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«Avevo pensato al suicidio. Oggi mi sento un uomo nuovo». A oltre un anno dal trapianto di pene che gli ha cambiato la vita parla Ray, veterano della Marina americana, che ha perso le gambe e subìto danni devastanti ai genitali e all’addome per un’esplosione di una bomba in Afghanistan.
Ray, 30 anni , ha detto ai medici che, grazie al trapianto, «si sente di nuovo completo» ed è in grado di raggiungere un'erezione quasi normale e persino avere un orgasmo, come si legge nel nuovo rapporto del Journal of Medicine del New England.
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Il suo è stato il quarto e più complesso trapianto di pene mai fatto: per eseguirlo un team chirurgico della Johns Hopkins University di Baltimora si è dovuto inventare una serie di nuove tecniche, lavorando su piccoli capillari grandi quanto un pelo. L'intervento di 14 ore è stato un successo e per Ray è stata «la migliore decisione che abbia mai preso».
Nel 2013, Ray incontrò il dottor Richard Redett, un chirurgo plastico della Johns Hopkins, e decise di affidarsi a lui per un trapianto di pene. Prima di allora erano stati fatti solo tre trapianti di pene: il primo, eseguito in Cina nel 2006, non aveva avuto successo.
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Ray ha ricevuto la notizia che gli ha cambiato la vita a marzo 2018: immediatamente una squadra di medici è andata nel Maryland per recuperare il pene e riportarlo in ospedale dove un’equipe di 25 chirurghi era pronta a operare. È stato eliminato lo scroto per motivi etici e per impedirgli di poter avere dei figli. Più di 500 militari hanno subito ferite genitali devastanti in Iraq e Afghanistan dall'inizio delle guerra.
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