1 - DAGONOTA
CORRADO PASSERA E STEFANO PARISI
Volete sapere come è nata la candidatura di Stefano Parisi a sindaco di Milano per il centrodestra? Lo si deve, involontariamente, a Corrado Passera. L’ex ministro del governo Monti, al momento della sua discesa in campo per Palazzo Marino, scelse Parisi come manager e coordinatore della sua campagna elettorale. Nelle lunghe trattative con per “agganciare” Forza Italia e convincere Berlusconi a sostenerlo, Passera usò il fondatore di “Chili” come mediatore. Incontro dopo incontro, il Cav si lasciò sedurre da Parisi fino a proporgli di mollare “Italia Unica” e candidarsi alla guida del centrodestra. Detto, fatto. E Corradino restò uccellato fino all’inevitabile ritiro.
2 - PASSERA SI RITIRA PER FAR POSTO A PARISI BERTOLASO SI RILANCIA
Paolo Emilio Russo per “Libero quotidiano”
CORRADO PASSERA E STEFANO PARISI
La parola d' ordine è «rafforzare» il centrodestra, ricostruire e riaggregare. In un momento in cui nella Capitale ciascun partito del centrodestra ha mandato in campo un proprio candidato e nessuno dei segretari sembra intenzionato a fare un passo indietro, giganteggia Corrado Passera. Il manager, poi ministro per lo Sviluppo economico con Mario Monti, fondatore di Italia Unica e fino a ieri candidato sindaco a Milano, ha infatti annunciato a sorpresa il suo ritiro dalla competizione.
«Sono fortissimamente impegnato nella campagna elettorale di Milano e darò il mio massimo perché Stefano Parisi diventi sindaco», ha annunciato nel corso di una conferenza stampa convocata con poco preavviso, insieme al candidato sindaco "ufficiale" del centrodestra. Passera non correrà in prima persona, ma ci sarà una lista civica che porterà proprio il suo nome.
CORRADO PASSERA IMBAVAGLIATO
Da alcune settimane il centrodestra era in pressing sul manager comasco perchè si decidesse a spostare il suo "bottino" di voti proprio su Parisi, aiutandolo a surclassare il competitore del centrosinistra, Giuseppe Sala, che soltanto qualche mese fa sembrava imbattibile e ora sarà costretto ad inseguire.
L' ex candidato, secondo un sondaggio realizzato negli ultimi giorni da Ipr per il Tg3, prenderebbe un 6 per cento dei voti alle amministrative del 5 giugno, e quindi potrebbe "spingere" Parisi sin quasi il 35%, cioè sopra all' avversario, ex commissario Expo. Qualche settimana fa era dato al 10%.
corrado passera
«Ho accettato l' invito di Stefano Parisi a rafforzare attraverso la lista civica la componente liberale e indipendente e civica della sua coalizione, che può puntare direttamente a vincere sin da subito», ha detto Passera per spiegare il "passo di lato". «Quello che serve oggi nella coalizione del centrodestra è proprio il rafforzamento della componente di cui siamo portatori», ha aggiunto.
A Milano il centrodestra è riuscito - caso unico al momento- a ricompattare tutte le sue diverse componenti: Ncd, Ap, Fi, Lega, Fdi e ora pure Italia Unica sostengono lo stesso candidato sindaco. «Sento il dovere di unire le forze per il progetto, che è più importante di ognuno di noi», ha aggiunto Passera, annunciando la sua mossa.
STEFANO PARISI CHILI
Italia Unica, che ha speso già molti soldi per la campagna elettorale, sarà comunque sulle schede, si "peserà" in quel modo. Ma l' operazione dell' ex ministro ha un respiro più ampio, nazionale, e si inserisce nelle dinamiche già avviate in vista delle Politiche dell' anno prossimo.
«Non mi candido perché credo di essere più utile anche in un' ottica nazionale nel non farlo», ha aggiunto. «La vittoria si avvicina», garantiscono gli ex ministri forzisti Mariastella Gelmini e Paolo Romani, entusiasti. Possibile che il partito possa collaborare al percorso costituente che comincerà dopo le Amministrative in vista del "listone" unitario per le Politiche.
RENZI SALA
Un riferimento al futuro lo fa anche il candidato del centrodestra, ex direttore generale del Comune di Milano, che ringrazia Passera per la «generosità»: «È una collaborazione naturale, sulla base di comuni valori e di una comune visione di un centro liberale perno di una coalizione vincente a Milano e in una prospettiva nazionale».
STEFANO PARISI
Una operazione simile a quella all' ombra della Madonnina potrebbe essere fatta anche a Roma dove, per dirla con Gaetano Quagliariello - che sostiene Alfio Marchini - «bisognerebbe superare gli egoismi partitici e seguire una vocazione maggioritaria». Eppure se Marchini, Guido Bertolaso e Francesco Storace sembrano disposti a sedersi attorno ad un tavolo, nessuno di loro - e nemmeno Giorgia Meloni - sembra disposto a mettersi in coda a un altro per vincere.