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    AMICIZIE PERICOLOSE - GLI STRANI ATTOVAGLIAMENTI DEL SOSTITUTO PROCURATORE DI MILANO FERDINANDO ESPOSITO - PRIMA FECE SCALPORE LA SUA CENA TÊTE-À-TÊTE CON NICOLE MINETTI, ORA L'AVVOCATO VINCENZO MINASI, ACCUSATO DI CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZINE MAFIOSA, RACCONTA DELL'AMICIZIA DEL PM CON GIULIO GIUSEPPE LAMPADA, BOSS DELLA COSCA CONDELLO - E SPUNTA PURE L'AUTISTA (E LA MACCHINA) DI LELE MORA...


     
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    Davide Milosa per il "Fatto quotidiano"

    LANGUIDO SGUARDO DELLA MINETTI IN TRIBUNALE A MILANOLANGUIDO SGUARDO DELLA MINETTI IN TRIBUNALE A MILANO

    Prima erano le cene con Nicole Minetti, consigliera regionale del Pdl nonché imputata per induzione alla prostituzione nel Rubygate. Adesso sono i pranzi con il 40enne Giulio Giuseppe Lampada, presunto riciclatore della ‘ndrangheta. Per Ferdinando Esposito, sostituto procuratore di Milano e nipote dell'ex pg della Suprema Corte, i guai proseguono e anzi, se possibile, si complicano.

    nicole minettinicole minetti

    E così, dopo che i tête-à-tête con l'ex igienista dentale di Silvio Berlusconi sono atterrati sul tavolo del Csm, in seguito alla segnalazione del procuratore Edmondo Bruti Liberati, l'ultimo tassello sul caso del magistrato arriva dalle parole dell'avvocato Vincenzo Minasi accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il legale, che ha scelto il processo con rito abbreviato, è stato sentito dal giudice per l'udienza preliminare.

    NICOLE MINETTI IN TRIBUNALENICOLE MINETTI IN TRIBUNALE

    Qui, dopo sette ore di parole, Minasi fa una pausa, poi riprende. E a proposito della fuga di notizie a favore di Giulio Giuseppe Lampada, presunto braccio finanziario della cosca Condello, dice: "Non aveva più bisogno dell'avvocato Mi-nasi, visto che aveva come amico Esposito qui della procura della Repubblica di Milano".

    NICOLE MINETTI ALL'USCITA DEL TRIBUNALE DI MILANONICOLE MINETTI ALL'USCITA DEL TRIBUNALE DI MILANO

    Il boss e il magistrato, dunque. Proseguiamo con il luogo degli incontri, uno dei ristoranti più noti del capoluogo lombardo. "Con lui Lampada andava a mangiare al Bolognese". Quindi ribadisce il concetto: figuriamoci se aveva bisogno di me. Il colletto bianco dei clan, stando alla ricostruzione del legale, aveva ben altre entrature per andare a vedere le carte della procura antimafia che per tre anni ha indagato sugli intrecci politico-mafiosi in Lombardia.

    Nel novembre scorso, l'indagine ha fatto scattare le manette per dieci persone. Tra queste Franco Morelli, consigliere regionale calabrese e il giudice Vincenzo Giglio. Insomma, il cosiddetto secondo livello che si alimenta di rapporti opachi tra mafia e istituzioni. Il tutto sulla rotta Milano-Reggio Calabria.

    Il verbale prosegue. Minasi parla tanto. E aggiunge particolari sui rapporti tra il magistrato e il presunto boss. Spunta anche il nome di Lele Mora già condannato per bancarotta e, come la Minetti, imputato nel processo Ruby bis per induzione alla prostituzione (accusa che condivide anche con l'ex direttore del Tg4 Emilio Fede). Qual è il contesto? Minasi spiega che Esposito "venne presentato a Lampada da un tale Massimo, ex autista di Lele Mora".

    FERDINANDO ESPOSITO E NICOLE MINETTI AL BOLOGNESEFERDINANDO ESPOSITO E NICOLE MINETTI AL BOLOGNESE

    Il colletto bianco dei clan e l'agente dei vip. Altri rapporti. Il punto di contatto è Paolo Martino, coinvolto nell'indagine Caposaldo e accusato di essere il referente per il nord Italia della potente cosca De Stefano. Giuseppe Lampada e Martino si conoscono da tempo. Di più: il fratello di Lampada fino al 2007 detiene il 50% della Lucky World srl assieme allo stesso Martino.

    Chiude il cerchio la figura di Stefano Trabucco, uomo di Mora, e per qualche tempo presente negli assetti societari della Lucky. Le parole di Minasi, poi, portano il carico da novanta: "La macchina che guida Lampada, cioè la Bentley Continental, in realtà prima era di Lele Mora".

    Insomma, in questa storia, tutto sembra tenersi. A partire da Esposito che da un lato, come pm, si occupa di anti-contraffazione nel mondo dei locali e dall'altro ama la bella vita. E di quei locali, Hollywood in testa (la discoteca di corso Como per anni regno di Mora), è assiduo frequentatore. Nulla di male, naturalmente.

    lele moralele mora

    Un po' meno cenare con un imputato a processo nel tribunale dove lui stesso lavora come sostituto procuratore. Su questo il Csm si è già pronunciato archiviando la posizione perché risultano "già informati i titolari dell'azione disciplinare", ovvero il pg della Corte di Cassazione e il Guardasigilli. Esposito, contattato ieri dal Fatto nel suo ufficio, non ha mai risposto al telefono.

    E dunque, Palazzo dei Marescialli riprenderà in mano la questione solo se il procuratore Giuseppe Ciani e il ministro Paola Severino decideranno di portare avanti il caso. Ma a rimescolare le carte adesso arrivano le dichiarazioni dell'avvocato vicino alla ‘ndrangheta. Parole che, ad oggi, restano senza alcun risvolto giudiziario. Ferdinando Esposito non risulta indagato.

     

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