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    ANTINORI E’ PAZZO O C’E’ UN PAZZO TRAVESTITO DA ANTINORI? “CHIESA, ISIS E MONDO ARABO VOGLIONO INFANGARE LE MIE TECNICHE DI FECONDAZIONE ASSISTITA - LA DONNA CHE MI ACCUSA? EMISSARIA DI CHI MI VUOLE MORTO” - L' AVVOCATO TAORMINA: “ANTINORI NON È PAZZO”


     
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    SEVERINO ANTINORI SEVERINO ANTINORI

    Nino Materi per “il Giornale”

     

    Il dottor Severino Antinori, oltre a rappresentare un caso giudiziario, rischia di diventare un «caso clinico». Ma non ditelo al suo avvocato più prestigioso, Carlo Taormina, che al Giornale ribatte convinto: «Severino non è pazzo. Sono suo amico da 30 anni. È un personaggio sicuramente sopra le righe, ma resta un grande scienziato.
     

    Antinori non è il delinquente che magistrati superficiali e giornalisti disinformati stanno descrivendo in questi giorni. Ne sono profondamente convinto e lo dimostrerò anche in sede giudiziaria. Abbiamo in mano una serie di prove documentali che attestano come la ragazza sia sempre stata informata su tutto e totalmente consenziente».

     

    Tesi un po' ardua da dimostrare (ma per Taormina nulla è impossibile...), considerato che «Dottor Clonazione» è riuscito, in breve tempo, a clonare una serie di reati che vanno dalla rapina aggravata (di ovuli e telefonino) alle lesioni personali aggravate.

     

    SEVERINO ANTINORI SEVERINO ANTINORI

    Tutto ai danni dell'«infermiera spagnola 24enne» che lo ha denunciato, attribuendogli comportamenti alla Hannibal Lecter: «Mi ha bloccata sul lettino, sedata e prelevato contro la mia volontà gli ovuli. Poi mi ha minacciata dicendo che lui era famoso, potente e pieno di soldi e quindi avrebbe potuto farmi ammazzare».
     

    Presunte mostruosità che Severino - pur «ristretto» agli arresti domiciliari - rigetta allargando le persiane della sua casa romana e arringando direttamente i cronisti assiepati sotto la finestra. Un comizio interrotto dal passaggio di auto e tram, che tuttavia non scoraggiano l' oratore: «Un attimo, c' è troppo rumore...facciamo passare prima l' autobus...Come dice? Il referto medico che attesta le ferite della donna? Tagli e contusioni se li è procurati da sola. Ho fior di testimoni che possono confermarlo...».

     

    CARLO TAORMINA CARLO TAORMINA

    Fin qui le dichiarazioni - diciamo così - en plein air; poi ci sono le esternazioni indoor, all' interno cioè delle mura del suo appartamento capitolino: secondo le disposizioni del gip, l' indagato non potrebbe rispondere al telefono, ma non c' è reporter che non riesca a strappare almeno una dichiarazione. E senza neppure fare troppa fatica.
     

    Ieri sono - siamo - andati tutti a nozze grazie a un «Severino Antinori Show» che ha regalato perle da alta gioielleria gossippara: «Sono vittima di un ricatto - ha spiegato con tono concitato al Giornale -. Quella signora ha prima cercato di sedurmi sessualmente e poi di estorcermi del denaro». Quando gli facciamo, timidamente, notare che sotto accusa è lui e non certo la signora, il ginecologo si altera: «Ma lei non capisce proprio un c...».

     

    E la comunicazione si interrompe. O lui mette giù. Ma dura poco. Le troupe tv lo incalzano, e lui non si sottrae, ipotizzando un complotto demoplutocratico a sfondo catto-islamico: «Chiesa, Isis e mondo arabo vogliono infangare le mie tecniche di fecondazione assistita che hanno avuto successo in tutto il mondo. La donna che punta l' indice contro di me non è spagnola, viene da Marrakech. Le è stato ordinato di falsare la verità. Ma io non mi faccio ammazzare da gente così».
     

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    I colleghi di Pomeriggio Cinque gli chiedono conto della violenza subita dalla donna. E lui: «Nessun tipo di violenza. Lei si è auto-lesionata. All' uscita si è fatta male con il bastone, abbiamo 30 prove. La signora si è sottoposta a tecniche di ovodonazione, con tanto di spiegazione in spagnolo e in arabo. Non era ignara.
     

    Ha tentato, io non volevo, mi ha incontrato l' 11 novembre in un locale dove si gioca, dove si balla... Sapeva il mio nome... io dico ma come fai a sapere il mio nome?, e glielo dico in francese, in italiano e in spagnolo. So che lei è molto bravo e vorrei donare gli ovuli, vabbè.... arrivederci... dopo due ore è nel mio albergo». Boh, chi ci capisce qualcosa è un fenomeno.

