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E’ del 29 luglio, la “denuncia” del consigliere di opposizione, in forza alla Lega, Alessandro Santini, sul sesso sfrenato alla spiaggia dei nudisti tra Viareggio e Torre del Lago. E il 30 luglio, non è tardata la risposta del Comitato naturisti Versilia.
“Quando il Comune di Viareggio in primavera ha autorizzato il naturismo in un piccolo tratto della spiaggia della Lecciona, su iniziativa di AnIta (Associazione naturisti italiani), sapevamo di dover affrontare difficoltà e ostilità. Oltre alla scontata opposizione di chi è per principio contrario al naturismo (e che resta comunque libero di non praticarlo), tra i nemici della spiaggia naturista c’è anche chi, approfittando di un contesto naturale in cui la presenza umana è per la gran parte del tempo rara, si dedica ad attività lecite in privato ma che, se svolte in pubblico, sono punite dall’articolo 527 del codice penale. – spiegano in una nota -. Gli “atti osceni” sono vietati in qualsiasi luogo pubblico e sono considerati tali se possono violare, turbare o ferire il naturale senso del riserbo a riguardo di fatti e manifestazioni che si riferiscono alla sfera sessuale.
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Ora, in piena stagione turistica, qualche personaggio in cerca di visibilità elettorale sta cercando di stabilire una connessione tra la neonata spiaggia naturista e le attività di esibizionisti e guardoni del sesso per cui la Versilia è assurta più volte in passato agli onori delle cronache nazionali. Sono perciò stati girati e diffusi video amatoriali di atti sessuali parzialmente dissimulati con l’effetto nebbia”.
“Chi ha diffuso i video – aggiunge il comitato – sostiene che i fatti si siano svolti proprio in quel piccolo tratto di spiaggia in cui è autorizzato il naturismo, ma in realtà quei video potrebbero essere stati girati da chiunque (anche da un guardone), in qualunque luogo e, peraltro, sia prima sia dopo l’adozione della delibera che ha autorizzato la spiaggia naturista. Si impongono alcune doverose precisazioni”.
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“Anzitutto, fare sesso in luoghi pubblici, con o senza vestiti, che si tratti della spiaggia o della passeggiata, è vietato. Il naturismo è cosa del tutto diversa e, infatti, può essere autorizzato, come nel nostro caso – si precisa – Poi, gli “atti osceni” possono essere consumati anche con i vestiti addosso, a riprova del fatto che il problema non sono il naturismo e la stragrande maggioranza delle persone che lo praticano nel rispetto delle regole, ma soltanto i pochi soggetti, estranei alla realtà naturista, che fanno gli affari propri in pubblico. Infine, chi si trova di fronte a un comportamento illecito ha l’onere non solo di denunciare il fatto alle pubbliche autorità, indicando soprattutto tempi e circostanze, affinché quel fatto sia punito e con l’obiettivo non secondario che quel fatto non si ripeta, ma anche di intervenire per interrompere quel comportamento illecito, soprattutto se pubblico ufficiale (è il caso di un consigliere comunale).
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Ci risulta che le forze dell’ordine siano intervenute più volte negli ultimi tempi nell’area in cui si trova anche la spiaggia naturista per contrastare diverse attività illecite che venivano consumate laggiù da anni, come per esempio camminare sulle dune al di fuori dei percorsi stabiliti. Restando agli atti osceni, l’articolo 527 del codice penale prevede una sanzione di almeno 5.000 euro nei confronti dei trasgressori. Alla spiaggia della Lecciona, nei momenti di maggiore affollamento, soprattutto grazie al senso di responsabilità dei frequentatori, quei comportamenti non leciti semplicemente non succedono, così come nelle spiagge attrezzate. Non si può certo escludere che sporadici episodi devianti avvengono, nelle zone o nelle fasce orarie meno frequentate, come in qualunque altro posto appartato. “Chi non ha mai peccato una volta nella vita scatti la prima foto”, si potrebbe dire per tentare di sdrammatizzare, ma, come dimostrano ad evidenza le strumentalizzazioni di questi giorni, le principali vittime di quei fatti illeciti, commessi da pochi, sono proprio le tante persone che frequentano la spiaggia protetta del Parco e a cui fin da oggi chiediamo di farsi parte proattiva per evitare e disincentivare atti e metodi lontani ed estranei al Naturismo come pratica di vita e ambientalista”.
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“Ben vengano quindi controlli e sanzioni a chi sgarra – concludono i naturisti – ma non si insulti l’intelligenza della gente facendo di tutta l’erba una questione di bassa lega. Da ultimo, vogliamo mettere in evidenza l’impegno a costituire, in parallelo alla spiaggia naturista, una tela di relazioni commerciali e turistiche legate al futuro distretto naturista, che coinvolga attività pubbliche e private nello stimolare, proporre e risolvere le numerose esigenze di un turismo di qualità, qual è quello naturista”.
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