Filippo Ceccarelli per "La Repubblica" - Estratti
MARIA ROSARIA BOCCIA - GENNARO SANGIULIANO
Ma quanto è bella, però anche desolante, la storia di fine estate del ministro Gennaro Sangiuliano (“Genny Delon” secondo Dagospia) e della sua pseudo, meta e turbo consulente nientemeno che ai Grandi Eventi?
(…)
Storia aperta. Sconsigliabile per ora trarne una morale, a parte questa bella scoperta: che il potere dà alla testa; che c’è sempre qualcuno che se ne approfitta; e che di solito il dilettantismo non si perdona. Berlusconi, per dire, si guardava bene dal fare nomine singole, ma direttamente nominava consigliere regionali, deputate e ministre, per giunta in gran numero.
maria rosaria boccia in prima fila con gennaro sangiuliano a sanremo
Per restare alla cultura, quando si trattò di accontentare una intraprendente amichetta, nel caso aspirante cineasta, affidò la pratica al suo personale ministro, il mite Bondi, che s’inventò una targa ad hoc al festival di Venezia, premio speciale “Action for woman”, nomen omen, con proiezione semiclandestina, ministri che scivolavano via nel buio e folta partecipazione di giornalisti dalla Bulgaria, patria della premiata signorina.
Altra classe, imperiale.
Qui siamo invece ai primordi dell’ebbrezza governante, al tenero autolesionismo da novizio, all’abbaglio inceneritore. Perché Gennaro Sangiuliano, benedett’uomo, nel suo ruolo pubblico e nel suo intimo aveva davvero tutte le ragioni per capire di essere sotto sorveglianza speciale.
La considerevole frequenza e quantità di sfondoni, da Dante padre della destra alla dislocazione di Times Square, dall’anacronismo su Colombo ai fischi silenziati da TeleMeloni gli consigliavano prudenza, prudenza e poi ancora prudenza, come suggeriva Emilio Colombo, che ne aveva, come tutti, qualche motivo.
maria rosaria boccia gennaro sangiuliano
Prudenza nel dire, prudenza nel fare, prudenza soprattutto nel presentare, presenziare, frequentare, alzare lodi a se stesso, specie se consapevole delle sue — e delle nostre, s’intende — fragilità. Ma lui niente. Per cui eccotelo qui, da giorni, in pagina e sulla rete ora felice, ora ingenuo, ora ignara vittima di se stesso; al centro di una instagrammaticissima fantasmagoria di immagini che si configurano come l’estensione del selfie per altri mezzi; (…)
Così l’unica speranza è che per le disgrazie dell’iper-visibilità non si dia la colpa al gossip. Attento com’è all’identità italiana, Genny può chiedersi se dietro all’infausta parola non ci sia la novellistica del Duecento e Trecento — Rustico da Filippo, Il Novellino, Masuccio Salernitano, Franco Sacchetti — a base di promesse, inganni, intrighi. Con Giovanni Boccaccio il genere raggiunse la sua perfezione di forma e contenuti — e ancora una volta siamo qui a ricordare che tutto, intorno al potere, è già successo.
maria rosaria boccia gennaro sangiuliano. filippo ceccarelli foto di bacco gennaro sangiuliano con maria rosaria boccia alla pinacoteca di brera filippo ceccarelli foto di bacco (1) FILIPPO CECCARELLI IN UN RITRATTO DI RICCARDO MANNELLI gennaro sangiuliano maria rosaria boccia maria rosaria boccia gennaro sangiuliano maria rosaria boccia gennaro sangiuliano 2 gennaro sangiuliano maria rosaria boccia maria rosaria boccia al meeting di rimini con gennaro sangiuliano gennaro sangiuliano maria rosaria boccia 1 gennaro sangiuliano con maria rosaria boccia alla pinacoteca di brera 2