Teodoro Chiarelli per “la Stampa”
carlo bertazzo
Atlantia va avanti per la sua strada, Cdp si tira fuori e la vicenda Autostrade sprofonda nell'ennesimo gorgo di polemiche e veleni. Fra i due gruppi, uno pubblico, l'altro privato, siamo ormai alla rottura definitiva. O per lo meno assai vicini. Non perdono tempo Fabio Cerchiai e Carlo Bertazzo, presidente e ad della holding infrastrutturale della famiglia Benetton, per rispondere alla lettera inviata giovedì mattina da Cassa Depositi e Prestiti. Non attendono i 7 giorni che concedeva Cdp.
paola de micheli 3
A sua volta, però, l'amministratore delegato della Cassa, Fabrizio Palermo, prende la palla al balzo e chiude la porta alle trattative fra i due gruppi per l'ingresso in Autostrade per l'Italia. Così Atlantia, con una breve lettera, risponde alla missiva inviata l'altroieri da Cdp confermando la volontà di andare avanti sulla propria decisione di avviare il «processo dual track», approvato dal cda di giovedì: la vendita dell'88% di Aspi o, in alternativa, la scissione 55 e 33%.
Atlantia indica, inoltre, il termine del 16 dicembre per presentare le offerte non vincolanti. Questo per consentire a tutti i potenziali acquirenti di accedere alla «data room», ossia l'accesso ai dati riservati necessari alla due diligence dei pretendenti. Data room che è aperta da marzo, ma che stranamente, a differenza di diversi fondi internazionali, non è stata visitata in questi mesi da Cdp. La replica di Atlantia è durissima.
Giuseppe Conte Fabrizio Palermo
«La lettera di Atlantia - sostengono fonti vicine a Cdp - dimostra che sono stati disattesi completamente gli impegni assunti dai due amministratori delegati di Atlantia e Aspi il 14 luglio. In particolare, respingendo la richiesta di garanzie per i danni provocati dal crollo del Ponte di Genova, la stessa Atlantia fa venir meno una fondamentale condizione di mercato, inderogabile per qualunque investitore di mercato, che renderebbe impossibile ai cda deliberare l'operazione. Atlantia chiude così di fatto a ogni possibilità di proseguire nella trattativa su Aspi».
Cdp - aggiungono le stesse fonti - nel corso della trattativa ha accolto gran parte delle richieste di Atlantia ed è rimasta ferma sulla necessità di ottenere garanzie di mercato, come avviene in ogni operazione di trasferimento azionario, sui rischi collegati a un evento certo, cioè il crollo del Ponte Morandi, che ha provocato danni enormi.
ATLANTIA AUTOSTRADE
«L'atteggiamento di Atlantia dopo la lettera del 14 luglio - insistono le fonti vicine a Cdp - è stato dilatorio nei fatti e nei contenuti». A sua volta, però, la holding dei Benetton respinge al mittente le accuse. «Atlantia non ha disatteso alcun tipo di impegno - sostengono fonti vicine al gruppo - Con la delibera approvata giovedì, il cda ha condiviso un percorso chiaro, trasparente e di mercato, aperto a Cdp e a tutti i potenziali investitori interessati. Cdp è stata invitata tempestivamente a prendere parte a questo percorso». Quindi la stoccata sul tema delle garanzie.
«La richiesta di manleva voluta da Cdp non esiste nell'ambito delle grandi operazioni di mercato del mondo infrastrutturale. Nella lettera di impegni inviata da Atlantia lo scorso 14 luglio al governo, peraltro, non è previsto alcun tipo di manleva. Nella "process lettera" inviata a Cdp e a tutti gli altri investitori è infatti esplicitato chiaramente che Atlantia non rilascerà alcun tipo di garanzia relativamente ad Aspi, sulla base del principio della parità di trattamento di tutti gli investitori. Le eventuali decisioni di Cdp non sono dunque afferibili alle scelte trasparenti e di mercato operate dal cda di Atlantia».
ATLANTIA INVESTITORI
E ora? La palla passa al governo che fin qui non ha propriamente brillato per idee e linearità di comportamento. La ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, taglia corto: «Il governo non è disponibile a dilazionare per un tempo infinito». Martedì, dopo il cda, toccherà ad Aspi rispondere alle lettere di Palazzo Chigi, Mit e Mef. Fra le altre cose verrà chiesto al governo di approvare il Piano economico-finanziario della società. Strumento indispensabile per il futuro di Aspi e per avviare il piano di investimenti da 14, 5 miliardi e le nuove manutenzioni per 7 miliardi.