donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - HA RAGIONE VANNACCI: È DAVVERO UN MONDO AL CONTRARIO – IL VERTICE DELLA CASA BIANCA, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA, È STATO IL PIÙ SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE – LA REGIA TRUMPIANA HA MESSO GIORGIA MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E LA POVERA URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO SI È RAGGIUNTO QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEGLIO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO TIMIDAMENTE A INSISTERE SULLA NECESSITÀ DELLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI...

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DAGOREPORT

emmanuel macron donald trump giorgia meloni foto lapresse

Il diavolo si nasconde nei dettagli dell’incontro più surreale e “malato” della storia politica internazionale. La regia trumpiana ha collocato Giorgia Meloni, in versione “pon-pon a stelle e strisce”, a sinistra del presidente americano. A destra, invece, si è seduto Macron, il nemico più detestato.

 

Starmer e Merz sono sbattuti agli estremi del tavolo, come del resto la povera Ursula von der Leyen. Seduto, troneggiante, al centro del tavolo, a ciascuno Trump si rivolge come il maestro alla scolaresca: parlate! Irritato dal bla-bla, sbotta: adesso chiamo Putin!

 

la risata di giorgia meloni davanti a donald trump 2

E scompare per 40 minuti 40, con la scolaresca messa in castigo a girare i pollici della santa pazienza!

 

Torna l’Idiota col ciuffo e voilà! come già in Alaska, dopo il tete-a-tete con Putin, si rimangia quello che aveva sempre sostenuto: subito il cessate il fuoco, altrimenti metto alle corde la Russia, bombardandola di sanzioni. Come non detto, avevo scherzato, com'on!: si va direttamente alla trattativa per la pace (così Putin può continuare ad avanzare in Ucraina).

 

Già prima dell’incontro, durante il mini assembramento a favor di telecamera, Merz e Macron, tra un “grazie” adulatorio e l’altro, avevano fatto presente al Caligola di Mar-a-Lago che è impossibile negoziare sotto le bombe. Il cancelliere tedesco, che Trump ha spernacchiato per l’abbronzatura (“Anch’io vorrei averla come te”), ha insistito in particolare sulla necessità di un cessate il fuoco immediato.

 

la faccia di giorgia meloni quando trump le chiede dei giornalisti

Non l’avesse mai detto!

 

Le parole dello spilungone crucco sono state “commentate” dalla Meloni, nel suo ruolo di trumpista di complemento, con uno show di occhi spaccanti e roteanti, smorfie da nausea di stomaco e labbra piegate nel disprezzo di ciò che le toccava sentire: ma come si permettono ‘sti due imbecilli di contraddire il pensiero del Great Donald?!?!

 

Gran finale con la ciliegina sulla torta marcia della pasticceria di Washington: è stata proprio la Ducetta a suggerire a Trump di evitare le domande dei giornalisti… Tutti i paradigmi della democrazia sono saltati: stiamo assistendo davvero al mondo al contrario…

 

 

 

 

MELONI NON PARLA CON I GIORNALISTI? I GIORNALISTI RISPONDANO CON VERIFICHE E DATI

LE FACCETTE DI GIORGIA MELONI DURANTE IL VERTICE CON DONALD TRUMP

A.G. per https://www.professionereporter.eu/

 

Il problema è un altro. Ha suscitato clamore e indignazione la frase di Giorgia Meloni al vertice sull’Ucraina alla Casa Bianca: “Io con la mia stampa non voglio mai parlare”.

 

Ma il problema è un altro e riguarda i giornalisti, più che Giorgia Meloni.

 

Il vertice si svolge il 18 agosto. Trump, Zelensky, Von Der Leyen e i maggiori leader Ue, più Starmer (Regno Unito) e Segretario Nato. Il vertice è finito, il clima è rilassato. Si parla di giornalisti, che sono fuori della porta in una di quelle funzioni di attesa che fanno parte degli aspetti un po’ umilianti del mestiere.

