare gli incentivi a competere efficacemente sui prezzi dei prodotti Apple e Beats, con evidenti effetti negativi per i consumatori e per le imprese». Soprattutto in questo periodo in cui, a causa del lockdown imposto in funzione antiCovid19, il commercio digitale è esploso.

     

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     Tale accordo infatti «appare avere effetti preclusivi ancor più gravi ove si consideri il contesto di mercato attuale, in cui il ricorso al commercio elettronico e agli acquisti a distanza è divenuto fondamentale» precisa l'authority. Per il momento Cupertino o la sua propaggine italiana hanno preferito non rilasciare commenti ufficiali rispetto all'indagine aperta dall'Antitrust

     

     

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