Paolo Baroni per ''La Stampa''
GABRIELE BUIA
«Riaprono le librerie? Con tutto il rispetto per la cultura, ma i libri non si possono comprare su Internet? Sono pazzi. Quale beneficio economico pensano di produrre in questo modo? E la sicurezza come pensano di garantirla? Vorrei capire qual è il senso di questa scelta» protesta il presidente dell' Ance, l' associazione nazionale dei costruttori. Gabriele Buia è molto critico sulla prosecuzione del lockdown sino al 3 maggio e molto preoccupato per il futuro, perchè se anche nello scenario più soft il blocco finisse a maggio gli investimenti nel campo delle costruzioni quest' anno scenderebbero del 10% per riprendersi in maniera stentata (+3%).
Lo scenario hard, col blocco protratto sino a settembre ed una ripresa dei cantieri a singhiozzo, si tradurrebbe invece in un calo del 28% degli investimenti nel 2020 e del 19% nel 2021. Per questo Buia ora punta i piedi.
CANTIERI
«Noi - spiega - siamo stati i primi come categoria a porre la necessità di mettere in sicurezza i nostri cantieri e subito a inizio marzo abbiamo chiesto di poterci fermare per reperire tutti i dispositivi di protezione individuale necessari. Ma il mondo delle costruzioni viene da 11 anni di tribolazioni e adesso non può più aspettare. Dobbiamo per forza di cose accelerare tutti i processi e questo rinvio non fa bene al settore perché ormai siamo allo stremo».
Perché?
«Perché siamo sottoposti ad uno stress finanziario notevolissimo: nonostante le procedure di infrazione europee vantiamo ancora 6 miliardi di euro di arretrati con la pubblica amministrazione. Ed inoltre, nonostante sia stata introdotta la fatturazione elettronica, con lo split payment ci vengono drenati ben 2 miliardi e mezzo di liquidità. Il fatto di non poter riaprire per noi è un problema enorme: per questo occorre uno sforzo per fare arrivare immediatamente liquidità alle nostre imprese».
Ma per questo c' è il decreto imprese con 400 miliardi di liquidità in più. Non vi basta?
roberto gualtieri giuseppe conte patuanelli
«Per quello che si è capito sinora questo decreto prevede tempi incompatibili con lo stato di salute del mondo delle costruzioni. E poi si tratta pur sempre di sostegni provvisori, di debiti, che se non ripartiamo in fretta non riusciremo ai a ripagare. Certamente non nei 6 anni previsti dal governo».
Quindi?
«Se non arriva in fretta liquidità saremo costretti a sospendere i pagamenti su tutta la nostra filiera e sarà un disastro.
Perché il nostro settore attiva ben l' 86% dei settori economici nazionali».
Vi sentite inascoltati?
«Il governo, il legislatore, non si rendono assolutamente conto di come funziona il nostro comparto e quanto le costruzioni siano diverse dalle altre attività. Faccio un esempio: se io ho una attività immobiliare, visto che le famiglie che comprano case fanno in media tutte mutui all' 80%, io il grosso della mia attività dopo due anni di lavoro lo andrò a fatturare nei primi mesi del terzo anno. E nel frattempo sono a debito con le banche. Non solo: il decreto liquidità dice che io posso attingere sino al 25% del fatturato dell' anno precedente, ma se io nel 2019 non ho fatturato niente perché le mie fatture vanno tutte a giugno di quest' anno non possono nemmeno andare a chiedere un euro. Assurdo».
In vista della scadenza del 13 aprile si aspettava un allentamento maggiore?
CANTIERE FIRENZE
«Diciamo che ci aspettavamo un po' più di attenzione, anche perché superata l' emergenza sanitaria la grande sfida sarà sugli investimenti infrastrutturali che saranno i primi a partire. Ma occorre sostenere le imprese e dare loro la possibilità di sfruttare il beneficio dell' investimento pubblico, altrimenti farò molta fatica a creare ricchezza in tempi rapidi ed in parallelo le imprese si impoveriranno ancora di più».
C' è in ballo la fase 2
«Ho sentito Conte che ne ha parlato, ma francamente non ho ancora capito cosa intenda fare il presidente del Consiglio nel campo delle costruzioni. Inutile aprire dei tavoli: o di noi se ne occupa chi conosce il settore e le sue problematiche o sarà un disastro. E finirà che le banche diventeranno azioniste di tutte le imprese di costruzione d' Italia.
Per questo ora diciamo basta: dopo 11 anni di crisi che ha messo in difficoltà grandi e piccoli voglio capire cosa intende fare davvero la politica. Ce lo devono dire una volta per tutte».