RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
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Autostrade, la rivoluzione di Salvini: “Per la prima volta una parte dei pedaggi non entrerà nelle casse di grandi gruppi di concessionari, anche internazionali, ma allo Stato’’. ‘’L’obiettivo – ha spiegato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti - è realizzare opere pubbliche e tenere sotto controllo i pedaggi’’.
Dopo il rinvio forzato di lunedì, il ddl Concorrenza che costituisce uno dei 69 obiettivi legati all’ottenimento della settima rata del Pnrr da 18,2 miliardi di euro è arrivato questa mattina sul tavolo del Cdm.
Altra novità riguarda lo stop al rinnovo automatico delle concessioni, che avranno una durata massima di 15 anni e verranno aggiudicate tramite bando, salvo nei casi in cui si proceda ad affidamento diretto alla nuova in house del Mef, Autostrade per lo Stato, cui dovrebbe essere affidata la gestione delle quattro tratte a pagamento in capo ad Anas e delle concessioni in scadenza.
Con la nuova disciplina sarà lo Stato a incassare “una parte dei pedaggi”, riconoscendo al concessionario un canone per la manutenzione e i nuovi lavori. “Tema, scrive Milano Finanza, che nei giorni scorsi ha causato non pochi attriti tra Roma e Bruxelles, preoccupata che il rischio di pedaggi meno cospicui del canone versato ai concessionari possa andare a minare i già traballanti conti pubblici”.
Ovviamente i grandi concessionari, abituati a intascare il 100% dei pedaggi, non hanno gradito l’operazione di Salvini. A partire dai due azionisti di Aspi (Autostrade per l’Italia Spa) – i fondi Blackstone Infrastructure Partners (24,5%) e Macquarie Asset Management (24,5%) - che, all’indomani della tragedia del ponte Morandi di Genova (2018), hanno partecipato a una cordata con a capo CDP (50,1%) per rilevare nel 2021 per 9,1 miliardi la gestione della holding controllata dai Benetton e dal gruppo assicurativo tedesco Allianz.
E il 31 dicembre 2026 andrà in scadenza la concessione a ASTM Spa del gruppo Gavio della A4 Torino-Milano, che con tutte le sue svariate diramazioni è la gallina dalle uova d’oro delle autostrade italiane. E la legge prevede che due anni prima della scadenza della concessione venga pubblicato il bando di gara.
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