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    “SONO ANCORA SCONVOLTO DA TUTTO IL SANGUE CHE HO VISTO QUANDO GLI HO TAGLIATO LA TESTA” – È STATO ARRESTATO L’ASSASSINO DI MOHAMED IBRAHIM, IL 25ENNE BENGALESE DECAPITATO NELLA SUA CASA DI TORINO – SECONDO GLI INVESTIGATORI A SCATENARE LA FURIA OMICIDA È STATA UNA MANCATA RESTITUZIONE DI UNA SOMMA DI DENARO CHE L'AGGRESSORE AVEVA PRESTATO A IBRAHIM PER SPOSARE UNA SUA PARENTE (POI IL MATRIMONIO È STATO ANNULLATO)


     
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    Irene Famà per www.lastampa.it  

     

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    «Sono ancora sconvolto da tutto il sangue che ho visto quando gli ho tagliato la testa». Lo ha detto Mohamed Mostafa, 24 anni,  del Bangladesh, accusato di aver decapitato, l'altra notte, in un alloggio in corso Francia 95, il connazionale 25enne Mohamed Ibrahim. Le parole del giovane pronunciate oggi durante l'interrogatorio, al sesto piano della Procura, davanti ai pubblici ministeri Valentina Sellaroli e Marco Sanini, sono considerate una confessione indiretta. «Non voglio dire nulla. Non sto bene, ho male alla testa» avrebbe detto ai magistrati. E sul movente non ha dato spiegazioni: «Sono ancora sconvolto».

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    Secondo gli investigatori si tratterebbe di una questione economica. «La mancata restituzione di una somma di denaro, qualcuno dice 1200 euro, qualcun altro 4mila, che l'aggressore avrebbe dato alla vittima per sposare una sua parente. Matrimonio che poi non è avvenuto, ma i soldi non sono mai stati restituiti» spiega il dirigente della Squadra Mobile Luigi Mitola.

     

    UN DEBITO E UN MATRIMONIO COMBINATO DIETRO ALL’OMICIDIO DEL BENGALESE DECAPITATO IN CASA A TORINO

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    Dalla ricostruzione degli investigatori, Mostafa ha prima strangolato Ibrahim con un cordino di nylon, poi l'ha decapitato con un coltello da cucina. Ripreso dalle telecamere di sorveglianza del palazzo, Mostafa è stato fermato questa mattina dalla polizia alla stazione di Porta Nuova. «È possibile che volesse fuggire. Con sé aveva il passaporto» ha spiegato il dirigente.

     

    I due giovani sono arrivati in Italia insieme nel 2014 attraverso la Libia. E per un periodo, nel 2019, hanno anche vissuto insieme in corso Francia. Poi Mostafa, che lavora come aiuto cuoco a Rosta, si è trasferito. Mohamed è rimasto in città e lavorava come lavapiatti in una pizzeria di Collegno.

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