PARAMOUNT VIETA NEI CINEMA “TEAM AMERICA” CHE DOVEVA SOSTITUIRE “THE INTERVIEW”
VIDEO - SETH ROGEN E JAMES FRANCO IN “THE INTERVIEW”
VIDEO - IL PUPAZZO DI KIM JONG-UN IN “TEAM AMERICA”
VIDEO - KIM JONG-UN E HANS BLIX, ISPETTORE DELLE NAZIONI UNITE PER IL NUCLEARE, IN “TEAM AMERICA”
1. IMPEDITA LA PROIEZIONE DI “TEAM AMERICA”, IL FILM DI CREATORI DI “SOUTH PARK” CON IL PUPAZZO DI KIM JONG-UN
the interview
La Paramount Pictures, la più grande casa cinematografica degli Stati Uniti, vieta la riproduzione di “Team America” nei cinema americani, che in alcune sale della catena Capitol Theatre doveva sostituire quella di “The Interview”, il film della Sony sull’assassinio di Kim Jong-un, ritirato prima dell’uscita nei cinema americani e internazionali.
La Paramount non ha spiegato il perché di tale divieto. La commedia satirica in stop-motion “Team America” uscita nel 2004, diretta dai creatori di South Park Trey Parker e Matt Stone, è una caricatura del padre dell’attuale leader della Corea del Nord, Kim Jong-il.
steve carell
In “The Interview” Seth Rogen e James Franco interpretano due personaggi televisivi che si recano da Kim Jong-un per intervistarlo. Ma in realtà vengono ingaggiati dalla CIA per assassinarlo.
Secondo alcune fonti, Sony avrebbe bloccato l’uscita di “the Interview” dopo una minaccia da parte di hacker di un attacco stile 11 settembre in tutti i cinema che avrebbero proiettato il film. Molte star di Hollywood hanno reagito con rabbia, “abbiamo lasciato vincere gli hacker” e “le azioni della Sony segnano un enorme passo indietro per la libertà di espressione”.
2. CANCELLATO IL THRILLER DI GORE VERBINSKI CON STEVE CARELL AMBIENTATO IN COREA DEL NORD
Rosario per www.tvblog.it
obama come kim jong un
Dopo aver sorpreso e convinto in Foxcatcher, Steve Carell dovrà aspettare ancora: 20th Century Fox e New Regency hanno infatti cancellato il thriller che vedeva l'attore protagonista. Ne avevamo parlato a ottobre citando i nuovi progetti in cantiere per Gore Verbinski, regista che avrebbe dovuto occuparsi della nuova pellicola con Carell. Pochi dettagli, aggiornati nel corso delle settimane con le informazioni legate al tipo di thriller, con elementi paranoici.
kim jong un
Dopo la cancellazione, vengono fuori ulteriori dettagli coi quali sembrerebbe spiegarsi la decisione: secondo quanto riporta Deadline, il film sarebbe dovuto infatti essere ambientato in Corea del Nord, nazione di questi tempi poco amichevole nei confronti del cinema americano: è infatti di queste ore la notizia della cancellazione di The Interview dalle sale, dove probabilmente l'opera con Seth Rogen e James Franco non arriverà mai.
kim jong un floppy
Il motivo sembra dunque chiaramente quello di evitare ripercussioni anche per questa nuova pellicola, dopo l'attacco hacker a Sony e le minacce di terrorismo degli ultimi giorni. Non è ancora chiaro perché l'ambientazione non possa essere semplicemente cambiata con un altro luogo, ma la cosa fa pensare che come The Interview anche questo thriller potesse includere elementi legati all'attuale governo nordcoreano.
Ricordiamo che quest'ultimo sarebbe, secondo le ultime notizie in arrivo dall'America, collegato all'attacco ai danni di Sony.
LA REAZIONE DI GORE VERBINSKI
Dopo l'annuncio della cancellazione del film, Deadline ha raccolto le parole di Gore Verbinski, a conferma dei motivi dietro la decisione (con un pizzico di - secondo noi giusta - polemica):
kim jong il team america
"Andiamo subito al sodo: ieri mi è stato detto da New Regency e Fox che Fox non avrebbe più distribuito il film. Prima di questo, il film aveva avuto via libera ed era stato completamente coperto economicamente da New Regency con Fox alla distribuzione. Mi è stato detto senza esitazioni che in base alla situazione presso Sony, Fox ha deciso di non distribuire il film. Senza un distributore, New Regency è stata costretta a cancellare il film.
Il mio pensiero: trovo ironico che la paura stia eliminando la possibilità di raccontare storie che dipingano la nostra abilità di sconfiggere la paura."
