Da "Naturalis"
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Il Thaipusam è una festa indù celebrata ogni anno in Malesia e Singapore. Migliaia di indù di ogni casta e cultura, si sottopongono a dolorosi rituali per ringraziare e mostrare il loro apprezzamento a uno dei loro dei, Lord Murugan, figlio di Shiva.
La parola Thaipusam deriva da Thai che significa “10” e Pusam che significa “quando la luna è al suo massimo splendore”. Viene così celebrato in congiunzione con la prima luna piena del mese Tamil (tra gennaio e febbraio).
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I devoti si preparano spiritualmente con preghiere e digiuno prima di compiere i cosidetti atti di penitenza che consistono nel trafiggersi con aghi affilati come pratica di auto-mortificazione. Alcuni devoti trasportano vasi di latte da offrire alla divinità, mentre altri trasportano degli elaborati baldacchini chiamati “kavadi”.
Il “kavadi” che significa “sacrificio ad ogni passo” è la forma di sacrificio più importante del Thaipusam. Il kavadi è un telaio di acciaio dalla forma semi-circolare generalmente decorato con fiori e piume di pavone. Ci sono kavadi di tutte le misure, quelli più grandi possono pesare fino a 40 chili e raggiungere l’altezza di 4 metri.
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Altre forme di sacrificio praticate durante il festival Thaipusam sono i piercing, fatti con aghi metallici che trafiggono la lingua e le guance oppure gli uncini attaccati al corpo e prima del festival.
In questo periodo dovranno osservare una rigorosa disciplina fisica e mentale. La purificazione del corpo viene fatta mangiando solo un pasto vegetariano al giorno e praticando astinenza sessuale. Un digiuno di 24 ore deve essere osservato alla vigilia delle celebrazioni.
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A Singapore la processione del festival inizia presso il tempio Sri Srinivasa Perumal e attraversa la Serangoon Road, l’Orchard Road per concludersi a Tank Road nel tempio Sri Thendayuthapani, conosciuto anche come Murugan. Lungo la processione i devoti cantano inni dedicati alla divinità. Il loro pellegrinaggio si conclude al tempio dove vengono ricompensati da una miscela di futta e miele.
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Il festival Thaipusam fu introdotto in Malesia nel 1800, quando gli schiavi indiani furono portati a lavorare nelle piantagioni di gomma.
Nel 1888 fu celebrato per la prima volta alle Grotte di Batu e da allora è diventato un impressionate espressione di identità culturale e religiosa degli indiani malesi di origine tamil e al giorno d’oggi è la più grande e significativa festa indù in tutto il paese. Le grotte di Batu si trovano a circa 13 chilometri dal centro di Kuala Lumpur, la capitale della Malesia.
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Una volta che i devoti hanno scalato i 272 gradini che portano alla grotta sacra, raggiungono il culmine del pellegrinaggio. All’interno della grotta c’è un santuario con l’immagine della divinità che segna la fine del pellegrinaggio. A questo punto, i devoti possono sganciare i loro kavadi e togliersi gli aghi per poi proseguire con altri rituali finali e preghiere.
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Una volta completata la missione, i devoti possono ricongiungersi con le loro famiglie e tornare alle loro vite quotidiane purificati e rinvigoriti da questa esperienza e pronti a consolidare e vivere le lezioni apprese durante la processione.
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