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    IL NECROLOGIO DEI GIUSTI – ANCHE SE NON PUÒ ESSERE CONSIDERATA PROPRIO UNA STAR, SHIRLEY KNIGHT, CHE SE NE È ANDATA A 83 ANNI, LUNGHI CAPELLI BIONDI, OCCHI CHIARI E PELLE BIANCHISSIMA, È STATA UN’ATTRICE INDIMENTICABILE DEI PRIMI ANNI ’60. PERCHÉ HA SAPUTO DARE VITA ALLA COMPLESSITÀ DELL’INSODDISFAZIONE DELLE DONNE BIANCHE, A UN PASSO DALLA NEVROSI, UN FILO PRIMA DELLA GRANDE RIVOLTA FEMMINISTA – VIDEO


     
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    Shirley Knight rip

    Marco Giusti per Dagospia

     

    shirley knight in il buio in cima alle scale shirley knight in il buio in cima alle scale

    Chi l’ha vista in “Non torno a casa stasera”, il film che Francis Coppola aveva scritto per lei, ne “La dolce ala della giovinezza” di Richard Brooks, alle prese con il testo dell’adorato Tennesse Willimas, ne “Il buio in cima alle scale” di Delbert Mann, nel ruolo che le dette la sua prima Nomination all’Oscar, o in “Dutchman” di Anthony Harvey dove venne premiata con la Coppa Volpi a Venezia, difficilmente l’ha scordata.

     

    Anche se non può essere considerata proprio una star, Shirley Knight, che se ne è andata a 83 anni, lunghi capelli biondi, occhi chiari e pelle bianchissima, è stata un’attrice indimenticabile dei primi anni ’60. Perché ha saputo dare vita alla complessità dell’insoddisfazione delle donne bianche, a un passo dalla nevrosi, un filo prima della grande rivolta femminista.

     

    shirley knight e i suoi due emmy nel 1995 shirley knight e i suoi due emmy nel 1995

    Penso a Lula, la ragazza bianca che nella metropolitana di New York provoca sessualmente col corpo e a parole un ragazzo nero nel bellissimo “Dutchman”, commedia scritta da LeRoy Jones che aveva già interpretato a teatro e che riprende al cinema con Al Freeman jr. O a Natalie, la protagonista di “Non torno a casa stasera” di Coppola, dove, incinta, lascia la casa e il marito e inizia un viaggio per l’America assieme a un malato di mente, James Caan, che sembra specchiare perfettamente la sua condizione di persona frustrata.

     

    Nata a Goessel, nel Kansas, nel 1936, figlia di un funzionario di una compagnia petrolifera, appare da bambina come extra in “Picnic” di Joshua Logan. Come sbarca a Los Angeles giovanissima, studia all’Ucla e prende lezioni di recitazioni da Jeff Corey assieme a giovani talenti come Dean Stockwell, Jack Nicholson, Robert Blake, Sally Kellerman. Viene scelta da un’agenzia importante, che la spinge da subito in tv e al cinema.”Avevo una specie di talento naturale”, dirà, “ a 19 anni riuscivo a sembrare una ragazza di 15”.

    tony awards 1976 edward herrmann, carole bishop shirley knight e sammy williams tony awards 1976 edward herrmann, carole bishop shirley knight e sammy williams

     

    Gira da subito tanta tv, poi esordisce al cinema con un film anticomunista, “Cinque vie per l’inferno” di James Clavell, poi “Lo zar dell’Alaska” di Vincent Sherman con Richard Burton. Col suo primo vero ruolo importante al cinema, “Il buio in cima alle scale”, dalla commedia di William Inge, diretta da Delbert Mann, dove è la figlia di Robert Preston e Dorothy MacGuire, ottiene la sua prima Nomination agli Oscar e la prima grande popolarità. Non vincerà, come non vincerà due anni dopo con “La dolce ala della giovinezza” di Richard Brooks a fianco di Paul Newman e Geraldine Page, tratto dal romanzo di Tennesse Williams, dove è la figlia di Ed Begley.

    shirley knight e paul newman la dolce ala della giovinezza shirley knight e paul newman la dolce ala della giovinezza

     

    Ma otterrà dalla Warner Bros il via libera per poter iscriversi all’Actor’s e studiare con Lee Strasberg e Elia Kazan. E’ in questo periodo che viene salutata da Tennesse Williams al grido di “Finalmente ho trovato la mia Blanche Du Bois, ma mia Blanche perfetta!”. Williams scrive appositamente per lei la commedia “A Lovely Sunday of Creve Coeur”. Lo stesso Williams dirà a proposito di lei: "La gente parla di talento, ma tutti hanno un certo talento. Tutti hanno anche un cuore.

     

    shirley knight nel 2008 shirley knight nel 2008

    Ma il talento, come il cuore, è quasi sempre usato male o raramente. Non puoi fare uscire il talento o il cuore all’esterno senza avere molto coraggio e io cerco il coraggio. Ci sono persone di talento - persone brillanti - che hanno coraggio e sono quelle che vuoi avere vicino a te ... Shirley Knight ha un coraggio incredibile: porterà il suo talento ovunque debba andare per fare bene il lsuo avoro, e non ha paura di condividerlo con chiunque sia pronto. Mi piacciono le persone audaci, le persone davvero audaci. Shirley è audace, è audace." 

     

    E’ in questo periodo che, oltre a apparire in film di genere, il carcerario “Rivolta al braccio D” di Walter Doniger e “I tre di Ashiya” con Yul Brynner, appare nel grande dramma corale al femminile “Il gruppo” che Sidney Lumet mette in scena dal romanzo di Mary McCarthy, e dove divide la scena con Candice Bergen e Elizabeth hartman, recita sia a tetaro che al cinema “Dutchman”, tratto dalla commedia di LeRoy Jones, che la porta prima a Cannes, dove il film vince il premio della critica, e a Venezia, dove è lei a vincere la Coppa Volpi. E proprio a Cannes la ferma il giovane Coppola e le promette di scrivere un film per lei.

     

    shirley knight in desperate housewives shirley knight in desperate housewives

    Cosa che spesso si dice alle attrici, ma quasi mai si fa davvero. Invece Coppola, che allora era più noto come sceneggiatore che come regista, scrisse davvero per lei “The Rain People”, da noi “Non torno a casa stasera”, che diresse nel 1969. La troviamo anche in molti altri film del tempo, come il bellissima “Petulia” di Richard Lester, dove la protagonista è però Julie Christie, l’inglese “Sensi proibiti” di Philip Saville con Jacqueline Bisset, il catastrofico “Juggernaut”.

     

    Seguitò a recitare moltissimo, forse più in tv che al cinema, ritornando poi nei primi anni ’80 come madre non troppo in forma, in “Amore senza fine” di Franco Zeffirelli, in “Qualcona è cambiato”, ma anche in “Diabolique”, “Le ya ya Sisters”. Alla fine ha girato qualcosa come 184 titoli tra tv e cinema, che le hanno fatto vincere 2 Tony Award (per “Kennedy’s Children”, 1976, e “The Youngman From Atlanta”, 1997), 3 Emmys, 1 Golden Globe e 2 Nomination agli Oscar. In tutto questo ha avuto due mariti, il produttore teatrale Eugene Persson, 59-69,  e il commediografo inglese John R. Hopkins, 69-98. Negli ultimi vent’anni ha molto lavorato per la tv andando a vivere da una delle sue due figlie, Kaitlin, in Texas, a San Marcos, dove è morta. 

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