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    ANVEDI COME SEGNA FERNANDO! L’EX JUVENTINO LLORENTE FA FUORI IL CITY CON UN GOL CONTESTATISSIMO, GUARDIOLA: “FALLO DI MANO” - LA RETE DELL'EX BIANCONERO E’ LA VENDETTA DEL CENTRAVANTI “OLD SCHOOL” CONTRO IL FALSO NOVE: LUI CHE IN QUESTO CALCIO MODERNO È SEMPRE MENO DI MODA, DENTRO E FUORI DAL CAMPO. LE TORRI NON SI USANO PIÙ E I GIOCATORI PENSANO SOLO AI SOCIAL. FERNANDO INVECE CONTINUA A SALTARE DI TESTA E NEI GIORNI LIBERI VA PER MUSEI... - VIDEO


     
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    Marco Guidi per gazzetta.it

    Il palmares di Fernando Llorente è a forti tinte bianconere. Nei due anni alla Juventus, infatti, il centravanti navarro vinse due Scudetti, due Supercoppe italiane e una Coppa Italia tra il 2013 e il 2015. L'unica altra vittoria in carriera, se ci si limita ai club, è l'Europa League con il Siviglia nel 2015-16, peraltro non da protagonista, visto che nella finale con il Liverpool non mise manco piede in campo. Non c'è molto da stupirsi: gli anni migliori, Fernando, li ha regalati al "suo" Athletic Bilbao.

     

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    Questione di cuore e sangue. Oggi, però, che Llorente è al tramonto della carriera, ecco l'evento che non ti aspetti, tanto da farlo diventare il personaggio del giorno. Con un gol fortunoso ha fatto fuori, infatti, il Manchester City di Guardiola dalla Champions e lanciato per la prima volta il Tottenham nell'olimpo delle quattro migliori d'Europa. Lui che in questo calcio moderno è sempre meno di moda, dentro e fuori dal campo. Le torri non si usano più e i giocatori a fine allenamento pensano più ai social che ad altro. Fernando invece continua a saltare di testa e nei giorni liberi va per musei. Old school eh, anche se ha più seguaci su Twitter dell'Ajax, sua prossima avversaria in Champions. Il vecchio che piace anche ai giovani.

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    CASI DELLA VITA — A 34 anni compiuti lo scorso 26 febbraio, Llorente non si sarebbe probabilmente aspettato di vivere serate come quella di ieri. Al Tottenham è il vice di Kane, anche se Pochettino, in mancanza del suo capitano, ricorre spesso al falso nove, tenendo Fernando comunque in panchina. Il tecnico degli Spurs lo ha fatto anche nella semifinale di ritorno con il Manchester City, nonostante l'assenza del campione inglese per infortunio. E se le cose fossero andate secondo programma, probabilmente Llorente non avrebbe messo piede in campo, se non nel finale per difendere sulle palle aeree. D'altronde, che ci azzecca uno come lui in una partita che si gioca a 3mila all'ora da un'area all'altra? Invece poco prima dell'intervallo si fa male Sissoko.

     

    Pochettino si gira verso la sua panchina: non ci sono Winks e Dier infortunati, può pescare solo difensori come Foyth, Sanchez o Walker-Peters, oppure affidarsi al giovanissimo Skipp. No, dai. Il Tottenham è sotto 3-2 all'Etihad e allora... Ma sì, c'è Fernando. Basta arretrare Alli in mediana, allargare Lucas, accentrare Eriksen e il gioco è fatto. "Che Dio ce la mandi buona eh", deve aver pensato il tecnico argentino. E infatti da lì in poi gli Spurs soffrono da matti, faticano a ripartire come nella prima mezzora. Lo fanno una volta a inizio ripresa, ma il colpo di testa di Llorente è ben parato da Ederson. Hai avuto la tua occasione Fernando, quando ti ricapita?

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    DA SOGNO — Poco dopo il City va sul 4-2 e sembra finita. Il Tottenham ha però l'orgoglio di provarci. Conquista un calcio d'angolo, in mischia la palla sbatte tra gomito e anca di Llorente e... Gol! Proprio lui, Fernando. Quasi senza volerlo, quasi senza accorgersene. È appena il suo settimo centro in carriera in Champions, di sicuro il più importante. Lui che non doveva mettere piede in campo... Passa il Tottenham e per una notte tutti si dimenticano che Kane ha probabilmente chiuso la stagione in anticipo. Pochettino forse continuerà a usare il falso nove, ma se è in semifinale deve ringraziare un vero centravanti, che sulle spalle ha il numero 18. Due volte "nove", più vecchio stile di così. E forse non è un caso che a perdere sia Guardiola, l'inventore del "falso nueve". Che vendetta, Fernando.

     

     

    2. GUARDIOLA

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    Da gazzetta.it

     

    "Sì, è dura. È crudele ma dobbiamo accettarlo". Pep Guardiola a caldo non nasconde la delusione per l'eliminazione del suo Manchester City dalla Champions League, per lui stregata dal 2011. E si sofferma anche sull'interpretazione arbitrale degli episodi decisivi nel 4-3 casalingo col Tottenham, non sufficiente per qualificarsi dopo l'1-0 Spurs dell'andata a Londra: "Io sono a favore della Var ma forse il gol di Fernando Llorente visto da un lato è fallo di mano, e visto dal lato dell'arbitro non lo è". E sul gol del 5-3 annullato da Sterling nel recupero aggiunge: "Ho visto l'azione e chi era davanti allo schermo ha deciso che era fuorigioco. Ci è mancato un rigore nella partita di andata ma sono orgoglioso dei miei giocatori e dei tifosi. Non ho mai sentito così tanto rumore allo stadio da quando sono a Manchester, ma il calcio è imprevedibile".

     

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    LA PARTITA — "È stata una partita gradevole da vedere per tutti - è l'analisi di Guardiola della gara giocata dai suoi -. Abbiamo lottato per 180 minuti. Dopo 20 minuti eravamo avanti 3-2. Nel secondo tempo abbiamo giocato meglio, abbiamo creato tante occasioni da gol, ne abbiamo sbagliate tante e siamo stati puniti: alla fine eravamo riusciti a segnare i gol che ci servivano, ma è finita male. Congratulazioni al Tottenham, a cui auguro tutto il meglio per le semifinali. Dobbiamo reagire sabato, ancora contro il Tottenham, ma ora non ci penso, voglio dormire e poi prepareremo la partita. Abbiamo lottato tanto, nove-dieci mesi per la Premier League. È nelle nostre mani. È dura ma dobbiamo farcela".

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