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    ASSALTO STRANIERO AL MONTE PACCHI - ARROGANCE PROFUMO INCARTA LA FONDAZIONE E REGALA MPS ALLE BANCHE ESTERE


     
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    Francesco De Dominicis per "Libero"

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    Potrebbe essere legato alle banche estere il destino del Monte dei paschi di Siena. I nove player stranieri che lavoreranno alla ricapitalizzazione di Rocca Salimbeni, infatti, hanno già firmato un impegno a «presottoscrivere» i 3 miliardi di euro di aumento entro gennaio. Il termine per partecipare all'operazione scade a marzo, ma con largo anticipo rispetto alla tabella di marcia le nove big della finanza mondiale diventeranno i nuovi azionisti di Mps.

    Le banche estere che fanno parte del cosiddetto «consorzio di garanzia» sono Ubs, Citigroup, Societe Generale, Merrill Lynch, Morgan Stanley, Barclays e Jp Morgan. Un gruppetto a cui va aggiunta l'italiana Mediobanca. Non è chiaro se si tratterà di un semplice «transito» nell'azionariato oppure se una parte dei nuovi soci del Monte deciderà di dar vita a un nocciolo duro stabile, magari con i francesi di Axa già presenti in Rocca Salimbeni. Quel che è certo, invece, è che la questione si intreccia con il futuro della Fondazione Mps, ora azionista di riferimento dell'istituto presieduto da Alessandro Profumo col 33% del capitale e destinata a diluirsi progressivamente.

    ALESSANDRO PROFUMO ENRICO CUCCHIANI DAVID THORNE FOTO DA FLICKR AMBASCIATA USAALESSANDRO PROFUMO ENRICO CUCCHIANI DAVID THORNE FOTO DA FLICKR AMBASCIATA USA

    La Fondazione ha un'esposizione di circa 350 milioni e buona parte di quel debito è in mano alle banche estere. Il contratto per la linea di credito prevede la «escussione del pegno», cioè il pacchetto della stessa Fondazione, se il titolo scende fino a 0,12 euro. Ieri, nel giorno dell'ok al nuovo piano industriale - messo a punto dall'ad, Fabrizio Viola - Mps ha chiuso a 0,18 euro in calo dello 0,05%.

    Grazie a due manovre parallele (aumento e pegno), per le banche estere c'è la prospettiva di prendere, in pochissimo tempo, il pieno controllo dell'istituto senese. Che Viola sta risanando non senza sacrifici per i lavoratori. Il piano prevede infatti 8mila esuberi complessivi (2.700 già realizzati) e un taglio di 550 filiali oltre alla vendita della controllata francese Banque Mps.

     

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