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    L’IDEA DI 'STRISCIA LA NOTIZIA' MI È VENUTA SOTTO LA DOCCIA, RAGIONANDO SUL FATTO CHE VESPA AVEVA DETTO CHE LA COLPA DELL’ATTENTATO DI PIAZZA FONTANA FOSSE DI VALPREDA…” – ANTONIO RICCI SI CONFESSA CON “IL FOGLIO”: “CI VOLEVA UNO SPAZIO DOPO IL TG CHE DESSE UN’IDEA DIVERSA, CHE GETTASSE QUANTOMENO UN DUBBIO. DE ANDRÉ VOLEVA VENIRE A ‘STRISCIA’ E TRAVESTIRSI DA GABIBBO – LE SEGNALAZIONI CHE RICEVIAMO? IN MEDIA 3 MILA A SETTIMANA, ANCHE NON POCHI ASPIRANTI SUICIDI: NE ABBIAMO SALVATI PARECCHI – L’ANTIBERLUSCONISMO DIVENTA ODIO PURO, E ‘DRIVE IN’ DIVENTA IL MALE, DOPO IL DISCORSO DI ONNA DEL 2009…”


     
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    Estratto dell’articolo di Andrea Minuz per “il Foglio”

     

    Per festeggiare i suoi trentacinque anni, “Striscia la notizia” si regala un fuorionda che spazza via anche Hamas e Israele dalle prime pagine dei giornali […] Di fronte alla creatura di Antonio Ricci nessuno può dirsi innocente. Non è questione di arte cospirativa, di ricatti, truffalderie, dossieraggi, ma di sintonia, empatia e piena complicità con il paese.

     

    antonio ricci premio guido carli 2023 antonio ricci premio guido carli 2023

    E così il fuorionda tricologico, squalliduccio e piacione di Giambruno è anche, prima ancora che terremoto politico, “sogno delle italiane”: liberarsi di un gran fanfarone dentro casa, incassando una standing ovation […] Tutti ora cercano Antonio Ricci. La legge di “Striscia” non perdona. Ma dei suoi colpi da maestro lui non parla.

     

    Del resto, “Striscia” è diventato “Striscia” dopo lo scoop di Sanremo ’90. Conduttori: Johnny Dorelli e Gabriella Carlucci. Il Tg di Ricci svelò il podio prima della serata finale (i Pooh, Toto Cutugno, Minghi-Mietta con “Trottolino amoroso”, e anche Masini, vincitore di “Sanremo giovani”). Fu la svolta. Il pubblicò da lì iniziò a fidarsi più di “Striscia” che di tutto il resto. 

     

    le frasi di antonio ricci alla cerimonia del premio guido carli le frasi di antonio ricci alla cerimonia del premio guido carli

    […] Ricci vive in un residence, non ha mai preso casa a Milano, registra le puntate e torna sempre ad Alassio […] C’è un rotolo di carta igienica con la faccia di Fratoianni stampata sopra, souvenir della querelle sul caso Soumahoro, quando “Striscia” rivelò che Fratoianni sapeva tutto della Lega Braccianti. “Avevo letto una sentenza in cui un rotolo di carta igienica con la faccia di Renzi sbandierato da Travaglio era stato archiviato come ‘diritto di satira’, e allora ho fatto anche Fratoianni”.

     

    Ricci è davvero molto cortese, gentile, e mi regala un rotolo, non si sa mai. Da qualche anno ha trasformato gli studi di “Striscia” in un parco a tema: stanze e corridoi colorati con disegni e citazioni varie, un Gabibbo coi baffi alla Dalì in un paesaggio liquefatto e altre cose così.

     

    “Striscia” è il sogno erotico di ogni vero telegiornale. […] Centocinquanta persone tra redazione, ufficio stampa, autori, tecnici, trucco, parrucco, sartoria, e poi naturalmente il gruppo di inviati, una trentina circa, ognuno con la sua squadra di operatori. […]Si lavora tanto, ma poi ci sono vacanze estive di tre mesi, e ferie a Natale e Pasqua. Come a scuola.

    le frasi di antonio ricci alla cerimonia del premio guido carli le frasi di antonio ricci alla cerimonia del premio guido carli

     

    […] Al piano terra c’è anche un museo. Il museo di “Striscia la notizia”. Nessuna trasmissione ha un museo tutto per sé. Un muro di piccoli schermi manda in loop trentacinque anni di “Striscia”, un po’ installazione alla Triennale di Milano, un po’ acquario aziendale dei dipendenti. E poi oggetti, documenti, foto, bozzetti, gadget.

