Gianluca Paolucci per “la Stampa”
elisa isoardi e canio mazzaro
«Pesanti indebite ripetute pressioni». Le racconta Francesco Cesarini, banchiere di lungo corso che per qualche mese, tra il 2012 e il 2013 è stato nel consiglio di Banca Marche. Cesarini, che è stato al vertice di Bpm, presidente di Borsa Italiana, di Unicredit e vicepresidente di Mediobanca, è arrivato in Banca Marche con il collega Giuseppe Grassano su indicazione di Fondazione Carima, per rispondere alla richiesta di Bankitalia di inserire figure di maggior spessore e competenza in cda.
Canio Mazzaro Sandra Carraro TRV
Le pressioni che racconta sono riferite alla decisione dei due banchieri di astenersi sul bilancio semestrale del 2012, con la motivazione che servivano maggiori svalutazioni sui crediti. Una questione affrontata con «palese leggerezza», scrive il banchiere in una sorta di memoriale del gennaio 2013. In quei giorni, il tema del credito troppo facile concesso da Banca Marche per anni era già emerso in maniera drammatica. Il bilancio 2012 si chiuderà con perdite per oltre 500 milioni di euro proprio a causa delle forti svalutazioni effettuate. Dopo l' addio dell' ex dg Massimo Bianconi, partono le verifiche interne ed emergono tutte le anomalie.
canio mazzaro santanchet
Un caso emblematico è quello di Canio Giovanni Mazzaro, imprenditore farmaceutico di gruppi come Pierrel e Bioera, oltre che a lungo compagno di Daniela Santanchè e presenza fissa delle riviste di gossip. Arriva in Banca Marche come cliente con Bianconi, nel 2004.
CIRINO POMICINO CANIO MAZZARO
A marzo 2013 l' esposizione complessiva sua e delle sue aziende è di 19,4 milioni, dei quali 18,8 già in sofferenza. Tolta Pierrel, allora quotata, il 76% dell' esposizione complessiva delle attività di Mazzaro Canio è con Banca Marche.
RITA RUSIC CANIO MAZZARO
«Sin dall' inizio dei rapporti (...) le delibere di credito sono state assunte in virtù di andamenti di periodo positivi, mai confermatisi tali in chiusura d' esercizio», annota un audit interno. Oppure «degli ingenti incassi previsti dalla vendita di quote societarie che, se realizzati, non sono mai pervenuti sui conti di Banca Marche».
Canio Mazzaro e Rita Rusic
Un esempio è quanto succede nel 2007: la P Farmaceutici, che allora controlla Pierrel, chiede di incrementare il suo fido di conto corrente da 6 a 10 milioni di euro. La ragione, partecipare all' aumento di capitale di Pierrel. Dopo un mese però dal conto escono 900 mila euro verso un conto di Intesa Sanpaolo. E 1,5 milioni, in due tranche, verso un trust di diritto olandese dal nome ostico (Belegginsmaatscjappij Hawol Bv) ma dal beneficiario molto noto: Flavio Briatore, all' epoca socio di minoranza della P Farmaceutici, con la causale "acconto e saldo atto 5 settembre 2007".
massimo bianconi michele ambrosini banca marche
Mazzaro riceve molti soldi anche a titolo personale, malgrado una dichiarazione dei redditi non giustificasse tanta generosità, annota l' audit. Nel 2008 ad esempio Banca Marche finanzia l' acquisto di un immobile a Roma, quartiere Parioli, con 512 mila euro. Il pagamento è avvenuto con l' emissione di una serie di assegni intestati ad un soggetto segnalato in centrale rischi. Che poi, ogni tre mesi, tra il 2008 e il 2011, ha fatto un bonifico sul conto di Mazzaro.
Operazione sospetta secondo l' audit, che ha fatto partire subito una segnalazione all' Uif per il sospetto di riciclaggio. La motivazione di tanta generosità da parte di Banca Marche verso Mazzaro è difficile da spiegare. Senonché, annota ancora l' audit, nei consigli delle società di Mazzaro accanto a nomi come Briatore, Santanché (che è stata presidente di Bioera) o Paolo Cirino Pomicino (già vicepresidente di Ki Group), troviamo Luca Bianconi, figlio di Massimo. A partire dal 2011 è presidente di Ki Group, Bionature Service, Organic Oils e Bioera, tutte società del gruppo di Mazzaro.
MASSIMO BIANCONI