DAGOREPORT
barbara d urso 4
Nella maggioranza di centrodestra è in corso quello che i politologi definirebbero “guerra di attrito”, cioè un susseguirsi di schermaglie, scaramucce, ripicche, scazzetti, che porta Fratelli d’Italia, Forza Italia e lega a duellare praticamente su tutto.
Le divisioni tra i partiti che reggono il governo Meloni sono numerose e, in alcuni casi, profonde. Eppure, a differenza di quel che accade a sinistra, l'alleanza regge in nome del potere: non appena si entra in Parlamento a votare, ogni dissapore svanisce e si procede compatti.
Negli ultimi tempi, però, i conflitti dell'armata Branca-Meloni stanno superando il livello di guardia. Solo per citare gli ultimissimi casi:
1.L’affondo di Gasparri a difesa delle banche (“Siamo contrari a nuove tasse a carico di chi già le paga”), contro ogni proposito di tassa sugli extraprofitti, ipotizzata dal duplex Meloni-Fazzolari, e l’attacco alzo zero a Elon Musk (“bandito fiscale”), lo stesso che giusto una settimana fa flirtava con la Meloni all’Atlantic Council di New York. Un doppio affondo non casuale, visto che è arrivato il giorno dopo il no della Meloni allo ius scholae chiesto da Forza Italia.
pier silvio marina berlusconi
2.Autonomia: oggi sul “Corriere della Sera” uno dei più importanti ras di FI, il governatore della Calabria Roberto Occhiuto, è sceso in campo pesantemente contro la riforma cara alla Lega, chiedendo “prudenza” alla maggioranza.
Occhiuto, uno che i voti li porta (e tanti) ha lanciato un appello al Governo: “Congelate gli effetti della legge sull'autonomia in attesa che la riforma sia completa, utilizzate il tempo per ragionare su ogni aspetto e per spiegare all'opinione pubblica cosa succederà e come".
barbara d'urso con la caffettiera
Per poi affondare il colpo: "È vero che l'autonomia era uno capisaldi del centrodestra con la riforma della giustizia e il premierato, ma è l'unica su cui si è andati di fretta, di notte, con un'urgenza poco comprensibile. Il referendum? Temo che si riveli un danno, perché stravincerebbe al Sud e al Centro e credo che non basterebbero i voti del Nord per salvare la legge. Lo credo perché oggi non è più come 10 anni fa, l'autonomia non è più sentita come una priorità nemmeno a Nord".
3. Il posizionamento internazionale. La Lega si smarca costantemente sull’Ucraina, al punto da costringere Giorgia Meloni a sbianchettare, dal comunicato italiano del vertice a Washington tra Biden e Zelensky, ogni riferimento alle armi a Kiev.
VORTICE DI MAGGIORANZA - IL GIORNALONE - LA STAMPA
La premier era collegata da remoto: per la seconda volta consecutiva non è andata alla cena con Biden alla Casa Bianca (la prima mancò per farsi una pizza con la figlia Ginevra), proprio sul tema Ucraina, in nome di una presunta “equidistanza” internazionale.
In realtà, e lo zio Sam l’ha capito benissimo, la premier nasconde soltanto il desiderio di tenere buono Salvini, arrivando al punto di far incazzare gli americani. La sua decisione, però, viene giudicata improvvida oltreoceano, considerando che Giorgia Meloni non è soltanto presidente del Consiglio, ma ha la guida di turno del G7, e la sua assenza a un importante vertice sull’Ucraina è un grave scivolone.
giorgia meloni antonio tajani matteo salvini
Se è vero che ad ogni azione corrisponde una reazione, gli americani potrebbero arrivare a stracciare l’unico risultato tangibile del vertice G7 a Borgo Egnazia, che la sora Giorgia aveva esaltato come grande successo.
Come scrive oggi sul “Corriere della Sera” Marco Galluzzo: “La doccia fredda è arrivata a Palazzo Chigi […] quando il Tesoro americano ha comunicato in modo formale che per partecipare al prestito di oltre 50 miliardi che con grande fatica (e qualche incertezza) la diplomazia italiana e dell’intero G7 aveva promesso nero su bianco all’Ucraina, nel corso del summit in Puglia, nel giugno scorso, aveva bisogno di garanzie molto più forti di quelle offerte finora. […]
MARINA PIER SILVIO E PAOLO BERLUSCONI
Era stata una trattativa serrata e durata svariate settimane, proseguita durante l’estate, che si è arenata quando anche la Casa Bianca ha fatto presente agli altri governi che le richieste del suo Tesoro non erano negoziabili: almeno tre anni di certezza giuridica, con tanto di voto del Consiglio europeo, sul congelamento (oggi da rinnovare ogni sei mesi) degli utili (oltre 4 miliardi l’anno) che producono i fondi russi confiscati nelle banche della Ue. Utili che dovrebbero garantire il prestito a Kiev targato G7.[…]”.
biden meloni vertice nato
A rendere il boccone più amaro per Washington sarà la presenza, il 6 ottobre a Pontida, di Viktor Orban, vassallo di Putin nell’Ue e alleato del vicepremier Salvini in Europa nel gruppo dei “Patrioti”.
