Maria Giovanna Maglie per Dagospia
mueller russiagate
Che sia una frase chiave quella pronunciata da Robert Mueller al Dipartimento di Giustizia prima di dimettersi e scomparire definitivamente dalla scena politica, lo può scrivere solo il New York Times o il Washington Post, e in Italia la Repubblica o la Stampa. Poi in tanti ripetono come dei pappagallini obbedienti. La frase sarebbe la seguente: «Se avessimo avuto la certezza che il presidente chiaramente non aveva commesso un crimine, lo avremmo detto».
donald trump putin
Così avrebbe riaperto la porta all’impeachement di Trump. O così è uscito dalla comune. Con che faccia volete che si presentasse infatti l'ex procuratore generale a dare ancora una mano ai democratici che sognano l'impeachment come unico strumento per eliminare Trump prima di una quasi scontata rielezione nel 2020?
Mueller ha speso più di 34 milioni di dollari e compilato un rapporto di 450 pagine in cui è stato obbligato a dire al popolo americano che il presidente non può in alcun modo essere accusato di ostruzione alla giustizia, anzitutto perché, non essendo in alcun modo stata dimostrata la collusione con la Russia, il complotto, l'aiutino per essere eletto, non c'era proprio niente da coprire o ostruire.
mueller russiagate 1
Lo show aveva più del disperato che del pericoloso, anche perché lui sembrava proprio tirato per la giacchetta, e guardate che ormai cominciano a uscire in modo completo e spietato le ricostruzioni su chi davvero abbia armato il complotto, tentato la collusione con la Russia, ostruito la giustizia, e hanno nomi illustri, e partono da Barack Obama e Hillary Clinton per scendere a pezzi del governo e dell'FBI. Parola d'ordine " Hillary deve essere il presidente, costi quel che costi, anche la fine del sistema Democratico migliore al mondo". Ma il sistema ha combattuto.
Leggere per credere l'inchiesta appena pubblicata da ZeroHedge. I lettori di questa rubrica sul Dagospia non ci troveranno nulla di nuovo ma è comunque un report impressionante."Colluders, Obstructionists, Leakers, And Other Projectionists". https://www.zerohedge.com/news/2019-05-27/colluders-obstructionists-leakers-and-other-projectionists
maria giovanna maglie 3
Come, da quello che è sempre più scopertamente un complotto tutto democratico, derivi ancora oggi la faccia tosta di esponenti di quel partito a caccia di accuse e di pretesti di impeachment del presidente, è tema che attiene alla doppia morale della sinistra in tutto il mondo.
Ed è un trauma che si trascina dal 2016. Ve lo ricordate la mattina delle elezioni il titolo del New York times? Clinton 92, Trump 8, inteso come possibilità percentuali di vittoria. Da allora hanno raccontato tante bugie ancora dopo essere riusciti a mettere in piedi l'inchiesta di un procuratore speciale Che Mueller stava “stringendo il cerchio attorno a Trump”, che la “pistola fumante” era questione di giorni. L''inchiesta è stata trascinata per mesi e mesi, e quando è finita, giù accuse al nuovo Attorney General William Barr, che nella sua lettera al Congresso sulle conclusioni dell’inchiesta avrebbe imbrogliato, omettendo dettagli particolari incriminanti il presidente. Ma quali dettagli, quali incriminazioni, se dall'inchiesta non è uscito niente.
donald trump
Naturalmente che non sia uscito niente voi non lo sapete dai giornali dalle televisioni italiane, e anche se siete anglofili, non lo sapete da buona parte dei giornali e dalle televisioni americane.
Un po' come con quelle intercettazioni che in Italia le procure sganciano direttamente a giornalisti amici e che celebrano processi ed emettono sentenze extra tribunale, la storia della collusione tra la campagna Trump e i russi è stata messa in giro dal Federal Bureau of Investigation costruendo il terreno fertile per l'apertura di una inchiesta con procuratore speciale che avrebbe dovuto fornire il pretesto a sua volta per aprire una procedura di impeachment del presidente. Ma non ci vuole la maggioranza anche al Senato oltre che al Congresso per ottenere una procedura simile? I complottisti speravano grazie a una campagna continua di fango di ottenere Camera e Senato al midterm.
ROBERT MUELLER
I due capi di imputazione agitati erano collusione e ostruzione alla giustizia. La prima è esclusa per sempre perché anche se ci sono stati incontri tra le due parti, non c'è stato invece alcun accordo e nemmeno nessun progetto in comune, che non sia la normale curiosità di campagna elettorale r il tentativo di verificare se ti portano qualche prova utile per far fuori l'avversario. Business as usual, conclusioni dell'inchiesta sono chiare. Meno chiare sono quelle sull’ostruzione alla giustizia. Su questa ambiguità si è costruita anche l'audizione di ieri di Mueller.
OBAMA HILLARY CLINTON
“Se dopo la nostra attenta analisi dei fatti fossimo convinti che il presidente non abbia ostacolato la giustizia, lo diremmo. Sulla base dei fatti e delle leggi, non possiamo arrivare a questa conclusione. Di conseguenza, per quanto questo rapporto non concluda che il presidente ha commesso un reato, non lo esonera nemmeno”.
Ma che significa? Significa che in questo caso viene rovesciato il famoso onere della prova che vuole che se non riesci a scoprire chi è il colpevole vuol dire che non colpevole, quindi innocente. E se per scoprire la colpevolezza che hai avuto a disposizione i soldi i mesi e le persone del consigliere speciale, e ci sei riuscito, impossibile credere che qualcosa sia rimasto non indagato. Mueller sostiene che Trump ha tentato di usare la sua influenza per fermare l'inchiesta ma non ha mai usato i suoi poteri per chiuderla, e questo è il fatto dirimente.
maria giovanna maglie 1
Ha fornito i documenti richiesti, ha mandato a deporre i testimoni convocati. Aver licenziato il direttore del FBI fa parte delle sue prerogative.
Tornando al cerchio che si chiude infine, se non c'è confusione cosa c'è da ostruire? come dice Donald Trump, inchiesta chiusa e Thank you. Invece vedrete che continua ancora, sarà una campagna per il 2020 di fango e isteria senza fine. Tanto più debole quanto più Trump è forte.
OBAMA CLINTON MARIA GIOVANNA MAGLIE A UN GIORNO DA PECORA