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    "QUESTA È LA VITTORIA PERSONALE DI FONTANA, NON LA RISCOSSA DI SALVINI" – ANCHE A GEMONIO, PAESE NATALE DI UMBERTO BOSSI, FRATELLI D’ITALIA HA SUPERATO LA LEGA, E TRA I FEDELISSIMI DEL SENATUR LA FIDUCIA NEL “CAPITONE” È AI MINIMI: “CI AVEVANO PROMESSO L’INDIPENDENZA DELLA PADANIA E SIAMO ANCORA QUI A TRATTARE UN’AUTONOMIA VAGA. DA FAN DI FONTANA, CI È TOCCATO VOTARE MELONI…”


     
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    Estratto dell’articolo di Giampaolo Visetti per “la Repubblica”

     

    matteo salvini e umberto bossi matteo salvini e umberto bossi

    «Qui siamo nordisti, lumbard e bossiani, non italiani, leghisti e salviniani. Il crollo degli elettori e la subalternità della Lega rispetto a Fratelli d’Italia va cercata nel distacco dai territori da parte di Salvini, referente di un partito nazionale qualunque. Questa è la vittoria personale di Fontana, non la riscossa del segretario».

     

    I clienti del bar Duca di Gemonio, a due passi dalla villa dove vive Umberto Bossi, non sono stati leghisti per caso. L’ex bar Sesi, quando l’Umberto si spartiva il potere con Silvio Berlusconi, è stato la culla della Lega, la vera buvette della seconda repubblica. I fedelissimi riuniti per aspettare l’esito delle regionali restano “gli amici del senatur”: protagonisti del suo Comitato Nord, che fino all’ultimo contende al Capitano la guida del partito in Lombardia.

     

    SILVIO BERLUSCONI MATTEO SALVINI ATTILIO FONTANA GIORGIA MELONI MAURIZIO LUPI SILVIO BERLUSCONI MATTEO SALVINI ATTILIO FONTANA GIORGIA MELONI MAURIZIO LUPI

    «Ci avevano promesso l’indipendenza della Padania — dice Riccardo Visconti, autotrasportatore in pensione — invece vent’anni dopo siamo ancora qui a trattare su un’autonomia vaga e uguale per tutte le regioni italiane, Meridione compreso. A questo punto, da fan di Fontana, mi è toccato votare Meloni”.

     

    Gemonio, come Cazzago Brabbia, paese natale del ministro Giancarlo Giorgetti, da icona del celodurismo storico ha minacciato di trasformarsi nella sua tomba varesotta. Lo spettro di ridursi a un terzo di FdI, proprio nella terra del governatore Attilio Fontana e del suo predecessore Roberto Maroni, invece si è dissolto.

     

    UMBERTO BOSSI E GIANCARLO GIORGETTI UMBERTO BOSSI E GIANCARLO GIORGETTI

    Anche nella sua terra-simbolo del leghismo FdI si conferma primo partito: la Lega però tiene e dalle politiche di settembre il suo elettorato torna a crescere proprio grazie all’exploit della lista del governatore. «Resta il fatto — dice a Cazzago la commessa Chiara Franzetti — che rispetto al 2018 la Lega è dimezzata, mentre FdI moltiplica per dieci il suo 3%. Fontana rimane governatore, ma sarà costretto a rispondere alla Santanché, non a Salvini. Leghisti e autonomisti così non hanno futuro e rischiamo la fine dei berlusconiani». Come «un fortino sotto assedio», ripete lo zoccolo duro leghista, «condannato ad essere messo progressivamente alla porta da un potere sempre più nazionalista e centralista».

     

    […] «Io però — dice il salviniano Andrea Cassani, sindaco di Gallarate e neo-segretario provinciale leghista per 12 voti — vedo il bicchiere mezzo pieno. Quelli di FdI pensavano di cancellarci, invece se sommiamo i voti della lista di Fontana qui oscilliamo sul 22%, a meno di dieci punti dal 2018, poco sotto FdI.

     

    attilio fontana matteo salvini 1 attilio fontana matteo salvini 1

    A livello locale la gente conosce i candidati e può ancora scegliere. Il successo di FdI non concederà a Fontana la maggioranza di cinque anni fa, ma la nostra tenuta dice che non sarà affatto un governatore sotto tutela: e sull’autonomia gli ex missini lombardi la pensano come noi».

     

    A tarda sera la sintesi leghista del bar di villa Bossi: «La Lega tiene solo perché Fontana vince, nonostante scandali e massacro-sanità dell’era Covid. Salvini conta sempre meno anche in Lombardia e per questo gli ultimi cinque anni del governatore si profilano in forte salita». Lapidario Davide Galimberti, sindaco Pd di Varese: «C’era voglia di invertire la rotta — dice — ma la domanda di una sinistra unita e allargata non è stata soddisfatta. L’ennesima occasione persa».

    LUCA ZAIA UMBERTO BOSSI MATTEO SALVINI LUCA ZAIA UMBERTO BOSSI MATTEO SALVINI LA CANOTTIERA DI BOSSI E I BOXER DI SALVINI LA CANOTTIERA DI BOSSI E I BOXER DI SALVINI giorgetti bossi giorgetti bossi MATTEO SALVINI FABRIZIO CECCHETTI ATTILIO FONTANA GIANCARLO GIORGETTI MATTEO SALVINI FABRIZIO CECCHETTI ATTILIO FONTANA GIANCARLO GIORGETTI giancarlo giorgetti attilio fontana matteo salvini giancarlo giorgetti attilio fontana matteo salvini massimiliano fedriga attilio fontana matteo salvini massimiliano fedriga attilio fontana matteo salvini matteo salvini umberto bossi matteo salvini umberto bossi marta fascina silvio berlusconi matteo salvini attilio fontana 3 marta fascina silvio berlusconi matteo salvini attilio fontana 3 salvini al congresso della lega salvini al congresso della lega salvini al congresso della lega salvini al congresso della lega bossi salvini maroni bossi salvini maroni MAURIZIO LUPI SILVIO BERLUSCONI GIORGIA MELONI ATTILIO FONTANA MATTEO SALVINI MAURIZIO LUPI SILVIO BERLUSCONI GIORGIA MELONI ATTILIO FONTANA MATTEO SALVINI matteo salvini e umberto bossi al congresso della lega matteo salvini e umberto bossi al congresso della lega

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