Chiara Merico per “La Verità”
leonardo del vecchio
Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone fanno ancora shopping di azioni Generali e il patto siglato insieme con la Fondazione Crt sale ulteriormente nel capitale del Leone di Trieste. Ieri si è appreso da una comunicazione resa alla Consob che il presidente di Essilorluxottica ha acquistato 1.699.982 di azioni Generali, pari allo 0,107% del capitale, tra il 22 e il 23 dicembre scorsi, attraverso 15 operazioni e con prezzi variabili tra 18,2 e 18,54 euro.
francesco gaetano caltagirone foto mezzelani gmt45
In questa maniera Delfin, la holding di Del Vecchio, è arrivata a detenere il 6,617% del capitale della compagnia assicurativa triestina. Il giorno precedente, il 27 dicembre, da un internal dealing era emerso che Francesco Gaetano Caltagirone aveva comprato tra il 21 e il 22 dicembre 130.000 azioni Generali, arrotondando al 7,978% o all'8,041% del capitale della compagnia, se si considera anche la quota detenuta da una società collegata del gruppo Caltagirone.
LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL
Grazie a queste due operazioni il patto siglato da Del Vecchio e Caltagirone lo scorso 10 settembre, e a cui una settimana dopo ha aderito anche Fondazione Crt, si è portato al 16,067% del capitale di Generali, avvicinandosi così ulteriormente alla quota del 17,25% dei diritti di voto detenuti complessivamente da Mediobanca.
MEDIOBANCA
La resa dei conti è prevista per il prossimo aprile, quando l'assemblea degli azionisti dovrà rinnovare il consiglio di amministrazione del Leone di Trieste: il patto fra Del Vecchio, Caltagirone e la Fondazione Crt chiede discontinuità alla guida della compagnia, oggi guidata dall'ad Philippe Donnet, mentre Mediobanca e De Agostini, che almeno fino al prossimo aprile deterrà una quota dell'1,4%, sarebbero a favore della riconferma dell'amministratore delegato.
Per l'assemblea si profila quindi un testa a testa tra due liste concorrenti: secondo indiscrezioni che circolano da tempo in ambienti finanziari, i pattisti sarebbero poco soddisfatti della gestione del manager francese, che non sarebbe riuscito a portare Generali ai livelli dimensionali delle concorrenti europee Zurich, Axa e Allianz. La compagnia assicurativa triestina capitalizza infatti in Borsa circa la metà di Zurich e Axa, e circa un terzo della tedesca Allianz.
paola Barale Leonardo Del Vecchio
Come ha spiegato lo stesso Del Vecchio al Corriere della Sera, pur senza fare riferimenti diretti a Generali, nella finanza italiana «dobbiamo iniziare ad abbattere i muri e a creare campioni prima nazionali e poi europei, per competere alla pari con i colossi internazionali. Serve un'ottica da imprenditori più che da finanzieri. I dividendi oggi spesso sono a scapito della crescita dimensionale delle aziende».
francesco gaetano caltagirone philippe donnet
E proprio queste parole sono state interpretate come una critica alla gestione di Donnet, generosa sul fronte delle cedole ma accusata di portare scarsi risultati per quanto riguarda la crescita dimensionale della compagnia assicurativa triestina. «Il mondo della finanza nazionale purtroppo è quello più fragile e in ritardo, protetto fino a ora da regolamenti e relazioni forti che non potranno più garantirne la sopravvivenza».
Donnet Caltagirone Del Vecchio
Di conseguenza, secondo il fondatore di Luxottica, «per questa e per molte altre ragioni lo slogan "piccolo è bello" non è solamente falso, ma diffonde una tranquillità illusoria che frena ogni urgenza di cambiamento». A parere di Del Vecchio ci sarebbe quindi «bisogno di scelte rivoluzionarie che scardinino tutti i vincoli che vengono dal passato» e «tutte le forze positive del Paese devono contribuire a costruire questo nuovo mondo, rinunciando a comode rendite di posizione».
LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL