Francesco Cramer per “il Giornale”
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Fa rumore il silenzio di Mattarella, mai come oggi sulla bocca di tutti. Il capo dello Stato invece tace; ma di lui si parla un po' dappertutto. Il suo nome è comparso pure nell' inchiesta di Potenza, tirato in ballo da Giuseppe De Giorgi. Il capo di stato maggiore della Marina, indagato a Potenza, dice che «ho parlato perfino con il presidente della Repubblica e mi è sembrato interessato alla questione».
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La questione è il libro bianco della Pinotti che toglie poteri ai capi di stato maggiore, osteggiato da De Giorgi. Il quale faceva pure pressioni affinché il Parlamento approvasse la legge navale che stanziava 5,4 miliardi in vent' anni per la Marina. È vero o no che Mattarella «era interessato alla questione»? Magari De Giorgi millantava i suoi colloqui con il capo dello Stato ma magari no. Se così fosse, nulla di male: il presidente della Repubblica è anche il capo delle forze armate.
Tuttavia, sulla questione, dal Quirinale sul merito non esce una sillaba. Alcuni sostengono che sia giusto così e che, istituzionalmente, sia corretto che il capo dello Stato non intervenga in un' inchiesta i cui titolari sono soltanto i magistrati. Non solo: c' è chi evidenzia pure che la Procura è quella di Potenza, che in passato ha spesso aperto inchieste finite poi nel nulla. Ma c' è però chi vorrebbe sentire la voce di Mattarella.
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In primis i 5 Stelle che hanno chiesto un incontro ufficiale per discutere dei risvolti politici dell' inchiesta, rinunciando all' immunità parlamentare per la querela annunciata dal Pd. Parlano di «Trivellopoli peggio di Tangentopoli» e pretendono di essere ricevuti al Colle.
Risposte? Per ora zero. Tanto che Grillo è tornato sulla questione, sprezzante: «Mattarella è a Chi l' ha visto?, stanno facendo un' indagine per trovarlo.
RENZI GUIDI
Dov' è?». Per la cronaca era a Napoli a una commemorazione dello statista Francesco De Martino ma sull' inchiesta di Potenza e sui risvolti politici Mattarella non ha fiatato. Potrebbe intervenire in qualità di capo delle Forze armate di fronte a una vera e propria guerra tra generali delle diverse armi.
Oppure in qualità di presidente del Csm di fronte all' ennesimo caso di procure colabrodo che fanno uscire fiumi di intercettazioni telefoniche. Oppure in qualità di capo dello Stato di fronte a un governo che traballa vistosamente tra ministri dimissionari o costretti a sfilare davanti ai magistrati.
matteo renzi federica guidi
Non solo: qualcuno prevede che siamo soltanto all' inizio. Paolo Mieli, per esempio, arriva a profetizzare un' estate movimentata con intercettazioni roventi su Renzi e compagni. Mattarella, tuttavia, rimane muto come un pesce nonostante il suo nome venga evocato parecchio nel Palazzo. In Transatlantico si vocifera infatti che Renzi sia più che mai nel mirino. In fondo s' è fatto troppi nemici, sia in casa che fuori. A lavorare contro di lui ci sarebbero pezzi da novanta come Monti, D' Alema, Letta e Amato. Il loro piano?
FEDERICA GUIDI MARIA ELENA BOSCHI MATTEO RENZI
Far fuori il premier e sostituire il suo governo con un governo tecnico appoggiato, naturalmente, dalle cancellerie europee e dalla Ue. A questo progetto sarebbe interessato anche l' immenso apparato burocratico che fa il tifo perché il presidente del Consiglio naufraghi prima del referendum confermativo sulle riforme costituzionali; e con lui, ovviamente, anche il progetto che ridisegna poteri e composizione di Palazzo Madama. Un piano, questo, che per essere perfezionato ha bisogno del sigillo proprio di Mattarella.