Tobia De Stefano per “Libero quotidiano”
MONTE DEI PASCHI DI SIENA
Serve tempo. È questo il refrain che circola dalle parti del Tesoro quando si parla dell'operazione Monte dei Paschi. Messa da parte definitivamente l'opzione Unicredit e chiarito ai quattro venti che l'ipotesi nazionalizzazione non è mai stata in campo, il prossimo passo per il Mef è negoziare con la Dg Comp, l'Antitrust europeo, i nuovi termini per cedere il 64% della banca più antica del mondo.
ALESSANDRO RIVERA
Secondo le indiscrezioni raccolte da Libero il governo Draghi e il Pd, che mai come in questo momento rappresenta il partito forte dell'esecutivo, chiedono di avere altri due anni per arrivare a dama. Non è detto che li ottengano- Dg Comp è infatti un osso durissimo e chiederà di sicuro un massiccio aumento di capitale a carico dell'azionista pubblico-, ma è il punto di partenza della trattativa.
andrea orcel di unicredit
BASTA ERRORI
I motivi sono due. Da una parte è stato a tutti chiaro che nell'affare fallito con Unicredit, l'evidenza di una scadenza temporale inderogabile abbia fatto partire i potenziali acquirenti da una posizione di grande vantaggio.
E non si vuol ripetere lo stesso errore. Dall'altro al direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera, e alla sua squadra non sfugge che a prescindere dagli utili di bilancio (388 milioni di profitti nel 2021), la situazione patrimoniale e operativa di Siena è tutt' altro che rassicurante. Anche perché, a oggi, a perimetro invariato di cessione, nessun nuovo acquirente chiederebbe meno dei 6,5 miliardi di "dote" pretesi da Unicredit. Ma c'è dell'altro.
daniele franco mario draghi conferenza stampa sulla manovra
L'operazione con l'istituto milanese non è saltata solo per una questione economica, ma anche politica. Al centro del dibattito c'è stata la possibilità di inserire nel perimetro dell'affare il Consorzio operativo (810 addetti) Mps Leasing&Factoring (180 dipendenti), e Mps Capital Service (350 lavoratori), che avrebbe voluto dire mettere al sicuro quasi 1.500 persone. L'obiettivo finale era quello di ridurre il numero degli esuberi, circa 7 mila dipendenti, che sia Draghi che il Pd non volevano "accollarsi".
monte dei paschi di siena
Il premier, perché, come già successo con pensioni, tasse e catasto sta rinviando le partite più spinose e si sta concentrando sul Pnrr. I democratici per ovvi motivi elettorali, la Toscana è uno dei maggiori serbatoi di voti del partito e sulla vicenda Mps, i dem hanno miliardi di "scheletri negli armadi" da far dimenticare. Insomma i due anni chiesti a Bruxelles servirebbero anche a superare le elezioni del 2023. O ad affrontarle senza traumi.
MONTE DEI PASCHI DI SIENA MPS
CHI SARÀ L'AD?
E qui veniamo al secondo punto. L'ad del Monte resterà "il grillino" Guido Bastianini? Pochi giorni fa il direttore generale del Tesoro, Rivera, ha rassicurato management ed M5S - «Non mi risulta che ci siano discussioni in corso su ipotesi di sostituzioni di Ceo e Cda», ma in realtà la posizione dell'ad è tutt' altro che blindata.
GUIDO BASTIANINI
In questo caso c'entra poco la politica, si tratta di una valutazione gestionale. Nonostante il curriculum (Capitalia, Sator, Banca Profilo, Carige) Bastianini non è considerato un banchiere operativo stile Morelli (il precedente ad del Monte) e ad Mps serve una svolta a 360 gradi.
Vero che l'ultima trimestrale ha fatto segnare numeri confortanti sulla crescita delle commissioni, per esempio, ma è altrettanto vero che diverse fonti di ricavo (commissioni di collocamento, negoziazione titoli, dividendi da Axa) sono non ripetibili.
Al Monte serve una svolta operativa perché restando da solo, tutti i difetti strutturali tornano a galla. A partire dal numero di dipendenti per sportello: 10 in media per Bper, 13 per Bpm e 15 per Siena. Ecco perché - magari non a brevissimo nel management del Monte potrebbe esserci una rivoluzione.
MONTE DEI PASCHI DI SIENA ALESSANDRO RIVERA alessandro rivera GUIDO BASTIANINI MONTE DEI PASCHI DI SIENA