1. DAGONOTA
LA PRIMA PAGINA DEL FINANCIAL TIMES SULLA TRUFFA ITALIANA SUI FONDI AL PNRR
A Palazzo Chigi hanno masticato amaro. Giorgia Meloni, che tiene tantissimo alla sua immagine all’estero, dedica sempre molta attenzione allo sfoglio dei quotidiani stranieri, specie quelli più autorevoli come il “Financial Times”.
Grande è stata l’incazzatura quando, questa mattina, la Ducetta e il suo staff hanno visto l’apertura della Bibbia della City: “Police seize €600mln of assets in Eu fraud swoop”.
Un articolone sulla maxi-truffa legata ai fondi del Pnrr (condita di dettagli kitsch come Rolex, ville e Lamborghini) che non dà certo lustro all’Italia, primo beneficiario del Recovery Fund, e anzi dà credito a tutti quei falchi che, al momento di decidere la spartizione dei fondi, instillavano dubbi sull’opportunità di dare tutti quei miliardi a un Paese di santi, poeti e furbetti come il nostro. Insomma, la solita figura di merda da italiani, che non potrà certo giovare all’immagine da leader risoluta e cazzuta che vuole dare all’estero Giorgia Meloni
GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN A FORLI
Al momento della lettura dei giornali, il caffè è andato di traverso a Giorgia Meloni e il braccio destro (e teso), Giovanbattista Fazzolari.
2. I TRUFFATORI DEL PNRR FONDI EUROPEI USATI PER COMPRARE VILLE SUPERCAR E GIOIELLI
Estratto dell’articolo di G.F. per “la Repubblica”
Primo step: creazione di bilanci falsi, su società vere, in modo da poter avere i requisiti per partecipare a bandi. Secondo: presentazione di progetti di internazionalizzazione delle aziende per decine di milioni di euro, tutti da finanziare con fondi del Pnrr che dovevano essere erogati da Simest […]. Terzo: incassare subito il 50 per cento del finanziamento, pari a 150mila euro. Quarto: spostarli immediatamente su conti correnti esteri, in modo da renderli irrintracciabili. Quinto, ed ultimo: farli sparire con investimenti e spese nel lusso, dai viaggi ai gioielli. Ma anche reinvestendoli in altre truffe, come quelle sui bonus edilizi. Risultato: un giro d’affari illecito da 600 milioni, ieri sequestrati.
orologi comprati con i soldi della maxi truffa dei fondi pnrr
Funzionava così forse la prima grande truffa italiana sui fondi del Pnrr che ieri ha portato i militari della Guardia di Finanza di Venezia, in un’indagine coordinata dalla procura europea (Eppo) all’arresto di 22 persone: 8 sono state portate in carcere, 14 ai domiciliari, mentre per due è scattata l’interdizione. Nel corso delle perquisizioni, i finanzieri hanno anche sequestrato appartamenti, ville signorili, orologi di pregio, oro e automobili di lusso.
L’accusa è appunto di aver creato un’associazione a delinquere guidata da due insospettabili — un imprenditore altoatesino e la sua compagna ucraina — che, grazie all’aiuto di una serie di professionisti (tra gli indagati ci sono anche tre commercialisti e un notaio), ha bucato i sistemi di controllo italiani ed europei.
Lo ha fatto con la complicità di imprenditori, tra gli arrestati c’è per esempio il presidente della Pistoiese, Maurizio de Simone. E attraverso sistemi sofisticati. Per parlare il gruppo criminale utilizzava vecchie sim […] che […] dalla Romania rimbalzavano attraverso reti vpn e server cloud.
maxi truffa dei fondi pnrr
[…] Per bucare i sistemi di controllo della Simest sono stati poi utilizzati dei sistemi «implementati dall’intelligenza artificiale » spiega ancora il colonnello Stella, «con software avanzati che permettevano di ridurre a zero il tempo di realizzazione e falsificazione dei documenti per le richieste di finanziamenti ».
«Si trattava — si legge nelle 88 pagine di provvedimento di custodia cautelare emesso dalla procura europea — di un software che permetteva la creazione dei documenti in 3d, in grado di riprodurre anche lo spessore». […]
I NUMERI CHIAVE DEL PNRR - LA STAMPA
3. «POSSIAMO CONTARE SUI FAVORI DI ORGANI GIUDIZIARI DEVIATI C’È IL TARIFFARIO E NOI PAGHIAMO»
Estratto dell’articolo di Val.DiC. per "il Messaggero"
Si vantavano di avere accesso ai «canali più sensibili dello Stato». Nelle intercettazioni captate dalla Guardia di Finanza, nell'ambito dell'indagine che ha scoperto una maxi frode da 600 milioni di euro ai danni dell'Unione europea, viene fuori quello che il gip di Roma definisce un «quadro allarmante».
«Risulta essere a disposizione dell'associazione - si legge nell'ordinanza che ha disposto 24 misure cautelari - una rete di conoscenze all'interno di Simest», ossia la società che gestisce le istruttorie e l'erogazione dei fondi Pnrr. Il 15 novembre scorso Federico Bianchi, uno degli indagati, viene intercettato mentre parla dentro l'auto, un'Audi A6, con Alexander Mair, che lui definisce «il mio capo» e riconosciuto dagli inquirenti come uno dei promotori dell'associazione a delinquere.
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«Ostenta il fatto di poter accedere a canali più sensibili dello Stato per il raggiungimento di scopi personali e di disporre - si legge nelle carte - di illeciti favoritismi presso gli organi di giustizia attraverso l'intercedere di soggetti deviati appartenenti agli organismi investigativi dietro il pagamento di corrispettivi illustrati come se esistesse un vero e proprio tariffario».
Altre conversazioni evidenziano la possibilità anche dell'altoatesino Mair di «beneficiare dell'intercessione, dietro lauti compensi, di tale Michele per i procedimenti in cui sono coinvolti lui e la compagna, Zhanna Zozulya».
GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN A FORLI
I criminali avevano affinato un apparato di riciclaggio, protetto da tecnologie di ultima generazione per occultare il business illegale e trovare nuove modalità per monetizzare i crediti inesistenti.
Bianchi, in un'altra intercettazione, spiega che Mair «chiama sempre su Whatsapp» e illustra a un altro indagato «le sue strategie e le tecnologie utilizzate per eludere i rischi di eventuali intercettazioni (tramite utilizzo di una Vpn Cyberghos rumena) che fa apparire la connessione da luogo diverso in quello in cui si trova».
«Gli indagati - spiega il gip - hanno mostrato di dedicarsi alla lucrosa attività, condotta in modo continuativo nonostante i controlli operati nel corso delle indagini, anzi ponendo in essere ulteriori accortezze per eludere i controlli, incuranti anche dei pregressi giudiziari per fatti specifici di alcuni di loro». […]
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