4.Rai/1. Salvini torna alla carica sul taglio di 20 euro dal canone Rai per il 2025. Il leader della Lega, ricicciando la proposta, ha fatto inalberare Forza Italia. È sempre la solita storia: tagliare il canone comporterebbe un innalzamento del tetto pubblicitario per il servizio pubblico, a detrimento di Mediaset.
GIORGIA MELONI E VIKTOR ORBAN AL CONSIGLIO EUROPEO
Alla proposta dell’ex Truce del Papeete si oppone non solo Forza Italia, a difesa dei Berlusconi, ma anche Giorgetti, a difesa dei conti pubblici (già fortemente deteriorati in vista della manovra).
5.Rai/2. Sulla governance a Viale Mazzini la maggioranza è in fibrillazione (e quando si arriverà alle direzioni voleranno coltelli): mentre Antonio Tajani è stato completamente ammansito da Giorgia Meloni, con la promessa di essere il candidato al Quirinale per il centrodestra nel 2029, al punto da incassare obbedir tacendo il no allo ius scholae senza colpo ferire, Gianni Letta non ci sta a passare per stuoino della premier.
GIOVANNI TOTI - MAURIZIO GASPARRI
La mancata nomina della sua fedelissima, Simona Agnes, alla presidenza della Rai, sta mandando “l’eminenza azzurrina” fuori giri. Per arrivare a piazzarla al vertice della tv pubblica, servirebbero anche i voti dei 5stelle, ma Giuseppe Conte, impantanato in una battaglia identitaria interna al Movimento, può permettersi, ora come ora, di tendere la mano alla destra senza far infuriare ulteriormente i grillini duri e puri?
L’ultima bega, tra gli alleati di centrodestra, riguarda la tv, ma stavolta non c’entrano né gli intrighi per le poltrone né questioni venali come il canone: c’entra Barbara D’Urso. Quella che a prima vista potrebbe apparire come una notiziola televisiva, nasconde l’ennesimo dispettuccio tra i partiti di maggioranza.
Come anticipato dal nostro Giuseppe Candela, sabato sera, nello studio di "Ballando con le Stelle", tra un lampadario dell'800 e il solito show a tavolino scritto e diretto da Milly Carlucci, sbarcherà “Barbarie” D'Urso.
Negli ultimi quindici mesi, dopo l'uscita da Mediaset, abbiamo assistito a una pioggia di indiscrezioni sui nuovi impegni in Rai, a La7, Discovery, Netflix e pure sulla tv locale di Trapani. Sono arrivate solo smentite e un'intervista nel salotto di Mara Venier con bordate contro il Biscione.
barbara d'urso a londra
Anche la Rai, guidata dal duplex Sergio-Rossi, aveva smentito la possibilità di un suo arrivo e invece eccoci qui: sabato sarà ballerina per una notte ritrovando in giuria la "nemica amatissima" Selvaggia Lucarelli.
La prima notizia riguarda il clamoroso cachet: per accennare due passettini in pista “Carmelita” incasserà circa 70 mila euro. Sì, avete capito bene. Una cifra altissima, cachet che a Viale Mazzini non girano da tempo.
Per averla Milly Carlucci ha spinto sull'acceleratore, ha smosso mari e monti. E ora già c'è chi accenna alla possibilità di quattro prime time per inizio 2025 o addirittura uno sbarco nel daytime per la prossima stagione (avvisate Matano e Venier!).
Per ora suggestioni e poco più. La sostanza però non cambia: Telemeloni ha tirato una pizza (brutta come quelle che vende Briatore) a Pier Silvio Berlusconi. "Con la complicità di Salvini e Meloni?", si chiedono nei corridoi di Cologno Monzese. Perché “Barbarella”, dopo la cacciata, ha svelenato parecchio contro Mediaset in due occasioni, nelle interviste a Repubblica e a Domenica In, promettendo urbi et orbi rivelazioni della serie: "Adesso parlo io", come una Maria Rosaria Boccia qualunque.
giampaolo rossi roberto sergio
Così i retroscena fioccano. "E' una vendetta con l'ok di Giorgia dopo l'incontro di Marina Berlusconi con Draghi. Dopo l'invito di Maria Rosaria Boccia a CartaBianca e dopo i famosi fuorionda di Striscia la notizia su Andrea Giambruno". E c'è chi aggiunge: "Non finisce qui, arriverà un doppio segnale: faranno saltare anche Simona Agnes". È solo una notizia televisiva o è l'ennesima spallata tra i partiti di maggioranza? Nel dubbio Barbarella incassa 70 mila euro per un balletto. Il resto si vedrà. Col cuore.
fazzolari meloni giovanbattista fazzolari giorgia meloni
joe biden e giorgia meloni al concerto di andrea bocelli g7 maurizio gasparri alla partita del cuore simona agnes giampaolo rossi roberto sergio