DIACO
Da enfant prodige del giornalismo italiano (che lo si ami o lo si odi) per arrivare all’alba dei 40 anni, di cui 25 passati davanti a un microfono radiofonico. Già, perché oggi Pierluigi Diaco festeggia il quarto di secolo di radio: «Era il 4 febbraio 1992 e iniziavo a fare il mestiere più bello del mondo a Italia Radio, emittente dell’allora Pci-Pds. Non avevo nemmeno quindici anni quando, insieme ai miei migliori amici del liceo, mi presentai alla sede della storica Italia Radio per condurre il mio primo programma dedicato ai ragazzi», racconta Diaco a TvZoom.
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Poi l’incontro con Claudio Cecchetto, che, neanche ventenne, lo porta in Rai per condurre programmi musicali su Radio2, stazione che più tardi gli affiderà lo storico programma Chiamate Roma 3131.
Il passaggio a Radio24 con Servizio Pubblico e infine quella che Diaco considera «la mia casa radiofonica: Rtl 102.5. Con Lorenzo Suraci, il mio editore, ho un rapporto di affetto e di stima. È un visionario. Prima con Onorevole Dj, ora con Non Stop News, ho trovato la mia collocazione ideale. Rtl 102.5 è la radio degli italiani e sono felice di farne parte. Ringrazio di cuore tutti gli ascoltatori per i messaggi di stima e di affetto che mi sono pervenuti in queste ore» dice Diaco, ricordando che fu sempre Cecchetto a presentargli Suraci, per il primo progetto di radio-visione italiana: Hit Channel.
Tanti i ricordi che gli bagnano gli occhi: «Una delle cose più belle che ho fatto è stata ospitare Sergio Endrigo per una settimana di fila al 3131 su Radio 2. Lo dovevo a mio padre (Diaco ha perso il papà da piccolo, ndr.), era il suo cantante preferito. Mia madre si commosse».
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Il rapporto di amicizia con i grandi della musica italiana è stata una caratteristica della sua carriera: Ivano Fossati, Niccolò Fabi, Alex Britti, quelli con cui ha condotto programmi, «e poi ricordo le nottate con Franco Califano a Rtl 102.5. Spero proprio che quest’anno lo ricordino al Festival di Sanremo». E ancora: «Un momento emozionante è stato quando ho portato per la prima volta un gruppo di bambini a Radio 24 per parlare con loro della malattia e della morte di Giovanni Paolo II».
Pierluigi Diaco è conosciuto anche per le sue provocazioni: «La telefonata in onda più assurda che ho fatto è stata quella a Emilio Fede, che mi propose la vicedirezione del Tg4. Tutto in diretta». Negli ultimi anni il giornalista ha avuto molte offerte da diversi network, «ma ormai Rtl 102.5 è e rimarrà per sempre casa mia».
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