3. WASHINGTON ACCUSA PYONGYANG MA CEDE ALLE SUE CONDIZIONI
Mattia Ferraresi per “il Foglio”
kim jong il in team america
L’intelligence americana ha determinato che la Corea del nord è responsabile del devastante attacco cibernetico alla Sony del gruppo “Guardians of Peace”, ritorsione contro la commedia “The Interview” con Seth Rogen e James Franco. Per il momento alcuni funzionari del governo hanno confermato in forma anonima la notizia al New York Times e altri media, e la Casa Bianca sta valutando un annuncio ufficiale, che potrebbe essere imminente.
Un portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale ha detto che “il governo sta considerando una serie di opzioni in risposta” all’attacco nordcoreano. Mercoledì sera il grandioso saccheggio dei server di una compagnia privata – un mare di dati rubato e riversato in rete, con danni economici, di sicurezza e gli imbarazzi che ne conseguono – ha preso le sembianze di una crisi internazionale.
james franco sul cesso
Quando dai furti gli hacker sono passati alle minacce (“il mondo sarà pieno di terrore” è comparso sugli schermi degli impiegati della Sony, assieme a inquietanti riferimenti all’11 settembre) la Sony ha cancellato l’uscita del film nelle sale americane, previsto per il giorno di Natale, e una diffusione posticipata “non è in programma”.
In quel momento la Casa Bianca ha deciso di mandare un segnale, accusando il regime di Pyongyang. I coreani negano di essere i responsabili dell’attacco informatico, ma un portavoce ammette che “potrebbe essere la giusta azione di supporter e simpatizzanti della Repubblica democratica di Corea”, che aveva chiesto il ritiro del film, giudicato un “atto di guerra”.
Una trama in cui due giornalisti assoldati della Cia complottano per assassinare il tiranno Kim Jong-un, che alla fine viene ucciso e la sua testa esplode in un tripudio di dittatoriali lapilli, non è esattamente la più apprezzata dai critici cinematografici nordcoreani.
il finto kim jong un in the interview
Le mail rubate mostrano anche che il controverso finale era stato sottoposto a diversi funzionari del dipartimento di stato, i quali non avevano sollevato particolari obiezioni. I capi della Sony in America avevano intuito il potenziale dramma diplomatico e per mesi hanno cercato di far cambiare idea a Rogen; anche il ceo della Sony in Giappone, Kazuo Hirai, è intervenuto personalmente ottenendo dal regista una piccola variazione del finale: nell’ultima versione, la testa di Kim Jong-un non esplode, limitandosi a bruciare. Non abbastanza per i minacciosi hacker che la Casa Bianca riconduce direttamente a Pyongyang. Così la Sony ha deciso di cedere.
La decisione ha suscitato reazioni furibonde a Washington. Il senatore John McCain dice che la decisione di Sony “nasce dall’incapacità della Casa Bianca di affrontare adeguatamente le armi cibernetiche usate dai nostri nemici” e per l’ex speaker della Camera Newt Gingrich è “la prima guerra cibernetica che l’America perde”. L’intellettuale neoconservatore Bill Kristol dice che “la resa alla Corea del nord è un momento storico, molto più significativo dell’annuncio di Obama su Cuba”.
gore verbinski doveva dirigere un film su pyongyang
Nel 1940, ricorda Kristol, milioni di americani sono andati al cinema a vedere “Il grande dittatore” di Charlie Chaplin, film che sbeffeggiava il più potente dittatore del mondo. “Nel 2014 una casa di produzione cancella la diffusione di un film per le minacce terroristiche di un piccolo dittatore, benché totalitario e malvagio, che governa una nazione debole e decrepita”.
Il giurista Alan Dershowitz ha usato un’analogia storica se possibile ancora più dura: “E’ la Pearl Harbor del Primo emendamento”. Le manovre – per ora ufficiose – della Casa Bianca sembrano aggravare lo scenario.
sony hack the interview 9
Accusare direttamente la Corea del nord dell’attacco carica la decisione di Sony di un significato politico: non è soltanto un’azienda che decide di non commercializzare un prodotto per cautelarsi dopo una pesante serie di minacce, è la più grande democrazia del mondo, edificata sulla libertà di espressione, che accetta le condizioni imposte dal tiranno più paranoico del mondo.
sony hack the interview 8
Il tutto nello stesso giorno in cui Obama ha teso la mano a Cuba, normalizzando le relazioni diplomatiche con uno scambio di prigionieri ma senza incassare alcun impegno di riforma da parte del regime castrista.
I repubblicani erano già furiosi per il “pericoloso precedente” quando è arrivata la notizia del ritiro di “The Interview”, che certo la Sony non avrà preso senza consultare l’Amministrazione. Il New York Post, tabloid conservatore, ha avuto gioco facile a mettere in copertina il parallelo: sopra un Obama in versione Fidel, con cappello e sigaro; sotto il sorriso raggelante del dittatore nordcoreano. Titolo: Kim Jong Won. Per molti americani la commedia ritirata dal commercio è un pericoloso caso di autocensura, una concessione alla paura, una capitolazione della libertà.
sony hack the interview 7