Giampiero Rossi per https://milano.corriere.it/
licenziamento
L’anno scorso, a Milano, hanno perso il lavoro 428 manager, cioè il 70 per cento dei 607 dirigenti del terziario rimasti disoccupati in tutta la Lombardia. Considerando anche i colleghi dell’industria se ne possono stimare almeno il doppio. Numeri in lieve aumento, travolti dall’effetto domino della sequenza crisi delle materie prime-choc energetico-guerra in Ucraina, ma in un contesto che vede la popolazione complessiva dei dirigenti in crescita: circa 42 mila in città e 53 mila in tutta la Regione.
Tra le motivazioni più ricorrenti (57 per cento dei casi) ci sono le dimissioni, seguite dalla risoluzione consensuale (13 per cento) e dal licenziamento (8,6 per cento). I settori più interessati sono il turismo, la grande distribuzione e i servizi alle imprese, soprattutto in ambito digitale.
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«Tra le cause possono esserci risultati non raggiunti — spiega Paolo Scarpa, presidente di Manageritalia Lombardia — oppure tagli drastici sui costi, la soppressione di una divisione aziendale, o più di frequente per problemi nei rapporti con la proprietà o con il livello superiore di management». […]
La retribuzione media lorda annua di un manager, spiega ancora Manageritalia, «supera di poco i 100 mila euro», lontano dalle cifre da capogiro che beneficia una cerchia ristretta. In caso di licenziamento, il contratto prevede il riconoscimento di almeno 6 mensilità, che in base all’anzianità possono aumentare gradualmente fino a 12.
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[…] è nata l’esigenza di nuovi investimenti su progetti per il ricollocamento professionale. Le due associazioni di categoria (Federmanager e Manageritalia) insiema Confcommercio e Confindustria, hanno messo in campo un’operazione sostenuta dalla Regione con un contributo di un milione e mezzo di euro per la riqualificazione di ex dirigenti tra i 50 e 62 anni e delle donne manager, ma anche con l’obiettivo di «far crescere le imprese, soprattutto piccole e medie, stimolando economia e occupazione nel territorio».
In sostanza si tratta di migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, avviare percorsi di formazione specialistica, valorizzare le competenze, «per favorire il reinserimento dei dirigenti inoccupati nelle imprese del territorio di nuova managerialità, per aumentare competitività e sviluppo».
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