R. S. per “il Messaggero”
la scala
Stanno facendo il giro del mondo le voci che vorrebbero l' Arabia Saudita versare 15 milioni a La Scala per un posto nel cda: dal The Guardian che titola Critiche sulla Scala per il piano di accogliere nel board un ministro saudita a Strasburgo dove il presidente della Commissione Diritti Umani, Antonio Panzeri, tuona: «Non possiamo permettere che uno dei simboli più prestigiosi di Milano collabori con chi nel proprio Paese calpesta diritti e libertà».
Un caso virale condito da vignette online con il sovrintendente scaligero Pereira ritratto con copricapo arabo, scoppiato a poche ore dalla manifestazione in favore dei diritti, proprio a Milano, con il sindaco Sala, che è anche presidente della Fondazione, sabato in piazza e ieri tra i primi a intervenire sulla vicenda: «Sull' ipotesi di ingresso del governo dell' Arabia Saudita nel Cda del teatro c' è la necessità di essere trasparenti rispetto alla provenienza dei fondi», ha detto, spiegando «più che porre una condizione, è importante che non si tratti di un finanziamento puro».
ALEXANDRE PEREIRA
Per concludere: «Abbiamo una riunione il 18 marzo, il sovrintendente ci presenterà la situazione. Ogni decisione è rinviata al 18: è il Cda che decide». In attesa di chiarimenti dal sovrintendente, parla anche il presidente della Regione Lombardia, Fontana: «Per quanto riguarda la possibilità per il governo Saudita di entrare nel cda credo che bisogna capire cosa dirà il Governo».
Tra una battuta di Daniela Santanché, senatrice di Fratelli d' Italia («Andremo alla prima tutte con il velo?») e un affondo del senatore di Forza Italia Gasparri («Il governo risponda alla mia interrogazione»), l' opinione del finanziere Micheli, membro del board, sulle ipotesi del post Pereira: «Dopo 15 anni di gestione in mano a stranieri, è il momento di tenerne conto».
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