Michela Tamburrino per la Stampa
angel blue
Ci sono cose che non sono più accettate, ci sono sensibilità che non possono essere più ignorate.
Questo almeno è il comune sentire di oggi, come cronaca riporta. Protagonista di una presa di posizione destinata a fare giurisprudenza, il soprano trentottenne californiana Angel Blue considerata una star di prima grandezza nel panorama musicale mondiale, che a una settimana dal suo debutto super pubblicizzato all'Arena di Verona per il 99° Opera Festival 2022 nei panni di Violetta ne La Traviata, ha dato un circostanziato, fermo e irremovibile forfait politico di protesta. Il clamoroso annuncio arrivato via missiva chiarisce senz' ombra di dubbi il motivo del gran rifiuto: non associare la propria immagine a una «istituzione», l'Arena di Verona, «che continua a utilizzare il trucco blackface» sul palco.
Una pratica «offensiva, umiliante e apertamente razzista».
Il trucco blackface è quel make up che fa diventare nera una bianca con accenti grotteschi e asiatica una nera che vuole diventare Butterfly.
Giudizi, quelli di Angel Blue, che suonano come stilettata di fuoco, s' intuisce dettate da una ponderata e lucida ribellione: «Cari amici, famiglia e amanti dell'opera, sono giunta alla sfortunata conclusione che quest' estate non canterò La Traviata all'Arena di Verona come previsto. Come molti di voi sapranno, l'Arena di Verona ha deciso di utilizzare il trucco blackface in una recente produzione di Aida. Vorrei essere chiara: l'uso del blackface in qualsiasi circostanza, artistica o altro, è una pratica profondamente fuorviante basata su tradizioni teatrali arcaiche che non hanno posto nella società moderna».
angel blue
A nulla valgono le giustificazioni fornite dalla Fondazione che s' appella a una impossibilità sostanziale di cambiare restando però nel dettato della ricostruzione di un'Aida storica come quella proposta. Benzina sul fuoco per il soprano che ha rincarato l'attacco parlando di uso offensivo, di quanto sia umiliante e razzista tutto questo. «Non vedevo l'ora di fare il mio debutto in casa all'Arena di Verona cantando una delle mie opere preferite, ma in coscienza non posso associarmi a un'istituzione che continua questa pratica. Grazie per la vostra comprensione e per tutti coloro che hanno mostrato supporto e sensibilità a me e ai miei colleghi artisti del colore».
Ad averla esasperata pare sia stata la recente rappresentazion con Anna Netrebko nei panni e nei colori della principessa etiope resa schiava dagli egizi andata in scena l'8 luglio.
netrebko blackface
Ma l'Arena porge anche un ramoscello d'ulivo all'indirizzo della sua ospite: «Non abbiamo alcun motivo, né alcuna volontà, di offendere e disturbare la sensibilità di alcuno. Raggiungiamo con vive emozioni persone provenienti da diversi Paesi, da contesti religiosi differenti, ma per noi tutte le persone sono uguali. Crediamo nel dialogo, nello sforzo di comprendere il punto di vista altrui, nel rispetto degli impegni artistici presi. Angel, noi e il pubblico areniano ti aspettiamo fiduciosi, sarà l'occasione di dialogare in modo costruttivo e concreto partendo proprio dalle tue riflessioni. Il mondo digitale non crea la stessa empatia che solo il contatto diretto riesce a determinare: proprio come in Teatro».
Ma non tutti la pensano come lei nel mondo della musica e dei black people. Su Facebook le parla la veterana Grace Bumbry, che con molta delicatezza la invita a ripensarci e aggiunge che «se avessi ricoperto solo i ruoli di donne di colore e non fossi ricorsa al trucco non avrei interpretato personaggi che sono felice di aver incarnato. Per tutti i miei cinquant' anni da cantante d'opera ho indifferentemente usato la faccia bianca quando necessario e allo stesso modo la mia faccia nera... Come artista hai la possibilità di scegliere quale ruolo interpretare invece tu limiti le tue possibilità». Vexata quaestio con esempi illustri. Come quando nel 2019 fu il soprano statunitense Tamara Wilson a significare il suo sdegno: «Non voglio essere una ruota nell'ingranaggio del razzismo istituzionalizzato». Non andò in scena. Ritmo differente, stesso sdegno per il trapper Ghali che s' infuriò contro Tale e quale show, programma di Rai1 che ricorreva spesso al blackface con risultati esilaranti. Il sensibile Carlo Conti l'anno successivo ingaggiò una cantante di colore per interpretare artisti di colore. La terza via è quella indicata da Shonda Rhimes nel tanto discusso Bridgerton, la serie ambientata tra la nobiltà inglese dell'800 in cui la Regina è nera, in nome dell'inclusione e della celebrazione della diversità. E chissà che cosa succederà oggi quando è prevista la prossima esibizione di Aida.
netrebko blackface