Marcello Pasquero per torino.corriere.it – estratti
Don Tomas Hlavaty
Qualcuno storce il naso, anche se in tanti, oggi, sostengono di averlo sempre saputo. La maggior parte dei fedeli delle piccole parrocchie di Alta Langa di Feisoglio, Borgomale, Bosia, Castino, Cravanzana e Niella Belbo è con don Tomas Hlavaty, il parroco che ha abbandonato la chiesa per diventare papà.
Della donna che ha fatto innamorare il Don per ora si sa poco. E' protetta da tanta discrezione, ma potrebbe comunque trattarsi di una parrocchiana.
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Lo dicono a mezza bocca, ma i fedeli sono con lui, parlano di un uomo coraggioso dalla fede incrollabile, un uomo tormentato che alla fine ha scelto di diventare papà lasciando la tonaca. Da giorni il suo telefono è intasato e la solidarietà è stata forte per quello che tutti continuano a chiamare Don Tomas.
Noi come dobbiamo chiamarla?
«Tomas va benissimo».
Si aspettava che l’annuncio della sua decisione di diventare papà potesse dare vita a un vero e proprio dibattito sul celibato nella chiesa?
«Per me è stata una grande gioia. Nulla è stato programmato, ho conosciuto la persona che diventerà madre di mio figlio nella preghiera. Sono emozionato solo a scriverlo, anzi, siamo emozionati entrambi, proprio perché non avremmo mai pensato né di incontrarci, ancora meno ad innamorarci, e assolutamente non abbiamo mai immaginato di accogliere un nostro figlio».
Don Tomas Hlavaty
È felice in questo momento?
«In questo momento è un miscuglio tra felicità enorme pensando innanzitutto alla persona che ho accanto, con la quale voglio condividere il resto della mia vita, sostenerla e renderla felice. Certo del fatto che insieme ci riusciremo. Dall’altra parte provo la tristezza di aver dovuto lasciare i ragazzi, le persone che mi sono state vicine in questi anni».
Quando avete saputo che vostro figlio avrebbe avuto una malformazione cosa avete pensato?
«Mai abbiamo avuto dubbi, anzi, abbiamo pensato che avrà ancora più bisogno di noi. In questo la fede sono certo che mi sosterrà».
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Cosa le ha detto sua madre quando ha saputo della sua scelta?
«Mia mamma ha saputo della mia scelta circa un mese fa, e mi viene da ridere ancora adesso, perché la sua reazione è stata: "Ma, sono tua mamma, non potevi dirmelo prima?". In fondo è contenta anche perché avrà finalmente un nipote. Nel nostro caso però resta un po’ complicato vederci, perché abita a 1100 km di distanza».
DON TOMAS HLAVATY
La sua storia è stata portata ad esempio da molti, cosa vuole dire agli ex colleghi sacerdoti?
«Più che ai sacerdoti vorrei lanciare un appello ai fedeli. I sacerdoti con una fede vera sono sempre meno se nella vostra comunità ce n'è ancora almeno uno, custoditelo, pregate per lui. Poi avrei un altro appello».
Prego.
«Se potete, accogliete il vostro bimbo o bimba sempre. Sto scoprendo un modo completamente nuovo, non avrei mai immaginato il numero enorme di visite che una donna deve affrontare durante la gravidanza, esami, la fatica di nutrire un'altra persona e farla star bene anche nella pancia. L’amore che ci ha donato Gesù Cristo lo possiamo manifestare e vivere tutti i momenti nella nostra vita, accompagnando ad esempio la propria amata a queste visite, tenerla per mano, abbracciarla, fare una lavatrice o preparare la cena. E io non vedo l’ora di fare tutto questo, se riesco anche di più. Amatevi, ma per davvero».