 

Meloni dice a Trump: “Grazie di essere stato così corretto”. Il presidente finlandese Stubb chiede: “Ti capita ogni giorno?”. E Trump: “Sempre! Sempre!”. Meloni allora dice: “Ma lui lo ama, lo ama! Io non voglio mai parlare con la mia stampa”.  Il secondo siparietto, subito dopo. Trump chiede: “Volete rispondere a qualche domanda?”. E Meloni, pronta: “Meglio di no. Siamo troppi e andremmo troppo lunghi”.

foto di gruppo vertice alla casa bianca con zelensky e i leader europei foto lapresse

 

TOZZO DI PANE

Nel primo scambio di battute, si tratta chiaramente di battute. Quella di Meloni rientra nella categoria della protervia, si sente potente fra i potenti e irride una categoria che sta lavorando e si trova là, fuori della porta, sperando in un tozzo di pane dai “grandi”. Il secondo scambio è meno faceto e Meloni mantiene proprio chiusa quella porta: non abbiamo tempo per loro. Anche se quel tempo sarebbe obbligatorio trovarlo, nei Paesi non totalitari.

 

Sono molti gli esempi dell’insofferenza della Presidente del Consiglio italiana nei confronti dei giornalisti: la pagina Facebook con gli “Appunti di Giorgia”, la conferenza finta a Tunisi, il filmato del primo maggio 2023, il rinvio dell’incontro con i giornalisti di fine anno. Ci sono, d’altronde, una serie di media (in particolare quelli di proprietà del deputato della Lega, Angelucci) che, senza conferenze stampa, rendono gloria tutti i giorni al governo in carica.

 

RISPETTO DELLE REGOLE

TRUMP E LA FELLATIO A PUTIN

Ma a questo punto non vale più protestare o, appunto, indignarsi, o chiedere il rispetto delle regole della democrazia. A questo punto sono i giornalisti a non dover più attendere il verbo da palazzo Chigi, ma dedicarsi invece con più impegno (e imparzialità, comunque) alla ricerca delle notizie, allo smontaggio dei provvedimenti per vedere cosa cosa c’è dietro, alla ricostruzione dei retroscena, alla raccolta dei dati, alla verifica puntuale delle dichiarazioni.

 

Dalle conferenze stampa, in fondo, non si è mai cavato molto più che la versione ufficiale, edulcorata, pilotata, spesso fasulla, dei fatti.

 

(En passant: Giorgia Meloni dal 16 febbraio 2006 è iscritta nell’Elenco professionisti dell’Ordine dei giornalisti del Lazio. Ma questo è un problema dell’Ordine ed eventualmente del Consiglio di disciplina dello stesso).

volodymyr zelensky e donald trump nello studio ovale 18 agosto 2025 foto lapresse 1 EMMANUEL MACRON E VOLODYMYR ZELENSKY OSSERVANO LA COLLEZIONE DI CAPPELLI DI TRUMPDONALD TRUMP - VLADIMIR PUTIN - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIAVERTICE ALLA CASA BIANCA CON DONALD TRUMP VOLODYMYR ZELENSKY E I VOLENTEROSI MELONI MERZ MACRON STARMERLA MAPPA DELL UCRAINA MOSTATA DA DONALD TRUMP A ZELENSKY ALLA CASA BIANCA emmanuel macron donald trump giorgia meloni friedrich merz - vertice alla casa bianca vignetta volodymyr zelensky offerto a donald trump dai leader europei VERTICE ALLA CASA BIANCA CON DONALD TRUMP VOLODYMYR ZELENSKY E I VOLENTEROSIemmanuel macron donald trump giorgia meloni friedrich merz - vertice alla casa bianca GIORGIA MELONI NELLO STUDIO OVALE INSIEME AI LEADER EUROPEI E DONALD TRUMPdonald trump giorgia meloni foto lapressegiorgia meloni insegue trump e zelensky alla casa bianca foto lapresseIL FUORIONDA DI GIORGIA MELONI SUI GIORNALISTI ALLA CASA BIANCA