Antonio Spampinato per “Libero Quotidiano”
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Guerra e pace. Nel nome degli affari. Negli ultimi dieci anni Apple e Samsung se le sono date di santa ragione, trascinandosi a vicenda nelle aule dei tribunali per violazione dei reciproci brevetti. Ma visto che il colosso sudcoreano ha da sempre diversificato i suoi introiti, prevalentemente nel campo dell' elettronica di consumo e degli elettrodomestici, oltre che sfornare prodotti finiti è anche fornitore di componenti.
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E la compagnia statunitense è stata ed è tuttora, oltre che acerrima nemica, anche sua buona cliente. Poco meno di un anno fa i due rivali, tallonati dalla galoppante concorrenza cinese, hanno raggiunto un accordo extragiudiziale che ha chiuso tutte le cause. Ora è più semplice parlare d' affari. E soprattutto utile.
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Sia perché i prodotti della Apple, stando ai dati di vendita dell' ultimo anno, iniziano a perdere fascino, sia perché anche Samsung inizia seriamente a doversi guardare le spalle dai vari Huawei, Oppo, Xiaomi che stanno portando via a entrambi importanti fette di mercato.
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E poi Apple vuole qualcosa che Samsung ha: lo schermo pieghevole. capacità produttiva Non è certo la prima volta che l' azienda di Cupertino si rivolge alla rivale: gli schermi Oled a partire dagli iPhone X, per esempio, sono marchiati Samsung. E ora che i sudcoreani hanno lanciato il Galaxy Fold, lo smartphone di lusso (costa sui 2.000 euro) con doppio schermo di cui uno pieghevole che, una volta aperto, trasforma il telefono in un piccolo tablet, gli americani temono di restare indietro.
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Così, stando alle indiscrezioni del sito specializzato ETNews, hanno chiesto la consegna di una serie di campioni di display da 7,2 pollici, praticamente gli stessi usati da Samsung per il Fold appena lanciato che ha un display da 7,3 pollici.
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Apple non è l' unica che teme di restare fuori da questa nuova nicchia. Secondo il sito coreano anche Google e la cinese Oppo sono andati a bussare a Samsung per avere campioni di display pieghevoli. Anche perché la rivale Huawei ha già presentato il suo prodotto pieghevole. Oggi Samsung è in grado di produrre 200.000 schermi flessibili al mese, pari a 2,4 milioni all' anno. Una capacità produttiva che può essere quintuplicata se la domanda dovesse crescere. L' aumento della domanda e della produzione porterà a una riduzione dei costi e dei prezzi all' utente finale. Sempre che il mercato risponderà bene alla costosa offerta.
IL PUNTO DEBOLE
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Gli schermi pieghevoli, secondo alcune indiscrezioni, avrebbero un punto debole: il freddo potrebbe rovinare i pixel lungo la piegatura. Così Apple si è portata avanti e ha brevettato un metodo per riscaldare la parte superiore del raffinatissimo meccanismo che permette l' apertura del telefono.
La società della mela morsicata in ogni caso ha deciso, già da un anno a questa parte, di non affidarsi solo alla Samsung per gli schermi. Un altro colosso coreano, Lg, le fornisce infatti i pannelli con tecnologia Oled. Meglio diversificare. Con gli schermi pieghevoli però, per ora c' è poco da fare: bisogna bussare in casa Samsung.
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