     

    L’universo di “Striscia” è la nostra Marvel, coi supereroi che stanano i cattivi. Invece dei superpoteri hanno una sturacessi in testa, come Capitan Ventosa. Gli inviati sono i “martiri della notizia”.

     

    E nel museo ci sono le reliquie: tapiri sfasciati, stampelle, referti ospedalieri, la maschera di protezione di Staffelli dopo la rottura del setto nasale, quando Fabrizio Del Noce gli scaraventò il microfono in faccia. E’ l’ossario di “Striscia”.

    antonio ricci 3 antonio ricci 3

     

    Antonio Ricci ha da poco ricevuto il “diploma di Patafisico”, che è lì, in bella mostra ai piedi della scrivania. Gliel’ha consegnato Ugo Nespolo. […] tutto è doppio: due conduttori, due veline, due soli, sotto la scrivania un’onda a forma di punto interrogativo, una simbologia che coltiva e celebra il dubbio”.

     

    le frasi di antonio ricci alla cerimonia del premio guido carli le frasi di antonio ricci alla cerimonia del premio guido carli

    Non importa che il pubblico di “Striscia” ci faccia caso (ovviamente no). E prima che dalla patafisica, “Striscia” scaturisce dal trash di fine anni Ottanta: Sgarbi, Funari, le risse e le urla in tv. “Si trattava di fare controinformazione e spettacolo”, dice Ricci, con questo verbo anni Settanta che suona un po’ strano appiccicato sul Gabibbo.

     

    Ma a “piazza Gianfranco D’Angelo”, su un tapiro sta scritto che bisogna “rovesciare l’utopia pedagogica delle Brigate Rosse, bisogna colpirne cento per educarne uno… forse” (Antonio Ricci si è laureato con una tesi su “Francesco Jovine e la figura dell’intellettuale da Gramsci e Croce”, il relatore era Enrico Fenzi, dantista e petrarchista, poi brigatista nella colonna genovese delle Br, indicato come unico intellettuale passato alla lotta armata). Il guru, il maestro di Antonio Ricci è stato Enzo Trapani.

     

    antonio ricci 1 antonio ricci 1

    “Io sono l’allievo. Trapani era un genio. Uno che ha reinventato la televisione, però era anche abbastanza matto”. Si dice che Trapani arrivasse in studio con la pistola e la tirasse fuori durante le prove. “Non lo so, mi hanno detto però di averlo visto più volte pettinarsi con la pistola”.

     

    La stessa con cui si sparò in bocca, morendo dopo nove giorni di coma, il 6 novembre del 1989. “L’idea di Striscia mi è venuta sotto la doccia, ragionando sul fatto che Vespa aveva detto che la colpa dell’attentato di Piazza Fontana fosse di Valpreda… ecco questo non andava bene, ci voleva uno spazio dopo il Tg che desse un’idea diversa, che gettasse quantomeno un dubbio”.

     

    pippo baudo antonio ricci foto di bacco pippo baudo antonio ricci foto di bacco

    Ma il dubbio oggi è la norma. Davanti a un’immagine non diciamo più “potrebbe essere falsa” ma “potrebbe essere anche vera”. […] “[…] i nostri hater più radicali sono proprio quelli: il complottista, per definizione, non è ironico, e di fronte allo scherzo, alla boutade, all’ironia, si blocca, non capisce”.

     

    E ancora: “Noi siamo stati i primi a fare i deep-fake. Il deep-fake serviva per gettare il dubbio. […]”. I deep-fake che ballano e cantano li fanno Highlander Dj e sua moglie e hanno un gran successo. […]

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    […] è vero che De André voleva venire a “Striscia” e travestirsi da Gabibbo? “Sì sì, De André amava le canzoni del Gabibbo, però era troppo grosso per il costume, me l’avrebbe rotto”.  E’ incalcolabile il numero di segnalazioni ricevute da “Striscia la notizia” in questi trentacinque anni, la media di tremila a settimana.

