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    “ERA UN GIOCO” – IL PENSIONATO DI MANDURIA CON PROBLEMI PSICHICI MORTO DOPO LE SEVIZIE DI UNA BABY GANG VENIVA TORTURATO DA ANNI E NON SOLO DAL BRANCO DEI 14 RAGAZZI INDAGATI – ANTONIO STANO VIVEVA IN CONDIZIONI IGIENICHE E MENTRE I RAGAZZI LO BULLIZZAVANO URLAVA. COM’È POSSIBILE CHE NESSUNO SI SIA MAI ACCORTO DI NIENTE? – LA MAMMA DI UN INDAGATO: “HA SBAGLIATO, MA QUI NON C’È NIENTE, STANNO IN GIRO DAVANTI AI BAR. I RAGAZZI SONO ABBANDONATI” – IL VIDEO DELL’AGGRESSIONE E LE CHAT DELL’ORRORE SU WHATSAPP


     
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    1 – ANTONIO VITTIMA DI VIOLENZE DA ANNI COINVOLTI ALTRI GIOVANI TORTURATORI

    Valeria D' Autilia per “la Stampa”

    aggressione ad antonio stano a manduria aggressione ad antonio stano a manduria

     

    Vittima di violenze per anni, nell' indifferenza di molti. Bulli di ieri e di oggi, complice il passaparola di potersi accanire contro quello che chiamavano «il pazzo». L' inchiesta sulla morte del pensionato di Manduria, oggetto di aggressioni e insulti da parte di quattordici ragazzi, ora indagati, potrebbe persino allargarsi. Con altre responsabilità, più lontane nel tempo.

     

    aggressione ad antonio stano a manduria 1 aggressione ad antonio stano a manduria 1

    Per gli inquirenti, il paese della provincia di Taranto sapeva, ma pochi hanno denunciato. Solo all' inizio del mese, l' esposto al commissariato di alcuni vicini di casa che segnalano «diversi episodi di atti illeciti commessi da ignoti, circa 5-6 persone». In effetti, sembra che ad accanirsi contro quest' uomo, solo e con problemi psichici, non fosse un unico branco. Le urla di Antonio Cosimo Stano, le risate dei suoi aguzzini: botte in casa e fuori.

     

    antonio stano antonio stano

    Impossibile che nessuno se ne fosse accorto. Tutto documentato nei video fatti girare nelle chat di Whatsapp, come quella denominata "Orfanelli". I poliziotti hanno trovato il sessantaseienne in uno stato di denutrizione, paura e in condizioni igieniche critiche. A quel punto il ricovero in ospedale, dove è morto dopo oltre due settimane. Emoraggia interna: questo dice l' autopsia effettuata nelle ultime ore dal medico legale incaricato dalla procura. Sul corpo sembra non ci fossero lesioni esterne direttamente riconducibili alle sevizie.

     

    Un contributo alle indagini da alcune testimonianze, in particolare un' adolescente, estranea ai fatti: ha saputo e ha iniziato a raccontare. Al momento dodici minori e due maggiorenni sono accusati di omicidio preterintenzionale, stalking e lesioni. Lui chiedeva aiuto e il branco si accaniva di più. Un assurdo e crudele passatempo. «Era un gioco. Gridava e noi lo prendevamo in giro» dice uno dei giovani coinvolti. La madre, dopo l' avviso di garanzia, cerca attenuanti: «Ma lo facevano tutti, da anni».

     

    baby gang indagata per morte pensionato baby gang indagata per morte pensionato

    L' avvocato Gaetano Vitale difende uno dei maggiorenni. «Possibile che nessuno si sia accorto di nulla? I servizi sociali? Non si può abbandonare una persona in quelle condizioni». Intanto Pro Loco e Confcommercio hanno promosso per sabato prossimo una "marcia per la civiltà" allargata a scuole, parrocchie e residenti. «Le vicende di cronaca dipingono una città che non riconosciamo e in cui non ci identifichiamo. Manduria vuole essere migliore di ciò che oggi appare».

    La maggior parte di chi è finito sotto inchiesta frequenta ancora le superiori, alcuni nel vicino comune di Sava, nell' Istituto Del Prete-Falcone.

