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    AMBASCIATOR PORTA PENE - INCREDIBILE AMMUCCHIATA NELLA SEDE DIPLOMATICA DELL’HONDURAS A BOGOTÀ, IN COLOMBIA - DECINE DI PROSTITUTE SVESTITE E UBRIACHE, INCAZZATE PER NON AVER RICEVUTO IL COMPENSO PATTUITO, HANNO DEVASTATO L’EDIFICIO, DEFECANDO SULLA SCRIVANIA DELL’AMBASCIATORE E DELL’ADDETTO MILITARE - IL FESTINO ERA STATO ORGANIZZATO, COME TANTE ALTRE VOLTE, DAL BODYGUARD DEL DIPLOMATICO HONDUREGNO...


     
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    Paolo Manzo per "la Stampa"

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    In Honduras sui giornali e in televisione in queste ore non si parla d'altro e l'hanno già ribattezzata l'«ambasciata del sesso» o, senza bisogno di traduzioni, il «puta party». Lo scandalo a base di sesso e prostitute svelato in esclusiva dal giornale nazionale El Heraldo ha travolto la massima sede diplomatica honduregna a Bogotá, capitale della Colombia, al punto che Carlos Rodríguez Andino, l'ambasciatore, è stato richiamato seduta stante in patria su richiesta espressa del suo ministro degli Esteri.

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    L'ultima «orgia diplomatica», organizzata lo scorso 20 dicembre da Jorge Mendoza, il «body guard» della feluca Rodríguez Andino nei locali della «caliente» ambasciata honduregna non è infatti passata inosservata, a differenza delle tante precedenti. Questa volta decine di prostitute, ubriache e seminude, hanno letteralmente devastato l'edificio dopo avere fatto incetta di cellulari e notebook dei presenti e non prima di avere defecato sia nella stanza dell'ambasciatore che sulla scrivania personale dell'addetto militare, il colonnello Sérgio Gómez.

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    L'ira delle lucciole, a detta della stampa, sarebbe scoppiata a causa del prezzo pattuito nel quartiere a luci rosse di Bogotá da Mendoza e dai suoi amici e che, poi, gli assai poco diplomatici e brillanti clienti si sarebbero rifiutati di pagare. A quel punto le prostitute colombiane, complice lo champagne e nonostante l'ambiente extra-lusso, hanno fatto esplodere tutta la loro rabbia e, perso ogni freno inibitorio, sotto l'occhio basito dei brilli ospiti dell'ambasciata honduregna, hanno preso d'assalto il locale.

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    Insomma il patatrac, con Mendoza ed una manciata di diplomatici honduregni improvvisamente resi tirchi dai fumi di alcol e cocaina, e le lucciole letteralmente fuori di senno per non avere intascato quanto richiesto. E così il festino a luci rosse, il «puta party» tra urla, sesso, droga e rock and roll, andato avanti dalle dieci di sera del 20 dicembre fino alle 5 del mattino successivo, ha attirato l'attenzione sia dei vicini che della polizia colombiana, chiamata sul posto ma non intervenuta.

    «Si trattava di affari interni dell'Honduras con relativi danni causati da un uomo di fiducia dell'ambasciatore», spiega con il sorriso sulle labbra il sergente Milson Perdomo, comandante della caserma 39 di Bogotá. Difficile immaginarsi la sorpresa dell'addetto militare Sérgio Gómez e degli altri dipendenti quando, la mattina dopo, nei loro uffici si sono trovati la devastazione, con preservativi sparsi ovunque e Mendoza ubriaco fradicio su un divano.

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    «Per motivi di sicurezza nazionale e per rispetto del Paese che ci ospita, la Colombia, abbiamo deciso di ritirare il nostro ambasciatore», ha fatto sapere l'altroieri il ministero degli Esteri di Tegucigalpa dopo un'indagine interna che ha appurato le gravi e reiterate responsabilità del factotum «guardia del corpo» dell'ambasciatore Rodríguez Andino. Che, contro ogni regola, gli aveva dato le chiavi della sede diplomatica.

    Secondo molti testimoni, infatti, già in occasioni precedenti Mendoza aveva trasformato in lupanare la sede della sua ambasciata a Bogotá. Il quotidiano honduregno El Heraldo ha intervistato una serie di persone che lavorano nei pressi della sede diplomatica e che hanno confermato come fosse «prassi comune l'entrata di donne in desabillé in ambasciata, soprattutto in questi ultimi caldi fine settimana».

     

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