Marco Giusti per Dagospia
LA LUCE SUGLI OCEANI
Presentato dalla Eagle per l’8 marzo con una discutibile e un po’ ridicola fotografia del bel Michael Fassbender nudo e ammiccante in offerta per le ragazze di ogni età, scordandosi però che il film era stato presentato a Venezia nel torpore generale, arriva finalmente sui nostri schermi La luce fra gli oceani, polpettone romantico con Michael Fassbender, appunto, prima coi baffi poi senza, pazzamente innamorato di Alicia Vikander, e diretto dal Derek Cianfrance di Blue Valentine e Come un tuono in quel di Tasmania.
Come sanno tutti i gossippari è anche il film che ha visto anche nascere il vero amore fra i due protagonisti. Tratto da un romanzo di grande successo di M.L.Stedman del 2012 (l’avete letto? Io no), Cianfrance segue la triste figura di Tom Sherbourne, cioè Fassbender, eroico militare che torna dalla guerra del 15-18 a pezzi, e si sente più morto dei morti dopo tanto orrore.
LA LUCE SUGLI OCEANI
Sceglie così di chiudersi come guardiano del faro, accompagnato dalle melodie di Alexandre Desplat, in un’isola sperduta della Nuova Zelanda, Janus, chiamata così perché guarda e sorveglia due oceani (da qui il titolo…). Senza un sorriso, Tom ha deciso di espiare così i mali della guerra con lo sguardo di chi pensa di non aver più diritto alla vita. Ma incontra una bella ragazza nella cittadina più vicina al faro, Port Partaguese, Isabel, un’adorabile Alicia Vikander.
LA LUCE SUGLI OCEANI
La sposa e torna con lei e qualche gallina sull’isoletta del faro. La vita torna a sorridere per il tristo e romantico figuro. E qui andrebbe tutto bene, anche come film, visto che la sua parte migliore è proprio la storia d’amore fra i due. Poi tutto si rovina con due aborti spontanei della ragazza che non riesce a portare a termine le gravidanze. Ahi! Mentre piange il suo ultimo bambino morto, il mare trasporta su Janus una barchetta con dentro una neonata viva e un giovane padre morto. Cosa fare? Tom sa che dovrebbe riferire tutto alle autorità del porto. Esisterà forse una madre.
Ma Isabel vuole a tutti i costi la “sua” bambina e il marito finisce per cederle per amore, cioè fingere che la bambina sia davvero sua, pur sapendo che non è la cosa più giusta. Infatti, la bambina è figlia di Hannah Potts, Rachel Weisz, figlia dell’uomo più ricco del paese e disperata per la scomparsa del marito, un tedesco che gli strascichi dell’odio portato dalla guerra aveva spinto a mettersi in mare (ma dove doveva andare?), e della bambina.
LA LUCE SUGLI OCEANI
La ragazza pensa che la sua famiglia sia davvero stata inghiottita dal mare. Come Tom si rende conto del dolore della vera madre della bambina che stanno crescendo, agirà in tutti i modi per avvisarla della verità, per rimediare al male fatto giocando contro la sua famiglia. La cosa andrà ovviamente avanti secondo un copione da melodramma realistico dove le due madri si dovranno confrontare e cercheranno di fare valere il loro amore con la figura tragica, ma anche un po’ stupida del guardiano del faro, che non sa se seguire la propria coscienza o l’amore per la moglie.
LA LUCE SUGLI OCEANI
Ogni piega di racconto, ogni volo di gabbiani, ogni tramonto sugli oceani, ogni tempesta sul faro sono commentati da Alexandre Desplat (aiuto!) e da sguardi intensi dei protagonisti secondo un modello che qualcuno ha detto da film Miramax anni ’90. Cioè da film romantico-letterario con gusto un po’ cheap da romanzo d’appendice. Il che andrebbe anche bene, se non coinvolgesse tre bravi attori, ma Fassbender è un po’ mollo e deve avere sempre lo sguardo triste, mentre la Vikander si mangia tutti con la sua grazia giovanile.
Modesto, ma se vede, soprattutto se vede in una serata invernale davanti alla tv, con tanto di gabbiani che Desplat commenta come se li conoscesse personalmente. L’idea era di farne un film da Oscar. Mezzo disastro. Diciamo. Musica insopportabile, ma regia non tanto più contenuta. In sala da giovedì.