     

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    «Noi- dice il dirigente Alessandro Pagano- facciamo informazione su bullismo e cattivo uso delle tecnologie, ma a volte i genitori sono distratti. È necessario che scuola, famiglia e centri di aggregazione viaggino insieme nell' unica direzione possibile: quella della responsabilità. Innanzitutto di noi adulti, altrimenti abbiamo perso». Qualcuno insospettabile, altri provengono da famiglie con precedenti. All' inizio Antonio potrebbe essersi fidato.

     

    Mimmo Gori ha lavorato con lui, in arsenale militare, per oltre vent' anni. «Un ragazzino vestito da grande- racconta- buono e ingenuo. Noi colleghi gli volevamo bene. Penso che, dopo la pensione, abbia sofferto molto la solitudine. Non avevamo più sue notizie da tempo. Voglio ricordarlo così: sorridente, con indosso l' inseparabile papillon, entrava nella mensa aziendale come fosse un ristorante stellato».

     

    2 – MANDURIA, LA MAMMA DI UNO DEGLI INDAGATI: “MIO FIGLIO HA SBAGLIATO MA QUI CI SONO SOLO BAR, I RAGAZZI SONO ABBANDONATI”

     

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    Giuliano Foschini per www.repubblica.it

     

    "Da giorni mi è crollato tutto addosso. Di una cosa sono certa: io non sono la mamma di un mostro". Questa signora, bassina, minuta, elegante, per bene, è la mamma di uno dei 14 ragazzi indagati per la morte di Antonio Stano.

     

    Dove avete sbagliato?

    "Non lo so. Ma è evidente, visto quello che è accaduto, che come genitori abbiamo fallito. Non siamo riusciti a indicare la linea di confine tra il bene e il male. Però vorrei dire una cosa".

     

    antonio cosimo stano antonio cosimo stano

    Prego.

    "Non sono tutti uguali. In questa storia ci sono ragazzini, come mio figlio, che hanno avuto soltanto la colpa di ricevere alcuni video, orrendi per carità, soltanto per essere in una chat sbagliata".

     

    Sono stati zitti. Hanno riso.

    "Non voglio giustificarli, perché non c'è niente da giustificare. Ma io penso che non abbiano capito".

     

    Cosa?

    "Che non si bullizza soltanto un ragazzo della loro età. Che mortificare una persona, anche quando è adulta e indifesa, significa anche ucciderla, nell'animo. Non hanno capito quello che stavano facendo. Ma io nemmeno se lo vedo, credo che mio figlio abbia toccato un capello di quel signore".

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    Non avete capito nemmeno voi quello che stava accadendo.

    "Vero. Abbiamo sbagliato. Ma mi chiedo anche: dove? Mio figlio è uno sportivo, non si droga. Non ha mai avuto più soldi in tasca del dovuto, perché non ha mai fatto niente di male. Quali segnali dovevamo avere per capire che c'era qualcosa che non andava?".

     

    Non vi ha mai parlato di Antonio?

    "Mai. Né io lo conoscevo. Viviamo in zone diverse".

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    E il telefonino?

    "Chiedo ai genitori di figli dell'età del mio: controllate il telefono? Come si fa a vedere cosa hanno in questo aggeggio dei ragazzini di 16, 17 anni? Noi conoscevamo i suoi amici. Studiano tutti, sono famiglie di persone per bene. Ripeto: niente droga, scuola, io non immaginavo. Non so come ho fatto, ma non immaginavo. C'è anche un altro punto. Posso dire?".

     

    Dica pure.

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    "Cominciamo a domandarci che fanno i ragazzi in un centro come questo. Non c'è niente, stanno in giro, davanti ai bar, ha chiuso anche il campo dell'oratorio perché ci sono i lavori. Passano male il loro tempo, ho letto che qualcuno ha parlato di noia ma secondo ma la questione è diversa: nessuno si occupa di loro". Fa una pausa. "Forse nemmeno noi, non lo so, io ho pensato sempre di essere una brava mamma, che mio figlio era straordinario. Ha sbagliato, doveva fare qualcosa che non ha fatto. Arrabbiarsi, dire agli amici di smetterla. Non è stato forte abbastanza. Ma anche noi genitori non abbiamo fatto quello che dovevamo. Mi dispiace, che disastro".

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