     

    C’è di tutto: quello col vicino di casa molesto, chi denuncia l’abusino edilizio del cognato, il mitomane, il matto, e specie all’inizio, quando le segnalazioni arrivavano sulla segreteria telefonica, non pochi aspiranti suicidi. Invece di chiamare un parente, un amico o i carabinieri chiamavano “Striscia”. “Ne abbiamo salvati parecchi, però non lo raccontavamo sennò scattava l’emulazione. Poi quando siamo passati alle mail la cosa è scemata. Ti dovresti sedere, aprire il computer, scrivere, ‘Caro Striscia la notizia mi sto per suicidare, eccetera’”.

    ezio greggio antonio ricci ezio greggio antonio ricci

     

    Trentacinque anni o quasi di mail a “Striscia la notizia” sono un’autobiografia della nazione. Da conservare per quegli storici del futuro che vorranno farsi un’idea di come eravamo (ma nel museo c’è una torre di plexiglas che raccoglie e ammassa tutte le querele, le denunce, le cause di Ricci. Una bella installazione anche per un museo interattivo del Tar del Lazio).

     

    ANTONIO RICCI ENZO TRAPANI NEL 1979 A FANTASTICO I ANTONIO RICCI ENZO TRAPANI NEL 1979 A FANTASTICO I

    Sempre quest’anno ecco anche i quarant’anni di “Drive In”. “Una trasmissione in cui mescolavamo alto e basso in senso gramsciano”, dice Ricci. […]

     

    Mentre era in onda, “Drive In” incassa gli elogi di Umberto Eco, Beniamino Placido, Giovanni Raboni, Angelo Guglielmi. “Piacevamo a tutta la sinistra, eravamo la trasmissione della sinistra libertaria che rovesciava il cliché della vecchia comicità romana parastatale. Oreste Del Buono ci definiva ‘la trasmissione di satira più libera che si sia vista sin qui; piacevamo anche a Veltroni, e quindi poi tanto di sinistra forse non eravamo”.

     

    “Drive In” era l’antibagaglino. Difficile da credere oggi. Da anni va di moda dire che “Drive In” è stato un incubatore del berlusconismo […] Ricci ha una sua teoria, la teoria di Onna: “Secondo me tutto inizia col discorso di Berlusconi a Onna nel 2009, quello sul 25 aprile. Un discorso da statista, parole storiche, la richiesta di una pacificazione nazionale, eccetera. Un discorso che mette in difficoltà la sinistra.

     

    antonio ricci antonio ricci

    Lì c’è un salto dell’antiberlusconismo che diventa astio puro. Bisogna dimostrare che tutto l’immaginario di Berlusconi è malvagio, che siamo stati plagiati dalla sua tv. Drive In era caduto nel dimenticatoio, ma ora spuntavano articoli come ‘La tv ha cambiato il paese’; ‘Quel Drive In intorno a Villa Certosa’. Se la sono presa con Drive In perché era l’unica trasmissione che ricordavano, e avendola vista da bambini non ricordavano l’ironia, il gioco, i livelli di lettura. E poi c’è anche un altro motivo”.

    antonio ricci antonio ricci

     

    Cioè? “Nel 2009 nasce il Fatto Quotidiano. Dopo Onna, a Repubblica sapevano che a settembre sarebbe arrivato Il Fatto. E che li avrebbero scavalcati a sinistra, picchiando duro sull’antiberlusconismo. Bisognava correre ai ripari. Altro che pacificazione nazionale”.

     

    Qui parte la storia di Drive In, dell’immaginario delle tv commerciali come “immaginario fascista”. L’antiberlusconismo era un target editoriale troppo importante. “Repubblica poi è riuscita a farci credere che De Benedetti è un compagno, questa sì che è potenza dell’immaginario”. Berlusconi invece ha due colpe, dice Ricci: “aver creato i berlusconiani, ma soprattutto gli antiberlusconiani”.

     

    ME TAPIRO ANTONIO RICCI LUIGI GALELLA ME TAPIRO ANTONIO RICCI LUIGI GALELLA

    […] Di sicuro, a Berlusconi “Drive In” non piaceva proprio. Stava a cuore semmai a Freccero. “Per Berlusconi la tv era un affare non un immaginario”, dice Ricci. “Il suo sogno era rifare la Rai, una Rai più ricca, con più ritmo, più lustrini, una Rai più americana. Ecco perché ingaggiava Baudo, Corrado e insieme pezzi di cinema popolare, la Fenech, o Alain Delon. Se andava dagli inserzionisti si giocava quei nomi lì, spiegava che avrebbe fatto una tv di classe, ricca, popolare, non si giocava mica Enrico Beruschi o Ezio Greggio”.

    antonio ricci serena grandi antonio ricci serena grandi

    […]

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