    SEVERINO ANTINORI SEVERINO ANTINORI

     

    2. NON SOLO DONNE STRANIERE MA ANCHE GIOVANI ITALIANE

    Andrea Galli e Simona Ravizza per il “Corriere della Sera”

     

    Ora spuntano i nomi e cognomi delle giovani donne che si sono sottoposte a pesanti cure ormonali e sono entrate in sala operatoria per farsi prelevare gli ovuli. Tutto in cambio, con ogni probabilità, di soldi. Pochi. Arrivavano da Cuba, dalla Romania, dall' Albania, ma anche dal Mezzogiorno le ragazze che vendevano i propri ovociti nella clinica Matris di Milano.

     

    SEVERINO ANTINORI SEVERINO ANTINORI

    Nei fascicoli dell' inchiesta che venerdì ha portato agli arresti Severino Antinori, 70 anni, il ginecologo delle gravidanze a tutti i costi, ce n' è uno che s' intitola donatrici . I loro passaporti sono soprattutto di Paesi poveri, dove il problema è riuscire a campare: per loro, entrare nel business della fecondazione eterologa (eseguita con gli ovuli o gli spermatozoi esterni alla coppia) può sembrare un' occasione.
     

    Ma ci sono anche le carte d' identità italiane: Messina e Bari, le città di nascita. Solo in un caso il domicilio è Milano, per il resto dev' essere stata una toccata e fuga in città per vendere gli ovuli e poi tornare a casa. I dati spesso sono farraginosi: c' è la data di nascita, ma a volte manca la città d' origine, altre la residenza. Del resto, ad Antinori era già stata contestata anche negli anni scorsi la scarsa trasparenza sulle donatrici, prevista invece per legge.
     

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    Insomma, il medico si approfittava, da quanto emerge dalle indagini, della fame di soldi di ragazze in cerca di futuro: e ora che ne conosciamo la provenienza e le generalità, la tesi assume ancora più forza. In Italia è vietato il commercio di ovuli, ma una busta allungata con 500 o mille euro può fare miracoli. Così almeno 23 donne, dai 20 ai 35 anni, sono diventate donatrici nella clinica del ginecologo che faceva diventare mamme anche le nonne.
     

    Antinori è finito agli arresti domiciliari per la denuncia choccante di un' infermiera spagnola, 24 enne, che sostiene di avere subito il prelievo di ovuli con la forza, immobilizzata nel letto della clinica di via Dei Gracchi. Ma la sua storia s' intreccia con le altre, quelle delle donatrici del mercato dell' eterologa.

     

    Gli ospedali pubblici, tranne pochissimi, non riescono a soddisfare le richieste delle coppie in cerca di un figlio proprio per l' assenza di donatrici. Per le strutture private, importare gli ovuli dall' estero in modo legale è più semplice dal punto di vista burocratico, ma implica un iter molto lungo.

     

    In questo scenario un medico come Antinori aveva gioco facile: lui gli ovuli riusciva a procurarseli grazie a Yorda, Susana, Marcela, Corina e le altre. Gli ovociti trovati dai carabinieri del Nas nella clinica Matris, ora sotto sequestro, sono 130, donati da 18 pazienti. Altri sono già stati fecondati, come quelli dell' infermiera spagnola: dalle carte dell' inchiesta risulta che su otto ovociti prelevati, sei erano stati fecondati a tutta velocità con gli spermatozoi di tre coppie.

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    Ora sono corpi del reato ed è complicato persino stabilire a chi appartengono: alla vittima o alle coppie? Entrambi hanno il diritto di reclamarli, ma sulla questione c' è un vuoto legislativo e giurisprudenziale: il nodo dovrà essere sciolto probabilmente dai giudici del Riesame.
     

    Ora gli embrioni sono tutti chiusi con un lucchetto in uno dei sette contenitori con il resto del materiale biologico sequestrato alla Matris e trasportato alla clinica Mangiagalli di Milano: oltre agli ovuli ci sono quasi 600 embrioni appartenenti a oltre 200 coppie e 60 campioni di liquido seminale.
     

    Per conservarli in buono stato, criocongelati , serve un rabbocco settimanale di azoto liquido, per il resto è da capire in che modo e quando le pazienti di Antinori potranno portare a termine la fecondazione. Nel frattempo Antinori continua a difendersi, puntando sul consenso dell' infermiera spagnola, contro la quale lancia scomposte bordate rischiando di finire in galera perché viola il silenzio imposto dai domiciliari: «È una dell' Isis. Lei l' ha buttata su quella cosa perché l' ho scoperta».
    agalli@corriere.it sravizza@corriere.it.

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