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    GIÙ DI MORALES  - IL 7 MAGGIO L'AGENZIA PER L'IMMIGRAZIONE AMERICANA HA CONSEGNATO ALLA POLIZIA DEL GUATEMALA JOSÉ ORTIZ MORALES: EX MEMBRO DEI KAIBILES, L’UNITÀ SPECIALE DELL’ESERCITO LOCALE, HA PARTECIPATO AL MASSACRO DI OLTRE 200 CIVILI A COLPI DI MARTELLO, TRA CUI ANCHE 67 MINORI NEL 1982, COME RITORSIONE PER UN’IMBOSCATA COSTATA LA VITA AD UNA VENTINA DI SOLDATI...


     
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    Guido Olimpio per www.corriere.it

     

    Non è mai troppo tardi per chiudere i conti con la Giustizia: vale per qualsiasi delitto ma ancora di più per un eccidio.

     

    Il 7 maggio le autorità americane hanno consegnato alla polizia guatemalteca José Ortiz Morales. Cinquantanove anni, ex membro dei Kaibiles, unità speciale dell’esercito locale, ha partecipato insieme ad un gruppo di commilitoni ad un massacro di civili.

     

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    Era il 6 dicembre 1982, nel Paese centro-americano era in corso una lotta feroce tra esercito e ribelli. Dopo un’imboscata costata la vita ad una ventina di soldati, i governativi lanciano un’operazione di ricerca. Vogliono punire i responsabili.

     

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    Un team di militari arriva nel piccolo villaggio di Los dos Erres, perquisiscono le case, non trovano nulla. Ma questo non impedisce una rappresaglia cieca e deliberata, perché hanno l’ordine di uccidere.

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    Gli abitanti sono rastrellati, subiscono percosse, molte donne violentate.

     

    Oltre 200 civili sono trucidati a colpi di martello, i corpi gettati in un pozzo.

     

    Tra le vittime 67 minori, alcuni bimbi sono risparmiati e adottati dai killer.

     

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    Come altre pagine nere di guerre civili, il dramma di Los dos Erres resta sospeso, ma nessuno dimentica. Come si potrebbe.

     

    E nel 2010 riemerge in modo clamoroso con l’arresto di uno dei presunti responsabili, scovato non in patria ma in Florida. Ne verranno individuati altri 6 negli Stati Uniti e in Canada.

     

    Tutto merito della divisione dell’ICE, l’agenzia federale americana che gestisce la questione immigrati sotto il profilo della sicurezza. Nel 2009 è stato creato un ufficio che si occupa di crimini di guerra, lavora combinando tattiche di polizia e intelligence.

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    I funzionari scrutinano con attenzione chi arriva in Nord America, verificano presente e passato, incrociano dati. Inoltre hanno in mano una carta importante: possono offrire immunità o residenza a chi accetta di collaborare fornendo informazioni.

     

    Ed è così che ricostruiscono i percorsi di alcuni degli assassini, scoprono i rifugi, smascherano la vera identità di persone che si sono rifatte una vita negli Stati Uniti.

     

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    In apparenza buoni cittadini, in realtà killer.

     

    Forse pensavano di essere al sicuro in America, visto che negli anni del conflitto Washington aveva appoggiato i militari del Guatemala. Ed era passato tanto tempo dalla strage. Invece la legge li ha sorpresi: oltre a Josè Ortiz Morales, sono stati catturati Pedro Pimentel Rios, Santos Alonzo, Gilberto Jordan e Jorge Sosa Orantes.

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