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    LI PRENDEVANO PER LE PALLE - ARRESTATI DUE FIDANZATINI DI CINISELLO BALSAMO: ADESCAVANO UN PO’ DI ALLUPATI GRAZIE A ANNUNCI PORCELLINI IN RETE E POI LI RICATTAVANO - SONO RIUSCITI A INTORTARE UNA SESSANTINA DI UOMINI, MOLTI SPOSATI O FIDANZATI - ECCO IL LORO “METODO”


     
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    Paola Fucilieri per il Giornale - Milano

     

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    Passa il tempo, i secoli, ma le debolezze umane restano tali e quali. E lo stesso vale per chi da quelle stesse debolezze vuole creare un business. Una volta c' erano ricatti vergati in gran segreto su missive anonime? E adesso, naturalmente, si ricorre al web: più facile, più diretto e soprattutto molto più pericoloso per chi, da certe rivelazioni, potrebbe ricavare seri guai.

     

    Nei giorni scorsi la squadra investigativa del commissariato milanese Garibaldi-Venezia, dopo la denuncia di un giovane di famiglia benestante, ma soprattutto dopo quella di un ragazzo di Parma, ha scoperto e messo le manette a una coppia di fidanzati residenti a Cinisello Balsamo e dediti a estorsioni «a luci rosse» da 150 fino a mille euro e che, grazie alla Procura di Monza, hanno ottenuto gli arresti domiciliari. La coppia era certa di farla franca, lasciando ben poco al caso: calibrava infatti le proprie richieste di denaro a seconda del tenore di vita delle vittime.

     

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    Così la tecnica del 29enne Stefano V., calabrese pregiudicato per droga e della sua amata complice, l' incensurata Gabriella B., era ormai collaudatissima, il beneficio economico sicuro, quasi scontato e se a denunciare, alla fine, sono stati appena dieci tra ragazzi e uomini, i casi in tutta Italia arrivano circa a una sessantina. I due pubblicavano sul web foto di giovani ragazze con abitini che poco lasciavano all' immaginazione e un numero di telefono per contattarle.

     

    Le vittime - sempre uomini fidanzati o sposati con figli, comunque di buona famiglia - chiamavano il numero indicato, al quale però non rispondeva mai nessuno. La coppia diabolica, però, era in allerta. E dopo aver preso il numero, lo inseriva nel motore di ricerca di Facebook per risalire all' identità degli interlocutori con profili «aperti». A quel punto, dopo aver ricostruito l' entourage parentale e la rete di amicizie dell' uomo, lo ricontattavano, raccontando di conoscere la moglie o la fidanzata, e chiedendo denaro in cambio del loro silenzio.

     

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    Altrimenti, dicevano al poveretto ormai sull' orlo del collasso nervoso, avrebbero reso noto il tradimento. Se l' uomo si rifiutava, infatti, i due non si limitavano a minacciare di spifferare tutto ai suo familiari, ma non lesinavano, sottolineando di essere «calabresi», anche vere e proprie minacce di morte. A dare una svolta all' inchiesta è stata la denuncia presentata ad agosto da un ragazzo emiliano.

     

    Stava guardano una partita della Juventus a casa con la fidanzata quando si è alzato dal divano per accendere il computer. Su un sito di incontri ha visto la fotografia di una donna in abiti succinti e ha telefonato al numero indicato per contattarla.

     

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    A quel punto è scattata subito la richiesta estorsiva della coppia che ha subito impaurito il giovane, assicurandogli di conoscere la sua ragazza (la chiamano addirittura per nome) e di volere 200 euro per non raccontarle del tradimento. Il giovane si è spaventato e ha versato i soldi ai due estorsori attraverso una Postepay. In pochi giorni gli sono arrivate altre due richieste estorsive, da 250 e 150 euro. Per sottolineare che la cosa non sarebbe finita lì. E che certe debolezze della carne, si possono pagare anche per tutta la vita. Se non con la vita stessa...

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